Le condizioni migliori si incontrano in caso di forte innevamento e freddo pronunciato, rare a trovarsi vista l'esposizione del versante (al sole dalle 11/12 del mattino).
Consigliati 6-7 chiodi da roccia, una serie di nut e una serie di friend (usati da 0.3 a 2 BD). Warthog utili.
Salire il canale Giancarlo (40°) superando subito un salto con masso incastrato: è possibile trovarlo coperto in caso di forte innevamento, altrimenti si può evitarlo a destra (breve passaggio sui 60°, albero per eventuale sicurezza).
Proseguendo brevemente, si giunge su un più ampio ripiano/cengia obliquo. Qui si piega a sinistra per uno di due canali vicini che salgono più direttamente verso l’alto (noi abbiamo preso quello di destra, max 50°). Entrambi portano su una seconda ampia cengia, che seguita verso destra porterebbe ancora a congiungersi con il canale Giancarlo. Da qui si vede in alto a sinistra la grande spaccatura rocciosa verso cui bisogna dirigersi.
Dalla cengia due ulteriori canalini paralleli salgono verso l’alto (Linea d’Ombra salirebbe in quello di sinistra). Nelle condizioni trovate noi abbiamo preferito salire brevemente nel canale di destra (45-50°) per poi legarci sotto un tratto più ripido.
L1: superare il tratto più ripido (passaggi a 65-70°) e continuare su pendii più appoggiati obliquando un po’ a sinistra e puntando alla spaccatura; sosta a fine corda sulle rocce di destra.
L2: superare il saltino successivo (60-70°) e su pendenze minori proseguire entrando nella spaccatura, che è quasi una gola; sosta a fine corda sulle rocce di destra.
L3: il fondo della gola/spaccatura è caratterizzato da ripide rampe/gradoni che salgono a ridosso della parete di sinistra. Raggiungerle spostandosi a sinistra e salirle su tipico terreno misto apuano, non ripidissimo ma comunque sostenuto (ca. 30 m a 65-70°); molto delicato specie con scarso innevamento (a tratti placche rocciose con ghiaccio sottile). Tenersi a ridosso della parete di sinistra e sostare su roccia a sinistra dopo ca. 50 m, quando la pendenza si attenua leggermente (50-55°).
L4: proseguire fianco alla parete di sinistra per poi traversare 3 m e superare l’ultimo salto roccioso centralmente, per una piccola goulottina (molto bello, 60-65°). Proseguire fino in cresta e sostare su spuntone o come possibile (40 m).
Si potrebbe poi proseguire lungo la cresta fino in cima al Grondilice, per poi scendere dalla normale e tornare alla Capanna Garnerone (lungo e non banale; la cresta presenta ancora due salti ripidi ed esposti, il primo dei quali è subito all’uscita della via, vecchio chiodo presente).
E’ più sbrigativo scendere direttamente sul lato della val Serenaia: in corrispondenza del chiodo lungo la cresta scendere in un breve canalino (pochi metri a 55°, fattibile slegati nelle condizioni trovate, con ottima neve dura) e poi obliquare a sinistra scendendo, fiancheggiando la parete, raggiungendo in breve i pendii sottostanti. Scendere questi pendii obliquando un po’ a sinistra, fino a raggiungere il bosco e, scendendo ancora, a incrociare il sentiero CAI (segnavia sugli alberi) che traversando a mezza costa a ca. 1500 m di quota, porta verso N a Foce di Giovo. Da qui si rientra nella valle di partenza e si torna alla Capanna Garnerone o a Vinca, per sentieri segnalati.
- Bibliografia:
- Informazioni, foto e relazione dei primi salitori sul sito delle WB Guides.