Per tutti gli itinerari in zona si consiglia di far riferimento alla guida indicata in bibliografia, davvero completa e ben fatta. Informazioni sul web al sito: http://gguzzardi.interfree.it/vie_alpinistiche.htm
dal parcheggio attraversare i prati verso sx (faccia alla parete) raggiungendo un rifugio in muratura bianco posto al margine del bosco. Da qui parte una traccia, all'inizio piuttosto evidente, che risale la faggeta in direzione della parete. La traccia è segnalata da radi ometti e strisce rosse orizzontali (sbiadite) sugli alberi; con innevamento scarso o assente conviene senz'altro seguire fedelmente gli ometti. Con forte innevamento, o se comunque si perdesse la traccia, tenere presente che questa tendenzialmente traversa sempre in leggera salita verso destra (tranne un paio di brevi tratti con tornanti) e passa fra due collinoni boscosi, il più a sinistra dei quali è il Colle Saraceno (1727 m). In circa 1h30/2h, a seconda delle condizioni, si raggiunge la conca alla base della parete, a ca. 1650 m.
Attacco:
dalla conca sotto la parete, come già dal parcheggio, è evidente la grande “X” posta sotto la q. 2228 di Punta Macerola; nella sua parte inferiore i due bracci della “X” sono separati da una grossa parete rocciosa triangolare. Ci si dirige verso il canale incassato (il “braccio destro”) posto a destra di questa, risalendo faticosamente il grande conoide nevoso; l’ingresso del canale è a ca. 1800 m.
Descrizione:
si risale il profondo canale su pendenze di 45-50°; dopo ca. 50 m il canale piega nettamente a sinistra incuneandosi in una ripida strozzatura. Questo tratto iniziale, fino a poco dopo la curva a sinistra, è il più pericoloso della via in quanto esposto alle scariche provenienti dal ripidissimo colatoio di ghiaccio e misto che lo sovrasta; tenersi sul bordo destro e procedere velocemente! Raggiunta la strozzatura, la si supera (brevissimo passo a 65-70° se in neve, oppure ghiaccio a 75°; possibile anche salire con un passo su roccia in opposizione sulle pareti, visto che la strettoia non è più larga di 50 cm!) procedendo quindi su pendenze minori, nel solco che è ora trasversale alla parete.
Si lascia sulla destra una ripida rampa di neve e misto (attacco della via “Supercanaleta”) e si sbuca su una specie di terrazza nevosa (passo in leggera discesa); qui proviene dal basso il canale del “braccio sinistro della X”. Si prosegue intuitivamente in traverso, facile ma esposto, infilandosi in un evidente breve canale posto sulla sinistra. Lo si risale (45-50°) uscendo quindi in una zona poco più appoggiata, ormai alla base della seconda metà della parete.
Si continua intuitivamente, su pendii non troppo ripidi (max 40°), arrivando in vista dell’ampio canalone di uscita, inizialmente facile e appoggiato, alto 200 m. Lo si risale al centro (più esposto alle scariche delle cornici sommitali) oppure tenendosi sui bordi destro o sinistro, fino ad arrivare all’imbuto della parte finale. Di preferenza si esce un po’ verso destra, ove solitamente le cornici sono più ridotte o assenti, su terreno progressivamente più ripido (60°), fino alla cresta pianeggiante.
Discesa:
si costeggia facilmente la cresta in direzione Ovest, prima in piano e poi perdendo un centinaio di metri di quota, fino ad arrivare allo sbocco di un ampio e rettilineo canalone (“Canale Gemello di sinistra”): lo si scende facilmente (35°, sciabile) per quasi 400 m di dislivello; alla fine si piega a destra, ritornando così al conoide dell’attacco (1h dalla cresta)
Prima solitaria: G.Guzzardi, 27 febbraio 1996
- Cartografia:
- Carta CAI Velino-Sirente;IGM 1:25000 F 146 III NE Monte Sirente
- Bibliografia:
- Ghiaccio d'Appennino - Cristiano Iurisci