L’itinerario qui descritto parte da Livorno Ferraris, si porta a Saluggia lungo il Canale Depretis, poi ritorna a S. Giacomo lungo il Canale del Rotto e prosegue lungo il Navilotto di Saluggia fino a Lucedio; volendo però può essere esteso, proseguendo da Saluggia fino alle porte del Depretis e del Rotto in località Villareggia.
Purtroppo non è un percorso molto agevole: in certi tratti manca la sterrata ed occorre procedere sulla stretta riva, bici per mano, tra erbe e rovi; in altri tratti la sterrata esiste ma è segnata dal battistrada dei trattori e diventa un percorso accidentato.
Percorso sconsigliato dopo piogge o temporali e nel periodo in cui la vegetazione è particolarmente rigogliosa.
Da Livorno Ferraris procedere in direzione Cigliano fino ad incrociare sulla SP2 il Canale Depretis. Si costeggia il canale in controcorrente in sponda destra, passando via via il ponte della Via Vasco Vittone, quello sulla strada Saluggia-Cigliano, la presa del Navillotto di Saluggia fino ad arrivare al punto in cui il Depretis sottopassa la linea dell’alta velocità e l’autostrada A4. Qui conviene portarsi sulla provinciale SP29 per Rondissone (sinistra) e sovrapassare alta velocità ed autostrada. Discesi dal cavalcavia, si trova sulla destra una presa sul canale Depretis, dove si stacca il canale che alimenta una centrale idroelettrica.
Come variante che estende il percorso, arrivati alla presa si può proseguire sulla SP29 verso Rondissone fino alla rotonda sulla SP11; qui si prende per Cigliano per poi imboccare, subito sulla sinistra, la strada che, costeggiando controcorrente il Depretis, arriva alla cascina Risaia dove si trovano l’Elevatore Idraulico e la presa del Rotto sul Depretis; proseguendo ancora si può arrivare alla chiavica d’imbocco del Depretis sulla Dora Baltea.
Rientrare ora lungo lo stesso percorso dell’andata e, arrivati alla rotonda sulla SP11, appena imboccata la SP29 per Saluggia piegare a destra per scendere sulla “Strada del Rotto” (cartello con indicazioni); seguire il Rotto, che costeggia la cascina Paradiso, fino ad un ponte in cui si prende a sinistra la strada che ritorna sulla SP29 e quindi di nuovo alla presa sul Depretis.
Seguire ora, lungo la sua destra idrografica, il canale che alimenta la centrale; in breve si arriva allo sgrigliatore, da dove si scende al livello della Dora Baltea e si incrocia il Canale del Rotto, il cui corso sovrapassa le acque uscenti dalla centrale e che confluiscono nella Dora. Bici per mano, stando sulla stretta sponda lungo il Rotto, attraversare il canale di scarico e poi, per percorso ora non ben definito e stando su strade appena visibili, ritornare sulla SP29, passare di nuovo alta velocità e A4 e appena prima del cartello dell’abitato di Saluggia prendere a destra la strada che scende; seguendola e prendendo a sinistra al bivio si arriva al “Ponte Incastro”, sulla SP3 per Torrazza, nei cui pressi si trova la presa della Roggia Camera.
Stando ora sulla sterrata sulla destra della Roggia Camera, arrivare fin nei pressi della ferrovia, sull’asfalto prendere a sinistra fino alle prime case di Saluggia, quindi a destra, sottopassare la ferrovia e proseguire sulla sterrata (targa percorso cicloturistico sulla spalletta del ponte del Rotto) fino ad incrociare la strada per la SORIN. Attenzione: qui vige il divieto assoluto di fotografie!!!
Rientrare quindi (svolta a sinistra) sulla SP37, all’incrocio prendere in direzione Crescentino (destra) e arrivati al ponte sul Rotto piegare decisamente a sinistra, seguendone il corso in sponda destra fino all’edificio di presa nei pressi di S. Giacomo, dove il Rotto sussidia il Navilotto di Saluggia. Qui si abbandona il corso del Rotto, che prosegue verso l’abitato di S. Giacomo, per seguire il corso del Navilotto, stando sulla sua sponda destra (bici per mano) fino ad arrivare al suo sottopasso con il Cavour. Seguire verso valle la sterrata lungo il Cavour fino al ponte di S. Giacomo, dove si incrocia la “Stra dla Lola” che riporta a S. Giacomo, e attraversare il Cavour.
Proseguire lungo il Navilotto, viste le sponde accidentate, adesso diventa difficile: conviene allora costeggiare il Cavour in sponda destra fino in località Montealbero, dove si trova la presa con la quale il Canale Cavour sussidia il Navilotto; continuare costeggiando ancora il Cavour in sponda destra fino al Ponte Vianello sulla SP2, qui svoltare a destra fino a ritrovare il Navilotto che va poi seguito in sponda destra, bici per mano visto che non c’è sterrata, fino al ponte Giambarbero; sempre in sponda destra, ma ora su sterrata accidentata, arrivare al ponte Campocarnevale.
Proseguire ancora in sponda destra, bici per mano sulla stretta sponda tra la vegetazione, fin nei pressi della Cascina Cantone ad incrociare la sterrata della “Stra dla Lola”; seguirla per un tratto (sinistra), poi al bivio proseguire su sponda sinistra del Navilotto fino ad un casotto, dove si svolta a destra per arrivare sulla strada asfaltata che da Lamporo va alla cascina Mandria: svoltare a sinistra e, lasciati a sinistra la cascina Fracassa ed il salto del Naviglio, proseguire lungo la facile sterrata fino in località Colombara.
Qui passare la SP7 per Livorno Ferraris, proseguire in sponda destra lungo il Navilotto, da attraversare sul ponte prima del nodo dove si dipartono i tre diramatori, e proseguire lungo la sterrata; al primo bivio tenere la destra e, lasciandosi a sinistra la recinzione della centrale Galileo Ferraris e sulla destra il Rio Acquanera (uno dei tre rami del Navilotto) si arriva sulla SP1 delle Grange. Qui svoltare a destra fino a ritrovare il Rio Acquanera nei pressi di un vecchio ponte in mattoni rossi, prendere la strada sterrata alla sua destra e, lungo un percorso accidentato e sempre rimanendo distanti dal Rio Acquanera, proseguire fino alla Grangia di Montarucco (non esiste una strada diretta per Lucedio), dove si incontra la strada asfaltata. Si svolta a sinistra, proseguendo fino alla rotonda nei pressi della Grangia di Montarolo e qui ancora a sinistra fino a Lucedio.
Il Canale Depretis, originariamente denominato Canale di Cigliano, venne aperto nel 1785 e la sua realizzazione ha segnato un passo decisivo nel disegno che mirava a portare le acque della Dora Baltea fin nel vercellese per la sua irrigazione. Il progetto originario ne prevedeva l’arrivo nel Sesia, ma il canale venne interrotto al raggiungimento del torrente Elvo, in cui sbocca nei pressi di Carisio. Nel 1858, ad opera dell’Ing. Carlo Noè, venne ampliato con aumento della portata fino a 55 m³/s. Con decreto del 22 settembre 1887, come riportato sulla porta dell’edificio di presa, sarà poi intitolato allo statista Agostino Depretis.
Il Navilotto di Saluggia venne derivato dal Canale di Cigliano (oggi Depretis) per integrare l’irrigazione del Canale del Rotto. Potenziato grazie ai sussidi del Canale del Rotto e del Canale Cavour, porta le sue acque fino al centro nevralgico alla Colombara dove perde la sua identità per dare vita ai suoi tre diramatori – il Canale di Rive, il Canale Magrelli ed il Rio Acquanera – che portano l’acqua a tutto il basso vercellese. Il Rio Acquanera a SE di Lucedio si incontra con la Roggia Lamporasso e dà praticamente vita al corso della Marcova (la roggia è nota con vari nomi fino al ponte sulla SP455, dove poi mantiene la denominazione Marcova fino allo sbocco nel Sesia); il Canale di Rive termina la sua corsa nelle terre di Rive Vercellese; il Canale Magrelli, dopo un percorso di 35 km, confluisce nella Roggia Stura presso Villanova Monferrato dopo avere portato le sue acque nei comuni della fascia a nord del Po: Fontanetto, Palazzolo, Trino, Morano sul Po.
- Bibliografia:
- Il sito dell’Associazione Ovest Sesia: www.ovestsesia.it