In particolare L1 e L11 domandano impegno costante da sosta a sosta.
La roccia, sovente disgregata, assorbe energie psichiche notevoli.
Via completamente attrezzata a spit.
Soste: alcune da attrezzare.
Materiale indispensabile:
-16 rinvii (di cui 4 allungabili)
-corda singola da 60m
-cordino o meglio ancora corda fine per sacco da recupero
-casco
-sacco da recupero
-cibo e bevande
Prevedere un minimo 10h di scalata per portare a termine la via.
Entrare a Le Touvet e seguire le indicazioni per Saint-Hilaire e Saint-Bernard salendo verso la parete (strada D30c, finché dopo qualche km si imbocca la deviazione verso destra per il Col de Marcieu (strada D30c).
Superato il colle si scende per un paio di km fino a una curva a destra con area di sosta appena prima di una "cabane forestière", dove a sinistra parte una sterrata che si inoltra nel bosco.
Parcheggiare se non si possiede un 4x4, altrimenti è possibile proseguire per la sterrata seguendo le indicazioni qui sotto.
Contare 2h30’ abbondanti da Courmayeur.
A piedi: avviarsi lungo la sterrata, tenere la destra al primo bivio e proseguire per un lungo tratto verso nord fino ad un primo tornante, di nuovo lungo tratto verso sud fino ad un secondo tornante che in breve conduce ad avere sulla sinistra un enorme blocco di roccia grigia, appena dopo il quale parte in direzione della parete un sentiero ben battuto che diventerà una traccia ripida e ben segnalata da ometti di pietra che attraversa il bosco puntando l’anfiteatro del Grand Manti.
Contare 1h30 dal parcheggio prima della sterrata oppure 45’ se si lascia l’auto in corrispondenza dell’enorme blocco.
Avviso viabilità: ad oggi 31 agosto 2014 la sterrata risulta percorribile in auto soltanto fino a metà del lungo traverso verso nord a causa di un paio di guadi resi impraticabili dalle forti piogge (ammassi di ghiaia, pietre e alberi caduti).
Esistono due vie chiodate a spit al Grand Manti, Titanic è quella di destra e parte a destra di un albero.
Di seguito i gradi riportati sul libro di Mussatto. Altrove, sul blog dello stesso autore, se ne trovano alcuni leggermente variati.
L1: 7a, duro mentalmente e fisicamente, su tacche nette che si snodano su un percorso di roccia scagliosa, poco sana. Difficile a vista.
L2: 6c, su roccia migliore ma sempre da saggiare, il tiro serve a decentrassi dopo la prima lunghezza.
L3: 7a+, pilastro con passaggi di equilibrio su roccia non delle migliori.
L4: 7a, traverso tecnico verso destra su piccole prese, abbordabile per il grado.
L5: 7a+, bella lunghezza con passaggio fisico.
L6: 6c, pilastro di roccia su cui è meglio danzare…
L7: 6c+, traverso sotto un grosso strapiombo.
L8: 4c, trasferimento leggermente in discesa a reperire la sosta quasi al fondo del diedro.
L9: 7b, lungo e sostenuto tiro in placca verticale grigia su piccole gocce e tacche (puro stile finalese).
L10: 7a+, inizio su roccia marciotta, termina in una bella sezione con tacche nette.
L11: 7b+, fessurino strapiombante, forse il tiro più sostenuto, continuo, impegnativo e stressante. Passaggi obbligatori tra gli spit.
L12: 7c, affronta uno spigolo strapiombante su prese minuscole per terminare sul crux della via superando un tetto in diedro. Possibilità di azzerare il passaggio su tetto con una staffa.
L13: 7b, durissima partenza su prese evanescenti, il tiro prosegue con passaggi obbligatori su lunghe sezioni spittate e roccia sempre da verificare.
L14: 6b+, tipica placca tecnica su prese svasate e stondate, grande uso dei piedi
L15: 6b+, partenza fisica superando un piccolo tetto
L16: III, trasferimento erboso
L17: 6b, ultimo bastione con passaggio fisico
Discesa:
giunti sulla sommità del plateau il rientro si compie con una serie di 10 doppie delicate fuori asse rispetto alla via. Alcune arrivano fino a 50m e si sviluppano nel vuoto.
- Bibliografia:
- Itinéraires d'un grimpeur gâté - Philippe Mussatto - 2010