Attraversato mantenersi sulla sinistra percorrendo il centro del paese e, seguendo le indicazioni per Pramollo, ci si inoltra nel vallone del Risagliardo, dal nome del torrente che nasce dalle pendici del Gran Truc. E’ incassato tra erte pendici ricoperte da castagneti e faggete.
Un tempo nella zona erano attive parecchie miniere di grafite, di cui restano ancora gli imbocchi murati di alcune gallerie. Dopo circa 15 km da San Germano si raggiunge il colle del Lazzarà dove è possibile lasciare la macchina su alcune piazzole a fianco della strada. Gli ultimi 2 km sono sterrati ma con fondo discreto. Asfalto buono ma strada molto ripida, occorre una buona macchina con un buon motore. Gli ultimi due km sono su sterrato di difficile praticabilitá per una macchina di cittá! Si può lasciare la macchina alla area picnic sopra Ruata. In questo modo si aggiungono circa due km e 200 m di dislivello.
Poco prima del colle parte un sentiero (palina Gran Truc) che ci porta a percorrere l’ erbosa costa Lazzarà raggiungendo il Clot di Boussiou. Si riprende la salita spostandosi sul versante ovest del Piano Friera 1912 m. Riguadagnando il crinale alla depressione che lo separa dalla quota 1923 m; evitato quest’ultimo rilievo si continua su una pendenza moderata per poi farsi assai ripido e raggiungere la spalla Est (denominata il Truc) a circa 2200 m, dove proviene anche l’itinerario del Colle Vaccera. Da qui si vede ormai distintamente la cima, che si raggiunge proseguendo in direzione Sud seguendo il sentiero che taglia a mezza costa il pendio erboso al di sotto della cresta, portandosi sotto la verticale della cima, che quindi con gli ultimi metri di salita si raggiunge (stazione meteo Arpa e croce metallica).
Per la discesa si può tornare dal versante di salita, oppure volendo compiere un anello parziale, è possibile, una volta tornati alla spalla di quota 2200 m, scendere dalla dorsale Est, seguendo le tracce di sentiero che ripidamente perdono quota; questo è l’itinerario proveniente dal Colle Vaccera. Si scende badando a seguire gli ometti che nella fascia più ripida sono un po’ difficili da individuare; si resta tuttavia nei pressi del filo di cresta fino a degli affioramenti rocciosi, qui si scende sul versante sud seguendo la traccia che 2100 m circa torna ad essere più marcata. Un traverso a mezza costa riporta poi sulla dorsale, che ora diventa meno ripida e più comoda. Si raggiunge il Colletto Souiran, dal quale a sinistra (cartelli indicatori) si stacca una traccia che taglia tutto il versante Est della montagna, in leggera ascesa, raggiungendo il Piano Friera, dove ci si ricollega con il percorso dell’andata. Ovviamente questa variante è percorribile anche in salita, scendendo poi dalla via classica. E’ però da evitare con neve.
- Cartografia:
- IGC carta n°1 Valli di Susa Chisone e Germanasca scala 1:50.000 - IGC carta n°17 Torino-Pinerolo e
- Bibliografia:
- IGC - Valli di Susa - Chisone e Germanasca