L'ho studiato appositamente per quasi tutte le cime che contornano il Monte Maggiorasca, la più alta vetta dell'Appennino Ligure.Questo percorso ha anche il pregio di svolgersi per gran parte all'interno dei bei boschi di faggio e di conifere della Val d'Aveto e quindi permette di godersi un po' di frescura anche quando il sole picchia forte. Un plauso al Parco dell'Aveto per il gran bel lavoro con la segnaletica, davvero abbondante e precisa , che consente di organizzare il giro come si preferisce, senza difficoltà.
Ampio parcheggio alla partenza della seggiovia .
Dal parcheggio della seggiovia, si torna indietro per 300 metri e si imbocca sulla destra una strada privata asfaltata che conduce ad una serie di villette. Dopo 500 metri , all’ultima casetta, finisce l’asfalto e comincia un sentiero con indicazione per la Valle Tribolata.
Dopo quasi un km con alcuni saliscendi, il sentiero si innesta con quello che sale da Roncolongo. Da qui in avanti troveremo ampia e precisa segnaletica del Parco a guidarci nel vasto reticolato di sentieri che attraversano la zona.
Infatti poco dopo si lascia il percorso per la Valle Tribolata e si sale a destra verso la bifida vetta del Groppo Rosso (1595 e 1590 m.), la prima delle tante cimette che questo giro consente di toccare. Il Groppo Rosso in realtà è solo un vistoso contrafforte del meno scenografico Monte Roncalla (1683 m), erboso panettone che si raggiunge in pochi minuti. Continuando ancora un pochino si tocca l’erboso Monte Ciappa Liscia (1682 m) da cui si può prendere il sentiero per il Passo Roncalla e per il bel Prato della Cipolla (rifugio – 1578 m.).
Dal prato, imboccando a sinistra una ripida pista, si arriva sul Monte Bue (1777 m. – croce), con una seggiovia attiva ed una abbandonata. Qui siamo a pochi minuti dalla cima del Maggiorasca, ma se vogliamo allungare ben bene il giro, possiamo invece scendere a sinistra e , con un deciso saliscendi sul crinale (breve tratto con cavi), arrivare sul roccioso Monte Nero (1752 m . – croce).
Vedendo proprio lì sotto l’azzurra superficie del Lago Nero incastonata tra gli abeti , può venire voglia di raggiungerlo . Per farlo si può tornare indietro fino all’incrocio per il lago oppure continuare diritti, scendendo fin quasi al Passo dello Zovallo, e poi girare a sinistra, raggiungendo dopo un bel po’ le sponde del lago. Si sale nel bosco e si torna al Monte Bue. Tenete però presente che questo giro supplementare al Monte Nero ed al lago richiederà almeno 2 ore se non 3.
Dal Bue si scende decisi e si risale sul vicino Monte Maggiorasca (1804 m.), con la sua Madonna ed i suoi ripetitori. Se si hanno ancora energie , sulla cima i cartelli indicano il sentiero per il Monte Croce Martincano: si scende nel bosco e si arriva facilmente su questa vetta (1724 m . – croce).
Dopo di che ci si può dirigere verso la Rocca del Prete, magari facendo anche una deviazione (non segnata) nel bosco soprastante il tracciato per toccare il Monte Picchetto (1744 m.), bel punto di vista sul Maggiorasca.
Arrivati infine alla Rocca del Prete (1666 m.) , molto panoramica e spettacolare con la sua bastionata rocciosa , si può portare a termine questo arzigogolato anello scendendo al Passo della Lepre (1406 m.) e poi, per sterrata, a Rocca d’Aveto .