La prima sezione della scalata ruota su un obbligatorio di IV+, vi sono pero' tratti assolutamente non banali di V+ ( probabilmente il 3° tiro è il piu' sostenuto) dove una saggia presenza di spit permette di superare i passaggi in sicurezza.
La seconda sezione di scalata che conduce in vetta presenta difficoltà di II e III ( un passaggio di IV) completamente da proteggere ed in alcuni punti abbastanza aerei.
La discesa è delicata, e oltre alle doppie tenere presente che sovente si cammina su pietraie e terreno insidioso.
Raggiunto il valico per l'uno o per l'altro canale, per facile cresta pianeggiante ci si sposta verso nord puntando alla base della parete meridionale del Gross Furkahorn.
Muovendosi tra grossi macigni granitici si sale a sinistra rimontando il vago crestone (ometti) sino ad un grosso ometto di sassi su un pulpito panoramico. Deviare quindi leggermente a destra e, per rocce un po' più impegnative, rimontare gli ultimi metri raggiungendo un terrazzino alla base di un diedro fessurato dove inizia la via (spit).
Riporto ottima e dettagliata descrizione del sito ” i Rubagalline”
1° tiro:
Si risale il diedro su roccia ottima e ben appigliata. Al termine si esce con un passaggio in Dulfer in po’ più impegnativo per andare a raggiungere una comoda sosta a spit. 30 m, 4b, 5b il passaggio in Dulfer, 6 spit.
2° tiro:
Rimontare a destra della sosta per grossi blocchi. Da qui proseguire verso lo spigolo puntando all’evidente placca solcata da due fessure verticali. Sosta a spit. 25 m, 3a, 1 spit.
3° tiro:
Risalire la placca sopra la sosta sfruttando le fessure che la solcano. Superare una seconda placca meno impegnativa sulla quale si traversa a sinistra con subito dopo l’ultimo spit. Da qui per rocce più facili fino a sostare su un comodo terrazzo con sosta spit. 30 m, 5c o 4b/A0, 6 spit.
4° tiro:
Aggirare a destra il pilastrino sovrastante la sosta e per cengia orizzontale raggiungere un anello cementato dove si sosta. 15 m, II°, 1 spit.
5° tiro:
Verticalmente dalla sosta per la bella placca fessurata al termine della quale ci si sposta a destra (verrebbe voglia di continuare per il pilastrino). E’ presente una scomoda sosta su placca che abbiamo superato per proseguire attraverso lo stretto camino orizzontale formato da una grande lama staccata dalla parete. Superato il camino ignorare il chiodo con cordino in alto a sinistra e rinviare sullo spit un paio di metri più a destra. Risalire verticalmente un paio di metri per guadagnare un terrazzo con sosta (1 chiodo e 1 spit). 50 m, 4c, 6 spit e 1 sosta intermedia.
6° tiro:
Proseguire sulla cengia verso destra per andare a sostare alla base della placca verticale. 25 m, un passo di III°, nessuna protezione intermedia.
7° tiro:
Superare un primo muro verticale con passo atletico. Traversare leggermente a sinistra e riguadagnare il filo dello spigolo tornando sulla destra. Puntando alla base di una torre strapiombante si giunge alla sosta su spit attraverso più facile placca. 30 m, 5c o 4c/A0, 5 spit.
8° tiro:
Entrare nel caminetto subito a destra della sosta che porta su un’ampia terrazza. Attraversarla in piano per rimontare lo spigoletto oltre il quale si raggiunge una seconda terrazza un po’ inclinata con sosta a spit e anello di calata. 25 m, 4a, 1 spit.
Qui termina la parte di via moderna e attrezzata a spit. Ci si cala ora dall’anello cementato sul versante opposto per una decina scarsa di metri, senza abbandonare la doppia ci si sposta a sinistra (viso a monte) su una cengia fin sotto una sosta con catena e anello cementato. Questa sosta verrà utilizzata per la calata al ritorno dalla cresta, in alternativa di può interrompere la gita qui e procedere con le calate direttamente (tornando sul versante sud est).
Proseguiamo, invece, per la cengia in direzione nord, aggirando alla base la torre alla nostra destra. Si risale lungo al base della torre fino a una facile piccola sella dove si rimonta il filo della cresta. Da qui si deve seguire, per quanto possibile, il filo della cresta con passaggi da intuire anche se mai di difficoltà elevata, si procede in conserva con protezioni veloci. Appena avvistata la croce di vetta ci si trova sul lato sinistro della cresta e si deve riguadagnarne il filo con passaggi un po’ più impegnativi (III° , un pass IV) per poi scavalcarlo e procedere per massi incastrati sul fianco sinistro fino a un cordone di calata. Si ridiscende per pochi metri (meglio fare la doppia, massi instabili) e si rimonta con arrampicata elementare fino in vetta.
DISCESA:
Dalla sgangherata croce di vetta procedere ancora verso nord per pochi metri fino a un anello cementato aperto e una piastrina con mailon. Con una doppia da 25 m ci si cala verticalmente fino in prossimità di una sosta su cordoni che si può saltare per proseguire verso destra (viso a monte) in un canalino, fino a un’evidente traccia su cengia. seguendo la traccia si doppia con un passo di facile arrampicata uno spigolo con un cordone per la calata. Il canale è disarrampicabile (II°) o percorribile con doppia da 35 m. Al termine del canale di costeggia la parete tenendola sulla nostra sinistra fino ad arrivare a un primo canalone detritico. Tagliare in orizzontale (ometti) e ricongiungersi al percorso di andata. Al secondo canale detritico si risale brevemente fino alla sosta con anello cementato che si era già incontrata in precedenza.
Da questo anello calarsi (20 m) nel camino sul versante opposto fino a una cengia da cui, a piedi si raggiunge un secondo anello di calata. E’ anche possibile raggiungere il secondo anello direttamente con la doppia, in questo caso di 40 m. Dal secondo anello con doppia di 60 m (non un metro meno, ricordarsi i nodi) si giunge alla base della parete.
Da qui verso destra (viso a valle) si costeggia la parete per evidente traccia fino a tornare all’attacco della via da dove si percorre a ritroso il sentiero di salita.