
Qui la scalata si presenta sempre verticale e anche nel facile si ha tanta aria sotto ai piedi, in compenso le fessure per friend ci sono , anche se i chiodi non devono mancare..
L'itinerario non è molto evidente e spesso occorre procedere un po a naso, cercando punti deboli nel labirinto della parete, la quasi totale assenza di chiodi in loco contribuisce bene alla perdizione mentale..
Di seguito viene riportata la relazione che si trova su montagne d'oc (con qualche modifica), che propone l' unione della parte inf. della via aperta da G.Calcagno e A.Gogna il 25-7-1965 con quella sup. della via di G.C.Grassi e A. Sacco del 2-9-1973 , che percorre un bell' itinerario che segue il filo di cresta.
N.B: attenzione, la via calcagno-gogna, dopo una prima parte sullo spigolo N-E, piega sulla parete est, rimanendo al centro di essa fino in punta (seguendo qui la via diretta di R.Alloa e B.Magri del 1954)... Mentre il vero spigolo N-E è percorso dalla via grassi-sacco del 73 e dalla via Florestan di P. Brizzi e G. Desrayaud nel 77 , che si sovrappongono quasi sempre e di fatto formano una via sola.. Sulla parete est è ancora presente la via dei Malintesi, sempre di Brizzi-Desrayaud nel 77, di cui non vi è nessuno schizzo sulla guida dei monti...
MATERIALE:
fettucce(anche da 240), kevlar in abbondanza, friend : tutta la serie di micro, da 0.3 al 4 con misure da 0.3 a 1 doppie (BD), una mazzetta di nut, 8-9 chiodi di cui almeno 4 a lama e un paio a U, martello
Salire per due facili lunghezze(II-III un pass. IV) , tenendosi circa 10-15 metri a sx del profondo canale che separa la punta mafalda dalla umberto, puntando a un evidente pino mugo sotto un grosso pilastro, fare sosta sul pino (vecchia fettuccia).
L1: Si attacca il grosso pilastro salendo prima a sinistra e poi a destra , fino a un comodissimo terrazzo con a fianco un grosso blocco staccato dove si sosta (IV+ ,V) (possibilità di sosta a chiodi a fianco del pilastro) 35m
L2: evitare la fessura sopra il punto di sosta, traversare in leggera ascesa a sx per 7-8 m (IV+)e si doppia uno spigoletto poco marcato, si supera un salto verticale fessurato (V-) e si sosta su cengetta 15m
L3:si sale prima vericalmente (IV), quindi obliquando a sinistra (V) si sale sulla cuspide di una rampa inclinata formata da un enorme blocco staccato(V expo), che permette di superare lo strapiombetto (VI-) formato da grossi blocchi , si sale vericalmente (1 ch. V+) per alcuni metri seguendo le fessure piu proteggibili, fino a guingere a un pilastro staccato con a sinistra un evidente diedro scuro, sostare scomodamente su pilastro (possibilità di sosta a chiodi sulla dx).
L4: si traversa facilmete a sx, e si imbocca il diedro scuro, lo si risale superando un primo passo più impegnativo (2 ch. VI,V+,V 15m), al termine del diedro traversare facilmente a dx. su cengetta, puntando a un piccolo pino mugo. 30m
L5:(inizio via Grassi): dal pino si traversa tre metri a dx (IV+), quindi si prosegue verticalmete lungo lo spigolo poco marcato(IV ,IV+) sfruttando delle liste verticali, fino a un terrazzino. 40m
L6: sempre lungo lo stesso spigolo si supera un diedro (V,VI-) si obliqua poi a sx passando dietro uno spuntone e si supera un strapiombetto (V+) . si sosta su filo di spigolo. 35m
L7:Dalendo verticlamente si giunge in cima ad un risalto (IV) dove terminano le difficoltà. 20m
con rocce semplici ed articolate si raggiunge la vetta.
N.B: l’ itinerario è stato verificato fino a L4
DISCESA: si scende lungo la cresta nord in direzione della umberto, poco sopra l intaglio tra le 2 cime si è obbligati a un passo di III ,una traversata a dx conduce poi facilmete all intaglio, e di qui si scendeil vallone di margiola (lato questa)
alternativa: reperire un bel pino mugo un paio di metri sotto la vetta, su lato ovest, (caratteristica roccia “coccodrillo “poco sotto) e con una doppia da 55 metri si giunge su un cengione, da qui con una calata di 20m su sosta attrezzata si è sulla pietraia .
- Bibliografia:
- Montagne d'oc (it. 57) - Guida dei monti di Italia (alpi mar. vol. 2 it.162)
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