Itinerario piuttosto lungo e faticoso se fatto in giornata (circa 20 km l’anello), consigliabile spezzarlo in due giorni pernottando all'ottimo Rifugio Vaccarone (15 posti). Il tratto dal Passo Clopaca al Rifugio Vaccarone, che dalla cartina sembrerebbe pianeggiante, presenta invece un susseguirsi di dossi e saliscendi, che lo rendono impegnativo e aumentano il dislivello della gita.
In presenza di neve indispensabili piccozza e ramponi, la parte finale dell'itinerario in queste condizioni non è banale.
Volendo compiere l'anello con traversata sul Col d'Ambin passando per il ghiacciaio del Niblè, occorrono i ramponi al seguito
E' consigliabile effettuare questa salita in corrispondenza di giornate terse (fine agosto-inizio settembre) per evitare le classiche nebbie della zona. Il tratto tra il Colle dell'Agnello e la cima, pur non essendo alpinistico, presenta alcuni passaggi che richiedono attenzione e l'abitudine a muoversi su terreni molto instabili.
Se si sceglie il percorso ad anello, effettuandolo in giornata è meglio salire dal Col d'Ambin e poi scendere dal Vaccarone, mentre su due giorni conviene fare il percorso come da descrizione.
Dal parcheggio nei pressi del ponte sul torrente Galambra, si prosegue lungo la sterrata a sinistra in salita, superando la Colonia Alpina Viberti, e dopo un breve tratto raggiungendo un bivio. Si continua a destra seguendo le indicazioni per Passo Clopaca e Rifugio Vaccarone, sentiero molto evidente e segnato con vernice gialla e recenti tacche bianco/rosse. La stradina termina in corrispondenza di un alpeggio, che va aggirato a destra (attenzione ai cani) e quindi si inizia a salire con numerose svolte nel bosco di larici. Quando il bosco si dirada si perviene ad una bella radura erbosa. Si continua sul sentiero verso sinistra, che ancora con numerosi tornanti risale un dosso di cespugli, passando nei pressi della fontana San Pietro e quindi sotto un caratteristico masso. Ora il sentiero, ex mulattiera militare, con estrema regolarità risale il costone erboso sotto il Passo Clopaca, con una infinità di lunghi traversi (qualche scorciatoia è possibile). Ormai in vista del passo, si tralascia la deviazione a sinistra per un sentiero di collegamento con il Col d’Ambin, e continuando a destra poco dopo si perviene al Passo Clopaca 2744 m (rudere militare) circa 2 h 30′.
Si apre ora davanti il vasto altopiano erboso che taglia le pendici del Monte Niblè e di Punta Ferrand, che si dovrà attraversare da sud a nord, sul sentiero perfettamente segnalato, che con numerosi e faticosi saliscendi, in un’altra ora, condurrà al Rifugio Vaccarone 2741 m, con a fianco il Bivacco Sandrin.
Si continua a sinistra del rifugio, perpendicolarmente ad esso, seguendo le indicazioni per il Colle dell’Agnello Nord e i segnavia gialli affiancati a quelli bianco/rossi; il colle è già visibile (è la terza depressione da sinistra). Il sentiero è molto bello e comodo fino ad un pianoro detritico a circa 2900 m, dove su un masso viene riportato il bivio Colle dell’Agnello-Col d’Ambin. Si continua sulla traccia di destra (qui terminano i segni bianco/rossi ma proseguono quelli gialli), sempre ben evidente e contrassegnata da ometti, che risale alcuni spalti rocciosi e poi attraversa una zona di grossi massi accatastati sotto la Punta dell’Agnello (tratto un po’ disagevole). Si attraversa il canalone detritico o nevoso, portandosi sotto la verticale del colle, e con una ripida rampa tra terriccio e sfasciumi lo si raggiunge, ometto 3090 m. Si piega ora a destra andando incontro alla cresta rocciosa, che si aggira subito sul versante francese, seguendo gli ometti che permettono di sfruttare alcune comode cengie, fino a che un breve canalino franoso riporta sull’ampia cresta detritica. Si torna ora sul versante italiano, risalendo il crestone fino ad imbattersi in una nuova fascia rocciosa di colore biancastro, che sbarra la strada. Anche qui gli ometti guidano sul percorso migliore, nuovamente sul lato francese, aggirando alla base i vari torrioni per terrazzi e cengie, si incontra un breve passaggio un po’ esposto e su roccia ricoperta da detrito, cautela (volendo è presente anche una traccia 30 m più sotto tra la pietraia per evitare questo passaggio).
Prima del penultimo torrione, la traccia risale un ripido canalino di rocce rotte e ghiaia, che riporta sul filo di cresta, in corrispondenza di alcuni grossi ometti. La marcia riprende comoda in direzione nord sull’ampia dorsale detritica, dalle varie colorazioni, finchè si giunge sull’anticima rossastra della Rocca d’Ambin a circa 3300 m. Qui proseguendo sulla cresta si arriverà alla non lontana Rocca d’Ambin, mentre per il Gros Muttet, bisogna scendere sul versante est, su facili ghiaioni e poi in una zona di pietrame per circa 100 m di dislivello, puntando all’ampia sella del Colle del Gros Muttet 3206 m.
Da qui su dolce pendio detritico si guadagna l’ampia cima 3243 m, non vi è alcun segno di passaggio o ometti ma il percorso è privo di difficoltà. L’unico ometto che si incontra (oltre a quello del colle) è posto poco sotto la cima sull’estremità della montagna che si affaccia sul sottostante Rifugio Vaccarone.
Per il ritorno, indipendentemente dal percorso che si sceglierà, occorre ritornare al colle dell’Agnello Nord dalla via di andata, perciò vi è da risalire il centinaio di metri tra il Colle del Gros Mutttet alla dorsale rossastra della Rocca d’Ambin.
Raggiunto il Colle dell’Agnello Nord ecco le varie opzioni
1. rientro dal percorso di andata passando pe Rifugio Vaccarone e Passo Clopaca, sentiero più lungo ma scorrevole.
2. discesa sul versante francese al Lac d’Ambin 2683 m, e quindi si risale faticosamente al Colle Est d’Ambin 2897 m, nei pressi del Bivacco Walter Blais. Da qui si scende sul sentiero, ripido ma abbastanza breve, verso il Rifugio Levi-Molinari e quindi a Grange della Valle.
3. traversata del ghiacciaio Ferrand: dal Colle dell’Agnello Nord si scende di circa 100 m di dislivello fino alla conca detritica sotto la Punta dell’Agnello, qui si intercetta una traccia di sentiero (molti ometti) che si sposta nella valletta parallela racchiusa tra la Punta Ferrand e la Punta dell’Agnello. La traccia sale poi faticosamente tra pietrame e ghiaioni, sino a raggiungere un colle innominato conosciuto come Colle dell’Agnello Sud a circa 3100 m. Qui ora occorre puntare al già intuibile colle Est d’Ambin, traversando l’altopiano sotto le Punte Ferrand e Niblè. A seconda della stagione si possono incontrare nevai (i ramponi vanno sempre portati) tratti ghiacciati o spalti rocciosi privi di neve. Si seguono in numerosi ometti presenti, seppur con scarsa visibilità ci potrebbero essere dei problemi. Mantenendosi comunque sul bordo dell’ormai ridotto ghiacciaio si raggiunge la dorsale detritica pianeggiante (grosso ometto) posta alla base della cresta ovest del Monte Niblè. Qui in leggera discesa dapprima sul crinale, poi tra terrazzi rocciosi con facili gradoni, restando sul versante francese, si giunge al Colle Est d’Ambin nei pressi del quale vi è il Bivacco Walter Blais. Il sentiero qui inizia la ripida discesa (ben segnalato con tacche bianco/rosse) verso il Rifugio Levi Molinari e Grange della Valle.
- Cartografia:
- Fraternali 1:25000 n.3 Val di Susa Val Cenischia Rocciamelone Val Chisone