Dal piazzale di Chateau Beaulard seguire il ripido sentiero che, in pineta, conduce al rifugio Guido Rey. Da qui due possibilità: la prima e più diretta, seguendo la vecchia pista da sci in direzione Sud che parte dritta alle spalle del Rifugio, si porta ai margini di un laghetto (osservatorio in legno Arca di Noè) proseguendo alla sua sinistra e poi con ampissime svolte (possibili tagli diretti su per il bosco di conifere) fino ad incrociare a quota m. 2000 circa il sentiero che proviene da Beaulard e che transita per il rifugio G. Rey (sentiero 702); la seconda, il sentiero 702, che si prende sempre alle spalle del rifugio ma a destra, evidente e ben segnalato, che piegando dapprima in direzione SW e poi Est, attraversando tutto il versante Arbour-G.Hoche, si ricongiunge sotto il roccione denominato Rocher de la Garde al precedente. A questo punto la traccia sale ripida con numerosi zig-zag fino a circa q. 2400 dove taglia nuovamente, in senso E-O le propaggini della P.Clotesse per poi arrivare, con una leggera discesa, al Passo della Grand’Hoche. Prestare attenzione ad alcuni punti particolarmente esposti e franosi (non sarebbe male che il CAI si preoccupasse di piazzare una corda fissa!).
Si risale su debole traccia il ripido versante E della Grand’Hoche fin sulla vetta da cui, proseguendo poco sotto la cresta sul versante francese, si raggiunge la Guglia d’Arbour in una quindicina di minuti. Bellissima vista sulla sottostante parete nord.
- Bibliografia:
- guida Alpi Cozie Settentrionali-CAI_TCI