
Da Ferrera si percorre verso monte la strada provinciale per circa un chilometro, fino ad incontrare sulla destra un torrentello, base di partenza del nostro itinerario (quota 740 mt. circa). Alcuni gradini in pietra permettono di superare il ciglio stradale (cartello indicatore 579).
Questo percorso è molto ripido sin dall’inizio. Si snoda nella sua prima parte, sino all’Alpe Giavina Lunga (928 mt.), sul lato idrografico destro del rio, transitando all’interno di un bosco. Attualmente l’alpeggio mostra una sola baita ancora intatta mentre le restanti sono dirute.
Dopo l’alpe il sentiero sale con brevi tornanti spostandosi a sinistra entro un brullo canalone invaso da un’estesa pietraia (giavina), finché giunge nei pressi di un caratteristico e annoso faggio. Si prosegue ora a fianco delle pareti di Cima Turrio per breve tratto.
Percorse alcune centinaia di metri si rientra all’interno del canalone salendo ancora zigzagando, indi si attraversa verso destra fino ad una facile crestina rocciosa che occorre salire per una ventina di metri, tanto da permettere di uscire nella parte terminale di un contiguo canalino preludente ad una sella che si affaccia alla Valbella (quota 1491 mt).
Ora all’interno della Valbella, nell’avvallamneto percorso dal Rio Grande, si attraversa diagonalmente sotto Cima Turrio e si entra in un altro canalone erboso con pochi stentati alberi.
Nei pressi di alcuni larici si nota un’antica vasca – abbeveratoio per il bestiame. Dopo aver disegnato alcuni tornanti, il sentiero perviene sulla spalla ovest di Cima Kaval preludente alla diroccata e abbandonata Alpe Variolo, andando a innestarsi sul Sentiero Naturalistico del Gruppo Camosci proveniente da Gula di Cravagliana portante il n. 578.
La zona è panoramicissima: lo sguardo può spaziare su Rimella, Cervatto, diverse frazioni di Fobello e su tutta l’alta Val Mastallone, e verso valle, fino alla bassa Valsesia. Da qui il sentiero 578 segue la dorsale a dx fino ad incrociare un bivio che sempre sulla dx attraversa per un lungo tratto in diagonale le pendici della Cima Kaval.
Questo traverso (pericoloso in caso di ghiaccio o neve) porta alla Bocchetta delle Secchie o d’Em’ra.
Per la salita al Kaval, poco prima di arrivare alla bocchetta, puntare la parete sud della cima e tra prati e roccette portarsi o direttamente in vetta o su una delle punte limitrofe e poi per facile cresta in vetta, segnata da punto trigonometrico IGM.
- Cartografia:
- IGM n° 10 - 1:50.000
- Bibliografia:
- Cai Varallo
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