Questo itinerario è una alternativa, più lungo, rispetto a quello che dalle Grange Collet conduce al Passo delle Terre Nere, ma con meno difficoltà.
In caso di neve sul percorso (a inizio stagione o in autunno) il canale di salita dopo il lago presenta pendenze fino a 40°, necessari piccozza e ramponi.
Nel periodo estivo non si trova acqua sul percorso (eccetto quella dei laghi e una fonte da verificare al Bivacco Barenghi).
Dai parcheggi della Piana di Stroppia si incontra la bacheca del Sentiero Dino Icardi, che inizia subito a salire nel rado bosco in direzione ovest, per poi uscire su pendii più aperti. Si sale sempre a serpentine, talvolta con fondo ghiaioso, per portarsi a ridosso delle pareti dove a inizio stagione precipitano le cascate di Stroppia. Superata una prima balza ci si sposta verso sinistra superando un ponte di legno, e quindi si riprende a salire per ghiaioni e terriccio, raggiungendo un pianoro al di sotto della parete rocciosa che sorregge il bivacco Stroppia. Con fatica si risale il sentiero fino a giungere contro la parete rocciosa, quindi si inizia a percorrere un tratto di sentiero scavato tra la roccia, un po’ aereo ma senza problemi in assenza di neve o ghiaccio. Occorre comunque attenzione per evitare di far cadere sassi su altri escursionisti sottostanti. Un traverso pianeggiante su una cengia attrezzata con corda fissa, conduce al bivacco Stroppia (chiuso, occorre chiedere le chiavi al campeggio).
Si prosegue sul sentiero sempre molto ben evidente, che prosegue a sinistra del bivacco, per poi infilarsi nel lungo vallone alla destra della Rocca Bianca. Si lascia in basso a destra il lago di della Niera (asciutto a fine stagione) proseguendo sempre in direzione ovest, tralasciando le diramazioni secondarie di sinistra (sentiero Roberto Cavallero, la Forcellina). L’attraversamento del vallone è piuttosto dolce e presenta qualche breve saliscendi, che allunga un po’ i tempi di percorrenza; per contro il sentiero è ottimo e si snoda tra tappeti erbosi e rocce biancastre. Al termine della parte pianeggiante, si piega decisamente a sinistra, percorrendo la prosecuzione del vallone che transita sotto le impressionanti pareti del Buc de Nubiera e del Brec de Chambeyron. La salita riprende più decisa, fino ad incontrare il sentiero Roberto Cavallero, che in questo tratto si affianca al Dino Icardi. Con una serie di serpentine si arriva ad un ripiano che si affaccia sul bellissimo Lago Vallonasso e con una breve deviazione a destra, si può raggiungere il bel bivacco Barenghi. Si prosegue sul sentiero ormai in vista dell’evidente Col de Gippiera, che si guadagna salendo un ripido pendio di terra e sfasciumi, un po’ faticoso, fino al colle 2948 m
Dal col Gippiera si hanno due possibilità:
A – più breve, è di continuare a destra seguendo il sentiero Roberto Cavallero (segnavia rosso-blu) che si mantiene a mezza costa tagliando le pendici ovest della Tete de la Frema, ad inizio stagione in questo tratto si incontrano nevai che potrebbero richiedere i ramponi. Il sentiero punta al Passo delle Terre Nere, posto alla base della cresta sud-est della Tete de l’Homme. Raggiunto il passo 3042 m, si individua una traccia che traversa alcune placconate rocciose con andamento ascendente, fino a incontrare la traccia che risale il pendio-canalone di sfasciumi che porterà al colletto sotto la vetta.
B-più lungo, si scende al sottostante bellissimo Lago dei Nove Colori 2841 m perdendo circa 70 m di dislivello per poi costeggiarlo sul dosso erboso a sinistra, portandosi nel valloncello racchiuso tra l’Aiguille de Chambeyron e la Tete de l’Homme alla testata. Seguendo vaghe tracce e qualche ometto, cercando di restare sui dossi dove il terreno è meno pietroso, si punta alla pietraia alla base del pendio di salita, che da lontano sembra molto ripido e di difficile accesso, in realtà pur essendo ripido è molto meno peggio di quel che sembra. Si inizia a salire faticosamente tra ghiaia e terriccio, puntando leggermente a sinistra per portarsi al di sotto di una bastionata rocciosa, dove la traccia di sentiero risulta più marcata, ed è presente anche qualche segnavia di vernice giallo. Si sale questa sorta di terrazzo detritico in ascesa da sinistra a destra, finchè a circa 2/3 del pendio si notano alcuni ometti provenire da destra, non vanno seguiti in quanto conducono al passo delle Terre Nere. Si deve invece salire in linea pressochè verticale, su terreno molto ripido e faticoso, finchè negli ultimi metri prima del colletto sulla cresta il terreno diventa un po’ più solido.
Dal colletto si vede già la cima che dista 50 m di dislivello; in condizioni di terreno privo di neve, si nota una comoda traccia di sentiero che si mantiene sul versante nord alcuni metri sotto cresta per evitare alcuni passaggi rocciosi, quindi si inerpica verso le placche rocciose appena sotto la vetta, che non presentano particolari problemi.
Discesa dal versante di salita, oppure seguendo il sentiero Roberto Cavallero, si può scendere nel vallone dell’Infernetto e quindi alla Piana di Stroppia (o alle Grange Collet se si ha una seconda auto).
- Cartografia:
- Fraternali 1:25000 n.11 Alta Val Maira