
La Cima del Grostè è la cima più settentrionale della parte centrale del gruppo di Brenta. Si presenta come un tozzo massiccio, la cui sommità è costituita da un grande tavolato leggermente inclinato verso nord. A sud-ovest esso precipita con una bella parete sulla conca ghiaiosa della vedretta di Vallesinella inferiore. A est e a nord degrada con risalti e gradoni rocciosi intervallati da cenge detritiche, che si raccordano con l'ampia insellatura del passo del Grostè (2442 m) e con le terrazze che dominano la valle di Santa Maria Flavona. Su di esse passa il sentiero attrezzato "Benini", che verso sud prosegue nella via delle Bocchette.
Verso sud la dorsale principale del gruppo prosegue con una cresta frastagliata che culmina nella cima Falkner (2999 m).
Verso nord, oltre il passo del Grostè, si estende la selvaggia parte settentrionale del gruppo. Al di là della valle di Santa Maria Flavona si staglia il solitario sottogruppo della Campa, estrema propaggine orientale del Brenta
L’arrampicata per la Via Normale alla Cima Grostè prevede la salita alla vetta in un giorno. E' l’itinerario ideale per chi vuole provare per la prima volta la bellezza dell’arrampicata in ambiente dolomitico e godere dalla spettacolare vista a 360° che spazia dal gruppo Adamello-Presanella, al Cevedale al gruppo di Brenta.
La Via Normale di Cima Grostè permetterà, in poco meno di due ore, di raggiungere la vetta più imponente del gruppo, anche se non la più alta
L’itinerario parte dal Passo Campo Carlo Magno a Madonna di Campiglio (località Fortini) e, raggiunto il Passo del Grostè, a quota 2.438 m s.l.m., usufruendo degli impianti di risalita.Dal valico, dove sorgono numerose stazioni di arrivo di impianti, compresa quella delle telecabine da Campo Carlo Magno, con il riattato Rifugio Stoppani (a sinistra, a ridosso della cresta che sale alla Pietra Grande) ci si dirige verso sud.
Dal Passo del Grostè (2432 m, h 0,30), comunque, si segue il filo del valico verso destra, con belle vedute sui ghiacciai della Presanella e sulle incredibili lastronate che, dall’altra parte, degradano dolcemente il Val Flavona. Raggiunto un grosso ometto, si scende in una piccola conca erbosa e, risalito un corto canalino (tracce), si esce sulle colate detritiche basali della Cima del Grostè. Da destra arriva il sentierino d’accesso: cartelli e scritte indicano l’inizio del Sentiero “Alfredo Benini” (2562 m, h 1,00). Il tracciato sale diagonalmente verso sinistra la pietraia, iniziando l’ampio aggiramento della massiccia Cima del Grostè: dopo poco, si incontra un bivio con cartello. Il sentiero attrezzato prosegue a sinistra, per la Cima del Grostè, invece, si risalgono direttamente i pendii detritici, con alcune facili roccette, seguendo ometti e segni rossi: raggiunta la base di un salto, si taglia decisamente a sinistra, per una esposta cengia, per poi risalire verso destra fino all’imbocco di un tetro canale-camino, formato da una quinta di roccia staccata dalla parete. Si risale il camino, con alcuni passi facili ma non banali (II-° grado) fino ad uscirne a sinistra. Ci si ritrova sulla vasta terrazza ghiaiosa che attraversa il versante Nord della cima, ben visibile anche dal basso. Si prosegue facilmente lungo la terrazza ghiaiosa verso sinistra, in leggera salita (attenzione ad eventuali lingue di neve dura), poi gli ometti ed i segni guidano nuovamente in alto, verso la fascia rocciosa superiore, in corrispondenza di un corto canalino che la incide diagonalmente. Risalito il facile canalino (I°-), si esce su una forcellina oramai sulla cresta principale. Procedendo verso sinistra, per dossi detritici, si raggiunge in breve la larga cima, dove sorge una caratteristica croce (2901 m, h 1,00 dal bivio). Fantastico panorama a giro d’orizzonte, dai ghiacciai dell’Adamello-Presanella a tutti i principali gruppi dolomitici. Vicinissima, incombe la grande parete di Cima Falkner, mentre dietro appare la muraglia incappucciata di ghiaccio di Cima Brenta.
Dalla cima si ritorna indietro per pochi metri, fino all’imbocco di un sentierino (ometti e segni rossi) che scende arditamente per un ripidissimo pendio detritico in direzione di una sottostante, evidente sella ghiaiosa. All’inizio la traccia si snoda abbastanza comoda, con stretti tornanti, poi va a prendere un canalino roccioso, diagonale da sinistra a destra, che presto diventa camino. Le difficoltà tecniche in sè non sono elevate (30 m di I° grado), ma l’esposizione ed il fatto di essere in discesa raccomandano comunque estrema prudenza ed attenzione. Al termine del camino si traversa orizzontalmente in direzione dell’evidente insellatura (ancora un passo di I° grado nell’attraversamento di un canalino), che si raggiunge velocemente (h 0,20). Da qui si scende a destra, lungo un franoso canale detritico (tracce, ma attenzione a non staccare pietre: sotto transita il Sentiero Benini!) fino a raggiungere il Sentiero Benini nei pressi dell’insellatura della Bocchetta dei Camosci (2774 m, h 0,30 dalla cima).Per tornare al passo del Grostè,si può proseguire lungo il Sentiero Benini che, con ampio traversone, aggira completamente il basamento della cima e, per una facile ma esposta cengia, raggiunge dall’altra parte il valico e gli impianti funiviari (h 1,00 dalla cima)
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