Si tratta in realtà di una variante di attacco della via dell'Arco Naturale, che permette di evitarne gli ardui camini iniziali.
Dovrebbe rimanere in condizione a lungo, specie negli anni più nevosi, nei quali le pendenze risulteranno tendenzialmente addolcite.
Con innevamento scarso, come quello da noi incontrato, la risalita della seconda parte del canale dell'Arco Naturale può comunque risultare più tecnica e ripida.
Attraversare i prati verso sinistra e raggiungere un rifugio bianco in muratura al margine del bosco, da qui una traccia di sentiero, prima poco evidente poi abbastanza marcata e indicata da ometti, si inoltra verso destra nella faggeta. Seguirla a lungo, sempre un po' in diagonale verso destra (tranne che in un tratto dove si torna verso sinistra fiancheggiando rocce), fino a uscire dal bosco nell'ampia conca ai piedi del settore di parete che fa capo a Punta Macerola. Stesso avvicinamento delle vie sulla caratteristica "X" (Braccio destro della X, Supercanaleta, etc.). 1h30 in buone condizioni (poca neve o neve dura/già tracciata).
Salire verso destra il conoide, in direzione dell’attacco del Braccio destro della X. Non raggiungerlo, ma poco al di sotto traversare in orizzontale a sinistra, a lungo, percorrendo tutto l’ampio pendio sospeso detto il Terrazzone (35-40°, attenzione a eventuali placche a vento). Il lungo pendio verso sinistra va a incunearsi fra la parete e un avancorpo staccato, formando un breve canale/invaso parallelo alla parete. Salirlo (max 45°) fino a un’insellatura che lo separa dal canale a fianco (è il canale dell’Arco Naturale). Qui con un breve traverso in diagonale a sinistra (50-55°, molto esposto, delicato con neve molle) raggiungere una sosta di calata su 2 ch. con cordini e moschettone, abbastanza ben visibile (altro ch. con cordino poco più in alto a destra). Da qui calarsi in doppia 15 m raggiungendo il canale poco a monte del caratteristico arco di roccia, da qui ben visibile.
(Nota: è possibile evitare la doppia superando le rocce sovrastanti la sosta per un breve e stretto canalino sulla destra, raggiungendo pendii nevosi che permettono di ricollegarsi direttamente con il canale dell’Arco traversando in orizzontale a sinistra poco più in alto, 50-55°).
Risalire tutto il canale dell’Arco, 45-50° in media con tratti più ripidi; specie con scarso innevamento possono presentarsi 2-3 saltini con passaggi fino a 70° e/o misto.
Verso l’uscita il canale si fa più aperto, tenersi tendenzialmente a sinistra; l’eventuale fascia rocciosa finale si passa nel punto più debole, un po’ sulla destra. Al di sopra di questa il terreno ridiventa più ripido e delicato (60°), fino alla cornice sommitale che può essere grande e problematica; va forzata ove più conveniente, per esempio sulla destra dove si “appoggia” ad alcune roccette affioranti.
Discesa: giunti sui pianori sommitali, li si percorrono verso destra (Ovest) superando un paio di gobbe e poi scendendo fino a un’ampia sella dove sbuca da Nord il largo e rettilineo canale detto Gemello sinistro. Scenderlo tutto (40° max) e alla fine piegare a destra, tornando all’attacco e al percorso dell’avvicinamento. Contare 2-3 h fino al parcheggio.
- Bibliografia:
- Ghiaccio d'Appennino - ediz. Versante Sud