Relazione tratta da http://www.percorsimtbvalbrembana.it/valtorta—val-biandino—rif-grassi.html
Le prime pedalate avvengono dal grande parcheggio, all’inizio del caratteristico borgo di Valtorta (mt. 935); passando a fianco della particolare torre dell’orologio, ci dirigiamo verso Ceresola e Piani di Bobbio.Superando alcuni tornanti, con pendenze molto impegnative, giungiamo nella verde conca di Ceresola, a mt. 1348, centro invernale di sci. Continuiamo a salire per 2,4 km., fino quando ci troviamo ad attraversare orizzontalmente le piste da sci; in concomitanza della stretta curva, proprio dopo un palo della seggiovia, abbandoniamo definitivamente l’asfalto, imboccando il sentiero che si addentra nella lussureggiante faggeta (km. 6,5 – ore 1,00 – mt. 635 di dislivello). Al bivio (cartello Prov. di Bergamo) giriamo a sinistra in salita, a spinta per pochi passi; dopo due serbatoi per la presa dell’acqua, usciamo nel pascolo accompagnando la mtb per 5 minuti, fino alla larga sella del Passo Gandazzo a mt. 1651 (km. 8,0 – ore 1,18 – mt. 727 di dislivello). Da questo punto, lungo il versante della Valsassina, inizia la prima discesa che, su fondo compatto, porta velocemente al Rifugio Buzzoni (fontana sotto la terrazza), da dove ammiriamo il maestoso Grignone.
Ritornati per alcuni metri sui nostri passi, all’incrocio scendiamo a destra seguendo le indicazioni CAI: Introbio – Barzio, nr. 25 – 19. Il primo pezzo è molto tecnico, a causa di sassi smossi e gradoni, ma dopo una valletta migliora notevolmente fino ad un bivio, dove andiamo diritti verso Introbio, nr. 25. Ora ci troviamo ad affrontare, con molta attenzione, una serie di impegnative curve, perdendo rapidamente quota lungo il ripido percorso che porta ad un ponticello di legno (km. 10,5 – ore 1,50). Poco sotto, incontriamo una piccola sterrata che scende sulla destra orografica del Canale Teagiolo; dopo aver tagliato una parete molto verticale, sopra una profonda gola, prosegue con ampi e veloci tornanti fino a Baite La Piazza. In breve incrociamo la strada che sale da Introbio, curviamo a destra in direzione Biandino e Madonna della Neve, pedalando sulla bitumata che alterna frammenti sterrati.
isalendo la Val Biandino si avvicendano pezzi dove la pendenza è notevole, ad altri che permettono di riprendere fiato; l’ambiente selvaggio in cui si snoda è piacevole, incassata fra ripidi versanti rocciosi, fitti boschi e innumerevoli cascatelle. Dopo un ponte con una sbarra metallica, l’inclinazione della salita aumenta notevolmente, raggiungendo punte del 15 %; la lunga e faticosissima cementata, costeggiando le sponde del Torrente Troggia, passa nelle vicinanze dell’Agriturismo la Baita e più avanti sfiora la Baita Piero Magni. Arrivati alla Bocca di Biandino, dove sorge il grande Rifugio Tavecchia a mt. 1510 (km. 21,0 – ore 3,15 – mt. 1394 di dislivello) usciamo dalla vegetazione, trovandoci su un bellissimo altopiano, dove proseguiamo seguendo la gippabile sterrata che segue l’andamento dell’ampia valle. Due ripidi strappi conducono ad un bel nucleo di case, formato dal Santuario Madonna della Neve e dall’omonimo rifugio a mt. 1595 (fontana).Entrando nella Valle del Sasso, il magnifico panorama, con il profilo del Pizzo dei Tre Signori che svetta in alto, è davvero notevole. Fra mandrie di mucche al pascolo procediamo sullo sterrato che, con pendenze moderate, porta alla caratteristica Alpe Sasso, dove termina la stradina; se guardiamo sul versante di fronte, scorgiamo il sentiero inciso che porta sulla dorsale. Ora si presenta la parte più dura dell’itinerario: per superare un dislivello di 350 metri, non ci sono altre alternative che caricarci per circa 45 minuti la MTB a spalla, con le poche energie rimaste. Passiamo fra le baite, imbocchiamo il sentiero che gira sotto la vasca per l’abbeveramento del bestiame e stiamo a destra del traliccio, andando ad attraversare il torrentello. Attraverso una traccia poco evidente, ci portiamo alla base del monte dove seguiamo il segnavia CAI; senza un attimo di respiro, l’impressionante e devastante salita termina finalmente sul crinale, riconducendoci sul versante bergamasco.
Scendiamo di poco, giriamo a destra e, mentre pedaliamo sul semi pianeggiante sentiero in un fantastico ambiente di alta montagna, distinguiamo nel fondovalle Valtorta, nostro punto di partenza e arrivo. Raggiunto facilmente il Rifugio Grassi, a quota 1987 mt. (km. 25,0 – ore 4,45 – mt. 1905 di dislivello) da sotto la terrazza, continuiamo a scendere a sinistra in direzione di due lunghe baite, per poi dirigersi verso l’avvallamento, seguendo i segnavia CAI. Scavalchiamo due vallette e proseguiamo in salita, passando sul versante molto ripido, vicino ad alcuni pali metallici. Oltre la Baita Caserone, situata ai piedi dell’ imponente Pizzo dei Tre Signori, il percorso diventa estremamente impegnativo, tribolato e tecnico: il fondo è completamente ricoperto da sassi smossi, dove è indispensabile avere un’estrema sicurezza nella conduzione della MTB.
Saltiamo un torrente, passiamo sotto una baita e seguiamo la traccia scavata nel pascolo che conduce verso la vegetazione; a causa di grossi ostacoli e radici sporgenti, il tratto che ci separa dalla valle sottostante è da affrontare con la bici a mano. Appena dopo 50 metri dallo scavalcamento del corso d’acqua, bisogna prestare molta attenzione nell’ignorare l’invitante sentiero che prosegue diritto, imboccando invece quello che piega a sinistra in leggera salita, indicato dai segnavia CAI. Dopo un intervallo pianeggiante con il fondo liscio, ci ritroviamo a dover alternare la discesa con alcuni brevi pezzi a piedi; superati due ponticelli consecutivi, non siamo distanti nell’incrociare la sterrata che conduce nella Valle dell’Inferno. Ora non resta che girare a destra, passare per la Frazione Costa, percorrere la ripidissima stradina cementata che porta ad uno stop. Curvando a destra, in breve, ci ritroviamo a Valtorta, andando a chiudere questo grandioso tour che rimarrà sicuramente fra i nostri ricordi più faticosi, ma più belli.
- Cartografia:
- KOMPASS N° 105 - Lecco / Valle Brembana