Dall’ampio parcheggio di Bellecombe, si torna indietro lungo la strada per 20 m, dove in prossimità di una palina gialla che indica “Termignon 2.30 h” e di un piccolo ponte di legno inizia il sentiero, che poco dopo si innesta su una strada sterrata che collega i diversi alpeggi della zona. Dopo qualche chilometro lungo la panoramica sterrata, superati gli alpeggi visibili, a quota 2460 m circa si deve deviare a sinistra puntando all’evidente della 2750, nei pressi del cucuzzolo della Petite Pointe du Vallon. Questo tratto è da fare a vista, non ci sono tracce di sentiero nè ometti; il pendio è un po’ ripido e con terreno non propriamente ottimale, ma non ci sono particolari problemi, se non un po’ di fatica in più. Conviene comunque puntare alla sella sulla parte sinistra, passando in prossimità di un evidente promontorio roccioso. Dalla sella in pochi minuti si giunge sul bel punto panoramico della Petite Pointe du Vallon (a inizio stagione c’è un piccolo laghetto nella conca sotto la vetta).
Dal Col du Petit Vallon, si inizia a percorrere il crestone ovest in direzione della Pointe du Grand Vallon, seguendo i segna via blu/bianco/rosso (bandiera francese) che condurranno fino in cima. La dorsale è inizialmente erbosa, poi via via salendo diventa detritica e sabbiosa, fino a raggiungere una zona con dei caratteristici torrioni, che creano forme strane e racchiudoino delle vallette sospese che da Bellecombe non si immaginerebbero.
Raggiunto il primo torrione che si affaccia sul Grand Roc Noir, si devia a sinistra, aggirando le asperità sul versante di Bellecombe, con qualche pietraia e qualche salisscendi si toccano le varie anticime, fino ad arrivare al di sopra di una conca sospesa, nella quale c’è addirittura un piccolo laghetto!
Ultima breve rampa e si è sulla cima con il grosso ometto di pietre.
Per continuare l’anello, occorre scendere al colletto in direzione del Gran Roc Noir, passando sotto la cima sulla destra, giungendo in breve al colletto stesso. Qui si scende il ripido pendio detritico (nevoso a inizio stagione), che sembra peggio di quel che è, infatti il terreno è morbido e permette una rapida discesa, inoltre si incontra subito una evidente traccia di sentiero. Scesi la parte più ripida, inizia il lungo vallone morenico sotto la cresta de Cote Chaude (con spesso nevai residui che facilitano la progressione) che condurrà ai laghi di Lanserlia. Non c’è un percorso obbligato, ma conviene seguire i numerosi ometti che indicano il percorso, pur dovendo attraversare delle vaste pietraie. Terminata la morena si raggiunge il torrente, occorre scendere per un breve canalino terroso per poi continuare tra pietrame finchè finalmente si incontra il sentiero nei pressi del primo lago. Si continua ora in direzione dell’evidente Pointe de Lanserlia (due cime, la principale a destra). Senza toccare il Col de Lanserlia, si risale il pendio erboso oppure si percorre la facile dorsale di destra, fino a giungere in vetta 2909 m (ometto di pietre).
Ora non resta che scendere per tornare a Bellecombe, con due opzioni:
– si passa all’anticima 2879 m, quindi si scende a guadagnare il colle e quindi percorrere il comodo sentiero fino alla sterrata percorsa all’andata e chiudere l’anello a Bellecombe.
– dalla Pointe de Lanserlia si scende il più ripido versante che si affaccia sul Plan du Lac, tra detriti e sfasciumi, seguendo un sentiero piuttosto evidente, che si smarrisce ogni tanto solo nella parte erobsa, ma proseguendo sempre in direzione di Bellecombe non vi sono problemi. Si giungerà quindi alla sterrata dell’andata a non molta distanza dal parcheggio (5 minuti).