I quattro tiri sono tutti interessanti. Sul secondo c’è una roccia straordinaria a Knobs, i Bugnun in piemontese, come Christian, svedese di nascita, ha appreso dall’idioma locale. Il passo chiave della Placca dei Bugnun, regala una scalata elegante e delicata, un piacere per i più tecnici. Si arriva quindi alla prua, una fiamma nel cielo. Strutture del genere si trovano su calcare eroso, rarissime su solido granito. Ancor più raro che siano scalabili tutte con prese naturali, questa lo è ed è un piccolo miracolo. Noi abbiamo solo rinforzato da dietro qualche fragile lama, che nel tempo con le ripetizioni si sarebbe staccata, senza assolutamente alterare le prese così come le abbiamo trovate.
Il primo tiro della prua ( il terzo della via) è molto particolare, ogni passo è da studiare, richiede un po’ di tutto, piedi, decisone, tecnica ma soprattutto intelligenza motoria. C’è di buono che vi sono numerosi riposi che permettono ottimi recuperi che non fanno salire il grado.
Il secondo tiro della prua (il quarto della via) è da farsi tutto sul filo di spigolo fino a prenderlo in opposizione con le mani, per superare il tratto più liscio. Si è sospesi tra terra e cielo come direbbe Rebuffat, in un’esposizione da cinema, foto ricordo d’obbligo. Volendo fare l’esperienza mistica si uniscono questi due tiri per 50 metri di scalata mozzafiato, il grado non cambia, 7a+ perché i riposi sono frequenti. Occhio solo a calcolare bene le forze e la distanza dei chiodi se si è alla frutta meglio spezzarlo in due. Se in cima arrivate fino alla pianta la sosta è più comoda e bella e vi godete questo giardino sospeso su una valle “da soogno”.. come direbbe il Briatore di Crozza!
Due corde rigorosamente da 60 metri. Cordini di varia misura. 13 rinvii, 21 se volete provare l’ebbrezza di scalare la prua in un solo tiro, il grado non cambia a causa dei numerosi riposi, ma l’ingaggio psicologico sì. Una serie di friend fino al 2 BD per i primi due tiri, poi si posso abbandonare alla base della prua.
La via è stata chiodata in parte dal basso e in parte dall’alto per ottimizzare la chiodatura della prua e renderla scalabile solo con i rinvii e volendo con una corda singola. La prua è praticamente priva di fessure e le poche lamette che ci sono non si prestano a mettere friend e nut, sono delicate, si rischierebbe di romperle e non salire più.
Dal parcheggio si risale quindi la strada asfaltata fino ad arrivare in vista della grande targa in legno che segnala il Parco del Gran Paradiso. Circa 70 metri prima della targa in legno , ci si infila nel bosco al primo accesso possibile finite le rocce (ometto) e subito si trovano le frecce gialle ( da seguire scrupolosamente) che vi portano fino ad un albero con cordino rosso e pietra segnaletica gialla (15/20 minuti dall’auto, tracce di sentiero). Qui, se non l’avete fatto mettete l’imbragatura, tenete le scarpe da avvicinamento e lasciate zaini e quanto non serve sulla via, l’ultima doppia vi porterà qui.
Seguite quindi le frecce gialle e dopo poco uno spit con cordino e poi una piccola ferrata artigianale vi condurranno alla sosta d’attacco (60 metri). E’ tutto molto semplice per chi è pratico di montagna, ma è terreno d’avventura ripido, i meno esperti possono legarsi in cordata e usare gli ancoraggi in loco. (Sopra la pietra segnaletica gialla, vi è anche un vecchio accesso che sale la parete e il canale soprastante dove qualcuno in questi anni aveva già messo spit e vecchi chiodi. Ignoratelo è molto brutto).
L1 6a+ E’ in comune con le via Pagine di Pietra. Partenza atletica poi bella dulfer e facile placca su divertente roccia lavorata. Superate la prima sosta delle Pagine di Pietra che incontrate e proseguite fino alla sosta di A Fil di Pagina, che è la prima che si trova sulla cengia erbosa, fatta con due spit da collegare.
Attenzione a come mettete le corde e i friend nel tettino iniziale. Alternate le corde e posizionate allunghi, che dopo non vi tirino troppo, se no fate una sosta in più e spezzate il tiro.
L2 6c+ Bellissima placca a Knobs, i Bugnun in piemontese, roccia super aderente, passo chiave delicato e ben protetto. Dalla cengia deviate a sinistra seguendo gli spit per raggiungete la sosta alla base dello spigolo. Se vi sbagliate e andate dritto arrivate sotto la fessura Giorda-Meneghin e non va bene.
L3 7a+ Potete abbandonare in sosta friend e nut, pesano e non vi servono più, da qui in avanti è tutta attrezzata a spit. Abbiamo voluto stare il più possibile lontano con gli spit dalla fessura Trad, anche visivamente, per cui la partenza sulla prua è sul filo a sinistra e totalmente indipendente. Il primo passo per alzarsi da terra è subito tosto su tacche! Per arrivare ad una buona lama e moschettonare il secondo rinvio. Una serie di passaggi difficili a volte un po’ enigmatici, alternati da buoni riposi, portano sul filo di spigolo con scalata spettacolare ed aerea, entusiasmante.
L4 6c+ Qui si è veramente sospesi tra terra e cielo e si gode in pieno lo spettacolo di questa struttura unica, con una vista straordinaria sul fondovalle. Tenere il filo di spigolo a sinistra, da noi ben ripulito! non avventurarsi a destra sulla placca anche se sembra appigliata. Secondo chiodo un po’ lungo attenzione, anche se si esce su prese che diventano via via migliori. Si prosegue sempre sullo spigolo con una delicata dulfer sul bordo estremo, spettacolare, un tratto finale più facile porta in catena. Se arrivate alla pianta la sosta è più comoda e godete del posto. Il giardino sospeso.