Al dislivello del primo giorno occorre aggiungere 170m di saliscendi (da rifare al ritorno) e a quello della salita alla vetta 45m (da rifare se si ripassa al rifugio).
Una salita con sapore d’altri tempi su una montagna splendida e severa che nulla regala. Il percorso è molto lungo, il ritorno dalla via normale, salvo condizioni veramente ottimali è pericoloso, pertanto è normalmente necessario percorrere la cresta interamente anche in discesa. Il ghiacciaio è molto crepacciato.
Partenza dalla diga (q.1980) e si passa vicino al Rif. Prayarer (q.2005), per sentiero di fondovalle (segnavia n. 10) si attraversano pianori erbosi e si sale a sinistra in un bosco di larici secolari (l’attraversamento del Torrente del Broulè con molta acqua può essere problematico, in tal caso è preferibile attraversare il torrente principale su un ponte poco a valle dello stesso e riattraversarlo sul ponte successivo, in corrispondenza del bivio per l’Alpe Bella Tsa). Dopo un lungo traverso con sali e scendi (q.2200), il sentiero riprende in piano per attraversare una zona di massi e erba, finito il piano, un tratto ripido (q.2500) conduce ad un ultimo pianoro alla base delle morene.
Attualmente (2018) nell’ultima parte del percorso di accesso al rifugio il sentiero “ufficiale”, ben segnalato con tacche gialle, risale la morena sul versante sinistro orografico. Il vecchio sentiero che saliva sulla destra orografica per poi traversare all’altezza del rifugio (un tempo sulla parte pianeggiante del ghiacciaio sotto alla seraccata che ora termina molto più in alto, in seguito con tratti attrezzati sulle rocce montonate) è ancora percorribile ma le catene sono arrugginite, alcuni ancoraggi sono venuti via e alcuni gradini di metallo sono piegati o instabili: prestare attenzione!
Dal Rif. Aosta si ridiscende brevemente e ci si dirige verso Est per sentiero sulle morene e si raggiunge la parte piu’ settentrionale del Ghiacciaio delle Gran Murailles , ci si inoltra su questo, si aggira a sinistra una complicata zona di crepacci per sbucare in un pianoro, si attraversa e ci si porta a sinistra in direzione del colle di Tiefmatten est abbandonando la traccia che continua per arrivare alla spalla o per la salita della via normale.
La salita al colle si svolge per un ripido canale di roccia friabile (caduta pietre) alto una sessantina di metri, con l’ausilio di un’ottima catena che dalla crepaccia terminale conduce fino sul filo della cresta superando brevi risalti verticali. Il tratto iniziale di cresta presenta roccia buona e divertente arrampicata con tratti esposti e qualche aggiramento per lo più sul versante svizzero fino a quota 3700 (presenti alcuni chiodi e cordini). Successivamente si risale un bel pendio glaciale via via più ripido, per terminare su terreno misto (evidenti fittoni inox, molto comodi per l’assicurazione) fino a un piccolo intaglio, da cui un ultimo tratto su cresta aerea conduce in vetta.
Discesa: dalla via di salita, possibili calate in doppia sulla parte alta del pendio nevoso se ghiacciato, dai torrioni più impegnativi della cresta e nel canale sotto il colle.
Le possibili doppie alla fine della cresta Tiefenmatten (prima del ripido pendio glaciale che conduce alla aerea ed esposta cresta finale ) che possono essere utilizzate sia in caso di ritirata sia per il rientro evitando di dover disarrampicare la cresta Tiefenmatten; Importante solo ricordare che la seconda calata e’ di 10 metri (mentre le altre quasi 30) poi arrivi a tutte le catene successive senza problemi. (con corda da 60 metri)
- Cartografia:
- cartina IGC