Via molto bella e meritevole, da consigliare agli amanti delle salite invernali in stile classico e degli ambienti selvaggi. E' stata anche scesa in sci (con doppie e disarrampicata), il relativo itinerario è presente anche qui su Gulliver.
Il contesto è quantomai severo (siamo accanto alla grande parete Nord del Monte Camicia) e relativamente isolato, di certo lontano dalle folle. Non è improbabile incontrare i lupi che danno il nome alla montagna e alla via... (a me è successo). Sulle Alpi è abbastanza raro trovare ambienti simili.
Le difficoltà, seppur da non sottovalutare, non sono elevate, ma a patto che la via sia in buone condizioni. E' importante in particolare che si trovino ben innevati i salti iniziali, che purtroppo oltre a essere più in basso sono esposti in pieno Est, al sole dai primi raggi dell'alba. Può essere utile, per tenere d'occhio la situazione, una webcam posta ad Arsita (TE) nella quale è inquadrato il versante di salita.
Nota: il canale superiore che caratterizza la via è nascosto e non intuibile né da sotto né da lontano, nonostante il Dente del Lupo sia molto evidente e ben visibile dalla zona di Pescara/Chieti (e non solo).
E' chiaramente necessario scegliere giornate con basse temperature e partire molto presto, per poter attaccare all'alba.
In condizioni primaverili (fine marzo/metà aprile al massimo) si può trovare neve più trasformata ma è probabile trovare i salti basali scoperti (mettere in conto in tal caso 2-3 tiri di misto non difficile, ma delicato e ben poco proteggibile) e le temperature saranno mediamente più alte.
- Se la strada fosse percorribile, cosa molto improbabile in inverno, è conveniente seguirla per diversi km fino alla grande curva sita in corrispondenza del nevaio del Gravone (indicazioni), e qui parcheggiare (quota 1220 m). Seguire l'evidente solco del Gravone fino a una grande radura aperta a circa 1400 m di quota, qui piegare nettamente a destra e risalire la ripida faggeta lungo la massima pendenza, per circa 200 m di dislivello (40-45°). All'uscita dal bosco ci si trova alla base di un enorme conoide valanghivo al vertice del quale attacca la via (contare circa 2h).
- Se la strada è chiusa (ossia quasi sempre), è conveniente un diverso avvicinamento. Percorrere la strada per Rigopiano fino a poco oltre il bivio per Arsita; se possibile, proseguire fino a un grande tornante verso sinistra e parcheggiare in corrispondenza di questo (quota 1005 m) o dove possibile. Seguire a piedi la strada per 3-400 m oltre il tornante, finché sulla destra non si interrompe il muraglione di contenimento; qui, poco evidente, parte sulla destra una vaga traccia che sale nel bosco (piccolo ometto). Seguirla, o piuttosto salire alla meglio nel bosco innevato lungo la massima pendenza, finché non si intuisce sulla destra, a circa 1250 m, un netto "taglio" nel bosco, quasi un canale, aperto dalle slavine e ben evidente da Castelli. Si sale dritti in questo canale (35-40°), fiancheggiando una cortina rocciosa che rimane a sinistra, fino a uscire dal bosco a circa 1600 m in corrispondenza di un grande torrione roccioso detto La Scaglia (anche questo ben visibile da lontano). Qui piegare subito nettamente a sinistra contornando la Scaglia e traversare lungamente e in orizzontale in direzione Est, cercando di perdere meno quota possibile, fino a intercettare il grande conoide d'attacco della via, che si risale faticosamente fino al culmine (40-45°, solo il conoide fa almeno 200 m di dislivello). Circa 2h30 in buone condizioni.
Salire diritti nel canalino posto al vertice del conoide (se innevato 50-55°, altrimenti può convenire aggirarlo su misto un po’ a sinistra) e superare un breve tratto più ripido e ghiacciato (circa 70° o misto delicato); subito oltre la pendenza diminuisce; qui sulla destra sosta con 2 ch. e cordino, da verificare (non reperibile con buon innevamento).
Proseguire (45-50°) fino a un secondo saltino più ripido (70-75° o misto delicato) che va superato piegando in diagonale verso sinistra (non conviene continuare diritti nel canale per poi traversare più sopra). Si raggiunge così una zona meno ripida (presente un ch. di sosta sulla destra, non reperibile con buon innevamento) e la si percorre verso sinistra (40-45°). Al termine di questo ripiano è ora ben visibile il canale di salita, che prosegue diritto fra alte pareti rocciose, a sinistra di una grande torre giallastra molto evidente dal basso.
Si entra nel canale (50°) e si sale fino a un masso che lo chiude; qui con buon innevamento si sale sulla sinistra (55-60° con un breve passaggio a 75°); probabile misto delicato con scarso innevamento. Si prosegue ora nel lungo canale, molto incassato e suggestivo, tenendo sempre la sinistra a tutte le diramazioni (45-50° con tratti a 55°). Al termine il terreno si appoggia un poco e si sbuca a una comoda selletta sulla cresta Nord del Dente del Lupo, pochi metri a destra dalla sua piccola Antecima Nordest, che si raggiunge con un breve passaggio più ripido (55-60° o misto).
Dalla parte opposta (direzione Nord) ci si può affacciare invece sul canale di uscita della via Pinelli (eventualmente raggiungibile con una breve doppia; possibile via di discesa, più diretta ma ripida e impegnativa, AD).
Per la discesa: dall’antecima Nord-est (sosta con cordino, se scoperta dalla neve) si scende per pendio nevoso a 50° in direzione di una grande sella nevosa che separa l’anticima dal Dente del Lupo vero e proprio. Dalla grande sella nevosa si scende facilmente a Est nell’ampio canalone sottostante (“GravonEst”, 45° all’inizio poi 40°) per quasi 400 m di dislivello. Verso i 1900 m di quota una strettoia si scende sulla destra (45°). Subito dopo, si piega nettamente a destra traversando in orizzontale per 100 m (45°) evitando così il salto iniziale del canalone, e ricongiungendosi con il solco principale del Gravone. Lungo questo (30-35°, spesso su resti di grandi valanghe; attenzione, tutto ciò che cade dall’alto si convoglia qui!) si scende raggiungendo prima la grande radura basale e poco dopo la strada pedemontana Castelli-Rigopiano. Seguendola si torna quindi verso Castelli e si raggiunge in 30-40 minuti il tornante della partenza e l’auto. Considerare non meno di 3h dalla sella (valutare bene gli orari).
Dall'Antecima Nord-Est la vetta massima del Dente del Lupo è ancora lontana: la si può raggiungere per cresta (misto esposto, passaggi almeno di II su roccia friabile) oppure traversando in discesa verso sinistra e poi salendo dritti per pendii innevati, molto ripidi in alto (quasi altri 100 m di dislivello; fino a 60-65° poco proteggibili). In ogni caso da non sottovalutare (non per niente è il "2000" più difficile dell'Appennino).
- Bibliografia:
- C. Iurisci, Ghiaccio d'Appennino - ediz. Versante Sud