I Picos de Mampodre versano le loro acque nel Porma e nel Esla.
Le loro vette sono tra le più alte e più belle di tutta la regione Leon.
Nonostante non superino i 2.200 metri presentano caratteristiche di altre montagne molto più elevate.
Cime di MAMPODRE
Queste montagne sono note come Massiccio del Mampodre , anche se nessuna delle loro cime porta questo nome.
Il massiccio Mampodre si trova a capo di due valli che drenano le sue acque: il fiume Esla da Marana e Acebedo e il Porma da Redipollos e Cofiñal.
Si compone di sei principali vette tra cuisi trovano alcuni dei migliori esempi dei residui glaciali della Spagna.
La più alta è la Peña La Cruz (2196m.). A SE la Peña El Convento (2156m.), dietro la quale si nasconde il Pico Cervunal (2173m.), conosciuto anche da alcuni come Valcerrao. La chiusura del circo è costituito dal Mediodia (2181m.) e alla fine dal Vajarto (2046m.). A ovest del Cervunal e al di fuori della cresta che forma il circo glaciale del Mampodre, si trova la bella cima di Polinosa (2160m.).
Per cercare di conoscere un luogo non dovremmo mai dimenticare la sua storia.
Nel caso di queste montagne il motivo è ancora più potente perché siamo alle origini della storia ispanica.
Le vette del Mampodre fanno confine tra due regioni del nord, la Cantabria, che occupa la terra a est di Esla e Sella, e Asturia ad Ovest.
Quando i Romani nella loro spinta espansionista tentarono la conquista della penisola iberica, arrivarono alla Cordigliera Cantabrica.
La resistenza continua di queste popolazionia Roma è stato narrata dai cronist di allorai e fece sì che lo stesso Augusto imperatore romano nel corso dell’anno 27 aC venne qui per cercare di concludere la conquista.
Nell’anno 26 aC sconfisse i Cantabri nella battaglia di Bergera, che alcuni autori individuano in Valberg (Burón), vicino Mampodre e Riano.
Il Cántabri sconfitti si ritirarono al Monte Vindio (Picos de Europa).
I romani assediarono il Vindio passando attraverso le valli del Cares, Duje e Dobra e persino a Nueva de Llanes per attraversare le montagne del Cuera per completare l’assedio.
La maggior parte dei Cántabri morirono e Augusto, malato, si ritirò a Tarragona e le legioni ai quartieri d’inverno in Tierra de Campos, in preparazione della campagna contro gli Asturiani.Costoro prima di essere attaccati, lanciarono un’offensiva contro i Romani nella primavera del 25 a.C, ma vennero traditi dai Brigecinos che misero sull’avviso i Romani e furono sopraffatti definitivamente a Lancia, nei pressi di León.
Augusto torna a Roma nel 24 aC,e ne approfittano le Asturie e la Cantabria per ribellarsi.
La repressione si concretizza con l’incendio,il saccheggio romano e la mutilazione delle mani dei loro nemici.
Nel 22 aC è ancora una volta rivolta nelle Asturie e Cantabria contro i legati Romani C. Furnio e Carisio, che devono ricorrere alla battaglia di Monte Medulio.
I Cantabria, esausti, per evitare di cadere schiavi, sono costretti al suicidio di massa con il veleno dei semi della loro pianta magica , il Tejo.
L’anno 19 aC, i sopravvissuti Cantabri che erano stati venduti come schiavi e portati fuori dalla regione, uccidono i loro proprietari e tornano in Cantabria.
I soldati romani, stanchi della guerra, giudicano i Cántabri invincibili.
In fine, il legato Agrippa con azione estremamente energica e radicale, attua una repressione cruentissima,e decide di sterminare tutti i nemici in età di soldati, completando la conquista dei popoli che occupavano l’attuale provincia settentrionale di Leon.
Come visto, i Romani utilizzarono l’amputazione delle mani come strumento di punizione per gli Asturiani ed i Cántabri in modo che non potesse tornare a prendere la spada.
Nella leggenda e nel mito risulta che questi valorosi guerrieri subirono la repressione crudele proprio in questi luoghi, come testimoniato dai nomi delle montagne : Mampodre = Manus putres, mani tagliate.
COME ARRIVARE: Dal Boñar raggiungere e seguire la strada del passo di San Isidro, al confine con il lago Porma a Puebla de Lillo. Una volta lì svoltare a destra da Cofiñal per il Puerto de los Señales e Puerto de Tarna, dove si gira a destra, senza entrare nelle Asturie, e poco prima di raggiungere Acebedo prendere la strada a destra rche porta a Maraña. Un totale di 94 km. da Leon.
La salita alla Punta della Croce (2.196 m) da Maraña seguendo il torrente e la valle di Valverde, che ruota il suo orientamento per finire bruscamente a sud-est.
A metà strada della valle si piega a sinistra per vincere un passo e per l’ampio pendio a N-NO si raggiunge la cima, al termine di un ripido pendio.
Il tempo necessario è di circa 2 ore e mezza e lil dislivello è 907 metri.
Salita diretta alla Peña La Cruz (2196m.)
E ‘il punto più alto del massiccio.
La sua ascensione costituisce una gita di un giorno con partenza ideale da Maraña.
Si segue il percorsoper la sorgente Fuentona da Maraña, per entrare in una valle conosciuta come el Canalizo.Si raggiunge infine una lunga cresta che la separa dalla Valle de Valverde e si conquista la cima in circa 2 ore, con un dislivello di 943 m.
Traversata integrale del Massiccio di Mampodre
Un bel modo per vedere il Mampodre intero è l’integrale delle principali cime in un giorno.
Si deve essere fisicamente in forma ed in grado di superare passaggi aerei e terreno accidentato.
È possibile iniziare il percorso a est o a ovest.
Dalla cima de La Cruz (raggiunta come già indicato) si attraversa la cresta rocciosa fino al Collado de Valverde,raggiungendo il Convento e il Cervunal in circa 45 minuti.
Da questa vetta si può proseguire verso Occidente e raggiungere la Polinosa e poi tornare allo stesso punto in altri 45 minuti.
Del Cervunal salire al Mediodia in 45 minuti, seguendo la cresta verso il PicoVajarto in 40 minuti e scendere a Maraña in poco più di mezz’ora.
Un totale di circa 5 ore e mezza per visitare le sei cime che compongono il circo di Mampodre.