La via percorre un sistema ininterrotto di camini e di fessure che, dal punto più basso della parete, si alza in obliquo fino alla base dell’aereo pilastro che fa da angolo alla struttura, proseguendo poi in verticale a sx dello stesso.
In particolare, nella prima parte si segue un largo canale-camino obliquo, salendo per lo più lungo il suo margine dx, dove le rocce sono più solide e abbattute; nella seconda parte, invece, l’arrampicata diventa più verticale e sostenuta, ma si svolge all’interno di diedri e camini ben chiusi, con fessure che si prestano alla chiodatura e alla posa di protezioni veloci.
La via è attrezzata soltanto con alcuni chiodi da fessura, ma è possibile sfruttare alcune soste con catena e anello di calata poste al servizio di altre vie.
Rientro a piedi sull’opposto versante, traversando per dolci pendii di roccia scolpita che si abbassano in direzione della sella di Scala e Pradu; da qui si riprende a scendere sulla strada sterrata già utilizzata per l’avvicinamento.
Di qui occorre uscire in direzione opposta alla strada, per traversare sotto la punta Carabidda (prima) e sotto la Punta Ortu Camminu (poi) e giungere così alla base della Punta Jacu Ruju, dove attacca la via.
S'inizia superando il muretto di roccia che chiude la curva, per raggiungere il colletto a monte del “birillo”. Si attraversa quindi un primo canalino di detriti, in direzione di uno spigoletto che sporge sopra una pianta di leccio (ometto).
Aggirato lo spigoletto (con passi facili ma un po’ esposti) si traversa sotto un caratteristico specchio di roccia, per raggiungere e risalire un ghiaione, verso una crestina di rocce a monte di un isolato pinnacolo (ometti).
Di qui, sempre verso monte, si trova una vaga cengetta, che deposita all’attaccatura di un secondo canalino di detriti. Con breve discesa sull’opposta sponda del canale, si aggira quindi uno spigoletto, oltre il quale si torna a salire in diagonale (traversando ora su placche di roccia più compatta) in direzione di un grosso albero abbattuto; da qui si sale ancora puntando al primo evidente intaglio che incide la ben marcata cresta che chiude la parete Ovest della Punta Ortu Camminu. Raggiunta la base dell’intaglio in prossimità di una solida quercia, se ne raggiunge la sommità con breve arrampicata all’interno di un canalino (II; 10 metri circa).
Dalla sommità dell’intaglio, la vista spazia sulla successiva bastionata della Punta Jacu Ruju, e sui sottostanti profondi canaloni, che confluiscono in una specie di imbuto proprio sopra l’abitato di Oliena.
Si scende allora sulla verticale dell’intaglio seguendo una serie di rocce a favor di passo, fino a quando una vaga cengetta consente di tagliare a monte, a prendere un primo canalone che si attraversa restando in quota. Raggiunto e risalito l’opposto pendio verso sx, si scende in un più stretto canale di rocce rossastre, che scende da un profondo anfiteatro che separa la Punta Jacu Ruju dalla pareti settentrionali della Punta Ortu Camminu. Quest’ultimo canale si risale quanto basta per guadagnare l’estremità di un’ampia ma poco definita cengia, che delimita lo zoccolo della Punta Jacu Ruju. La cengia si percorre da dx verso sx, fino alla radice di un evidente canale-camino obliquo, dove attacca la via.
L1 (30m.)
Si entra nel camino obliquo da dx verso sx, fin sotto una prima strozzatura. Superata la strozzatura (III+; varie possibilità per protezioni veloci) si esce dal camino guadagnando rocce più abbattute oltre il suo margine dx. Si prosegue quindi sulle rocce a dx del camino, fino a rientrare sopra una seconda strozzatura con passo un po’ esposto, in vista di una profonda nicchia di sosta occupata da una solida pianta leccio (II e III; sosta da attrezzare su albero).
L2 (30m.)
Dalla sosta si prosegue per qualche metro all’interno del canale-camino, fino a quando torna comodo ritornare sul margine dx, che si segue fino ad un panoramico pulpito di sosta (II e III; varie possibilità per protezioni veloci; sosta su comoda catena con anello di calata).
L3 (40m.)
Si prosegue sulle rocce a dx del camino fino a quando la qualità della roccia comincia a peggiorare e il camino-canale si stringe; conviene allora spostarsi all’interno, dove si vince una bella strozzatura, prima di uscire nuovamente verso dx, per guadagnare un secondo panoramico pulpito (II e III; varie possibilità per protezioni veloci e una clessidra con vecchio cordino sul pulpito). Di qui si può proseguire fino alla sommità del camino per raggiungere una pianta di leccio che lo chiude definitivamente (sosta un po’ angusta da attrezzare su albero, ma con vista sul compagno); oppure si può aggirare da subito il margine del canale verso dx, per prendere una più comoda cengia posta alla radice dell’aereo pilastro che fa da angolo alla parete (sosta su spit con comodo mancorrente di metallo, ma senza contatto visivo con il compagno).
L4 (20m.)
Si sale all’interno di un diedro abbattuto, proseguendo poi per bella fessura verticale che, dopo pochi metri, si stacca sulla sua faccia sx (IV+; 1 ch. alla base della fessura; possibilità di ottimi friends). Raggiunto un primo gradino alla base di un diedrino cieco, si sale ad un secondo gradino oltre il suo margine sx, con passo esposto (IV+; 1 ch.). Di qui si aggira lo spigolo della struttura con un secondo passo esposto, afferrando uno spuntone sempre verso sx (IV; possibilità di buoni friends). Oltre lo spuntone è possibile sostare su terrazzino (spit collegati da cordino) oppure proseguire per pochi metri fino al termine dello spigolo, poco a sx dell’evidente camino verticale dove prosegue la via (sosta da attrezzare su 2 ch.).
L5 (25m.)
Si raggiunge la base del camino verticale all’interno di una specie di nicchia, dove si trova un alberello di leccio che si protende sotto un tettino. Vinto il passo strapiombante, si prosegue lungo la fessura sul fondo del camino (V poi IV; 2 ch.); al termine, il camino di apre a formare un diedro verticale e delicato, chiuso in alto da blocchi sporgenti; si sosta al termine del diedro oltre i blocchi sporgenti, dove il camino si richiude (IV poi V+; 3 ch. e varie possibilità di protezioni veloci; sosta da attrezzare su 2 ch. sul lato sx, alla base del successivo camino).
L6 (20m.)
Si riprende a salire all’interno del camino, che si stringe progressivamente, fin sotto un masso incastrato (IV e IV+; 2 ch.). Superato il masso incastrato, il camino forma una nicchia piuttosto profonda, dove conviene sostare (sosta da attrezzare su 2 ch. sul lato dx della nicchia).
L7 (35m.)
Si prosegue ora sfruttando le rocce maggiormente abbattute sul margine sx del camino, rientrando poi sotto una strozzatura chiusa in alto da fastidiosi arbusti (IV poi III; 1 ch.). Superato il passaggio vegetale (J1 della scala “jungle”) invece di proseguire all’interno del camino (che diventa profondo e ingombro di blocchi piuttosto repulsivi) si esce di nuovo verso sx, aggirando il margine della struttura; con un breve traverso, si giunge così sotto un canale laterale al camino, su un comodo terrazzino, dove è anche possibile attrezzare una sosta intermedia. In ogni caso, si prosegue superando un bel diedrino verticale (IV+; proteggibile con buoni friends) che da accesso a un più facile canale obliquo verso sx, che esce in vetta in corrispondenza di un solido spuntone (III poi II; sosta su spit collegati da cordino, sul lato sx dello spuntone).
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