Roccia mediocre con massi instabili; passaggi da ricercare.
Bivacco P.M.Davito m. 2.360 (costruzione modello Ravelli, 4 posti + pavimento, comodi solo i 2 intermedi, quelli alti sacrificatissimi ed impossibili per persona robusta; materassi, coperte, cuscini, acqua nei pressi).
Appena a valle delle case di Tressi, imboccare il sentiero segnalato, si attraversa il Rio Tressi, si prosegue per prati poi in lariceto, si passa ad un pilone decorato posto sotto una roccia con grande tetto, si attraversa il Rio Pontei e si raggiunge il bivio della passerella dove giunge il sentiero da Forzo. Si sale gradualmente passando per Grangia Nasasse, si supera una passerella sul Rio Nasasse (dopo questa si può anche salire al ripiano della bella borgata Boschietto – fontana- con cappella bianca visibile dal basso, per poi proseguire sul sentiero in piano, ricongiungendosi all’itinerario principale) si passano dei pianori e si giunge alle case ben conservate di Boschiettiera (bivio per il bivacco G.Revelli a sinistra). Si risale alquanto lungo il lariceto si supera un rio raggiungendo poi gli alpeggi Pian Lavina posti in parte sotto una falesia con tetto; si attraversa a sinistra un rio, si risalgono del vari costoloni erbosi toccando gli alpeggi Costa e Lavinetta fino a pervenire al ripiano dove è posto il bivacco P.M.Davito (ometto già visibile dall’Alpe Pian Lavina) – da Tressi ore 3,30.
Salita al Colle di Bardoney.
Dal bivacco salire verso il costone roccioso soprastante ed attraversare a destra superando vari rigagnoli quindi salire seguendo le varie tacche rosse e gli ometti lungo una serie di varie dorsali giungendo nel ripiano pietroso (piccoli nevai) alla base dell’ultima paretina che precede l’intaglio del Colle, da superare con breve arrampicata su facili cengette – dal bivacco ore 1,45.
Al Colle si può ugualmente giungere da Cogne, Lillaz, strada del vallone dell’Urtier, Le Gollie (termine strada poderale, percorribile solo dagli autorizzati), Alpe Bardoney, sentiero con bollini, nevaio, Colle.
Salita cresta sud-ovest o di Bardoney.
Dal Colle Bardoney percorrere la cresta pianeggiante superando i vari piccoli spuntoni (attenzione a pietre instabili) con facile arrampicata e da ultimo quello più impegnativo della Torretta m. 2.920; disarrampicare facilmente raggiungendo l’intaglio del Colletto della Torretta m. 2.888 – (ore 1,30). Salire la cresta che segue e con arrampicata facile giungere sulla Lavinetta m. 3.016; proseguire sulla crestina a spuntoncini fino a giungere ad un piccolo colletto m. 2.984 facilmente raggiungibile dal versante Bardoney (Cogne) dove inizia la cresta sud-ovest della Torre di Lavina – (ore 1,15).
Dalla precisa relazione di G.C.Grassi: tenersi sul filo di cresta esile ed esposto (II, III); dopo una settantina di mt. si giunge ad una placca di 10 mt.; scalarla in centro dove è incisa da una fessurina (IV) uscendo a sinistra. Rimanere sempre sul tagliente scabroso ma non difficile fino ai piedi di un piccolo strapiombo rossiccio, demarcato da un tettino ed un diedro; salire in spaccata sotto lo strapiombo ed uscire con un volteggio in alto a destra (IV+). Dopo una placca si prosegue su un tratto piano; il risalto successivo è formato da una sequenza di grosse lastre sovrapposte; le si attacca per una fessura (III) e si prosegue oltre un piccolo strapiombo; da un esile ed esposto pulpito ci si impegna su una placca di 5 metri assolutamente liscia (IV+, 1 ch.). La cresta ora diventa meno affilata; proseguire (II, III) fino contro un torrione spaccato da una fessura, seguirla (IV+, IV) uscendo per un diedrino più semplice. Di seguito contornare una torre a sinistra giungendo ad un colletto; spostarsi a destra su rocce instabili, poi lungo un sistema di fessurazioni pervenire ad una specie di grotta (III+). Scalare un muro di colore giallo (IV) o penetrare nella grotta percorrendo uno stretto cunicolo di quasi 10 metri ricollegandosi al vertice del salto. Continuare sul lato sinistro della cresta, raggiungendo la Punta Sud m. 3.308 (croce) per un canalino friabile e delicato (III) – (ore 6,45 – dal Colle Bardoney ore 9,30).
Discesa: più possibilità.
a)Dalla croce, lungo la cresta Sud-Est, scendere prima per una vaga traccia di sentiero, poi per facili saltini rocciosi; giunti sopra un salto che dà su un orrido canale, scendere verso Est (sinistra) per una ripida paretina di 40 metri sul versante di Campiglia (corda doppia); proseguire poi per cresta, aggirando le principali dentellature sul versante di Campiglia, fino a raggiungere lo stretto intaglio del Colle della Cadrega.
b)Perdere quota sulla cresta Nord e poi sul versante di Campiglia, in totale per un centinaio di metri fino ad un intaglio tra le due vette; a questo punto due soluzioni:
b1) scendere lo scabroso canalone Est (rocce molto instabili – pericoloso) che porta ai nevai e ghiaioni alla sua base; divallare per questi tenendosi a destra fino ad incontrare i resti del sentiero di caccia che porta alla base di un pendio di massi accatastati (corde fisse) che porta al Colle della Cadrega;
b2) Risalire la facile crestina che porta alla Punta Nord m. 3.274, continuare a scendere verso nord per rocce frammiste a neve, fino ad un vasto tavolato dove convergono la cresta ovest, la cresta nord e la cresta nord-est (Acque Rosse). A questo punto:
c) Per scendere verso Cogne, abbassarsi lungo la cresta ovest (massi accatastati, alcuni brevi saltini, ometti) fino a giungere sui nevai (Gh. Lavina), spostarsi verso destra per seguire un canalone morenico ed in seguito erboso che, ripido ma facile, riconduce verso l’Alpe Bardoney;
d) Per scendere verso Tressi, abbassarsi lungo la cresta nord-est puntando ad un grosso ometto ben visibile, raggiungibile senza grosse difficoltà; continuare per la cresta che si assottiglia disarrampicando su paretine con fessure varie fino a giungere ad una trentina di metri al di sopra del Colle di Acque Rosse dove la cresta diventa alquanto affilata ed aerea; con una doppia (lato destro, Sud-Est) scendere sul nevaio; attraversare i tratti di nevaio ed i ghiaioni con discesa diagonale fino ad incontrare i resti del sentiero di caccia che porta alla base di un pendio di massi accatastati (corde fisse) che porta al Colle della Cadrega (questo percorso appare il più sicuro in assoluto per scendere dalla vetta al Colle).
Dal Colle della Cadrega scendere (Sud) la prima balza erbosa molto ripida verso un ripiano di grossi massi; spostarsi leggermente a destra ed incontrare i resti di un’antica postazione di caccia; scendere nel valloncello tra combe erbose e massi fino ad un ripiano; tenersi leggermente a sinistra e scendere su costole erbose fino ad individuare in basso i tetti dell’Alpe Lavina Grossa e raggiungerla su terreno alquanto ripido. Dall’Alpe tracce di sentiero con tacche conducono a destra attraversando con noioso saliscendi la testata del vallone fino all’Alpe Lavinetta posta a valle del bivacco P.M.Davito e ripercorrendo in discesa il sentiero di accesso si giunge a Tressi.
Si ritiene sia possibile poter scendere direttamente nel vallone dall’Alpe Lavina Grossa, perdendo quota tenendosi a sinistra su ripidi pendii erbosi fino ad incontrare una fascia di lariceto soprastante alle Grange Brenvei e da queste al sentiero di fondovalle.
- Cartografia:
- IGC, 1/50.000 n. 3
- Bibliografia:
- G.C.Grassi - Gr.Paradiso e V.di Lanzo - Zanichelli