La difficoltà varia da EE se si aggirano le salite delle Punte di Nivolettaz, salendole entrambe dal versante detritico nord, mentre resta F ed obbligato il tratto tra il Colle Rosset e la Punta del Rosset (eventualmente si può optare per effettuarlo in salita essendo l'unico tratto non aggirabile del percorso).
Richiede tempo stabile e buona visibilità, oltre che preferibilmente assenza di neve (periodo indicativo da metà luglio a metà settembre).
Le Punte Nivolettaz sud e nord sono un po' "ambigue" in quanto su alcune cartografie (Fraternali, CTR Valle d'Aosta, L'Escursionista Editore) non vengono menzionate, mentre compare una Punta Nivolettaz 3058 m, nettamente spostata sul lato Val di Rhemes rispetto alla cresta (e facilmente raggiungibile). Sulla guida TCI Cai, sulla cartografia IGC 1:50000 invece sono riportate le due Punte Nivolettaz sud e nord.
Dal parcheggio del Rifugio Savoia si segue uno dei sentieri che sentiero che sale al lago Leytà e che porta al Colle Basei. Si passa a sinistra dell’Alpe Riva, posta sul ripiano sulla verticale del parcheggio, quindi aggirando le propaggini del lago, con alcuni avvallamenti, si arriva alla base di un pendio più ripido, attrezzato con una corda fissa ed alcuni scalini che consentono di guadagnare l’ampia conca superiore. Il terreno ora diventa detritico, ed un’ottima traccia di sentiero con un lungo traverso da destra verso sinistra, punta decisamente in direzione della Basei, aggirando dal basso le creste sovrastanti delle Punte Nivolettaz.
I detriti lasciano posto a dei facili spalti rocciosi, resti di antichi ghiacciai, finchè a circa 3050 m si hanno due possibilità:
1.Individuare alcuni ometti sulla destra, in corrispondenza di un facile ed evidente cengione che sale parallelo al percorso del colle Basei, ma si alza più repentinamente fino a guadagnare il Colle di Nivolettaz 3130 m (questa opzione è sicuramente la migliore perchè abbrevia il percorso)
2.Seguire il sentiero principale, segnalato da vernice bianco/rossa che condurrà al colle Basei 3160 m (soluzione che allunga un po’ il percorso, eventualmente si può salire prima alla Basei)
In questo caso occorrerà poi seguire il sentiero che scende verso il Rifugio Benevolo, perdendo circa 70 m di quota fino ad un ripiano, dove a destra si scorgeranno degli ometti che permettono di reperire la traccia che porterà al Colle Nivolettaz.
Dal colle Nivolettaz si presentano due alternative, a seconda se si vorrà compiere la traversata integralmente in cresta (difficoltà F su terreno a volte delicato ed esposto) oppure aggirare le difficoltà rendendo il percorso escursionistico, almeno fino a Punta del Rosset.
A- percorso di cresta (F):
Si segue la cresta verso N, contornando i passaggi più impegnativi su uno o l’altro versante, su sfasciumi assai mobili. Un passaggio più complicato ed esposto proprio sul filo permette in breve di toccare la vetta Sud delle Cime di Nivoletta 3152 m. Si prosegue sul versante opposto, su terreno molto facile e detritico, giungendo ad un ampia sella alla base della Punta Nord di Nivolettaz. Anche in questo caso si sale la cresta di cattiva roccia, raggiungendo la cima 3209 m.
B- percorso escursionistico (EE):
Dal colle Nivolettaz si scende di circa 30 m di dislivello sul versante Val di Rhemes, seguendo la traccia e gli ometti che permettono di contornare la cima sud sfruttando un ampio ripiano di pietrame di grosse dimensioni, senza alcuna difficoltà. Terminata la fascia rocciosa, il terreno diventa detritico e diverse tracce continuano l’aggiramento della cima portando poi ad un colletto a nord della stessa. Da qui volgendo verso sud, su facile sentiero si tocca la Punta Sud di Nivolettaz 3152 m.
Si ritorna al colletto precedente, e raggiunta una seconda sella poco più avanti ecco la cresta che sale alla Punta Nord. Anche in questo caso, seguendo gli ometti e la traccia (meno marcata) sul lato Rhemes, si aggira la parte rocciosa sfruttando un altro vasto ripiano di pietrame e nevai residui. Poco a sinistra, si scorge anche il cucuzzolo quotato 3058 m che alcune carte indicano essere l’unica cima Nivolettaz (lo si può raggiungere in pochi minuti senza ostacoli).
Attraversata la conca, si sale facilmente al vasto pendio ovest, e da qui con fatica si deve riguadagnare il crestone salendo un pendio di detriti di colore chiaro, su percorso stile sabbie mobili. Raggiunta la dorsale si tocca senza problemi la sommità della Punta Nord di Nivolettaz 3209 m.
Qui i due percorsi si riuniscono, e si resta sulla dorsale, puntando alla non distante Gran Vaudala Sud, anch’essa riconoscibile per il colore biancastro dei detriti. Percorrendo la cresta o restando poco al di sotto per una traccia sul lato Nivolet si tocca la cima 3250 m.
Per andare alla vicina cima nord, occorre invece abbandonare il filo di cresta che presenta un marcato risalto; si piega verso est seguendo alcuni ometti che scendono sul pendio sottostante, e poi compiendo una sorta di “S” si riprende la direzione nord, scendendo tramite un pendio di pietrame alla vasta conca posta tra le due cime. Da qui senza percorso obbligato (non ci sono ometti nè tracce) si sale alla sommità Nord della Gran Vaudala 3272 m, identificabile per la stazione meteo Arpa Piemonte posta in cima.
La Punta Rosset è ora il prossimo obiettivo, abbastanza distante ma si raggiungerà rapidamente, scendendo sempre percorrendo la dorsale, mai difficile e senza ostacoli di rilievo, dapprima in discesa (si perdono 200 m di quota fino ad una vasta spianata) e poi in lieve risalita fino all’erbosa Punta del Rosset 3100 m.
A questo punto per completare la traversata si dovrà continuare in discesa seguendo la cresta, più articolata ed impegnativa (F) anche per la natura del terreno, scendendo al Colle Rosset 3023 m.I vari spuntoni vanno aggirati su uno o l’altro versante (tracce di sentiero), facendo molta attenzione. Proprio un passaggio proprio su filo non può essere evitato senza troppe complicazioni.
Si arriva così al col Rosset dal quale, senza alcuna difficoltà si segue il bel sentiero che passando per i laghi Chanavey e Rosset riporta al Rifugio Savoia.
Per chi non volesse affrontare questo tratto, e mantenere la gita puramente su livelli escursionistici, potrà fare ritorno dallo stesso percorso di salita, con l’obbligo di risalire alla Gran Vaudala Nord (risalita di 200 m) e poi cercando di limitare le risalite della Gran Vaudala Sud e successivamente del Colle Nivolettaz (che sono comunque entrambe rapide).
- Bibliografia:
- Guida CAI TCI - Gran Paradiso