Dalle Grange di Valle Stretta si prosegue lungo la stradina, fino al Pian della Fonderia, dove si tralasciano le indicazioni di destra, proseguendo in salita a sinistra, o su strada oppure per le scorciatoie, verso la colonia estiva Maison des Chamois.
Si continua a monte dell’edificio, giungendo al Ponte delle Pianche 2200 m (dove a destra si sale per il Thabor). Non lo si attraversa ma si prende l’evidente sentiero in piano che conduce a sinistra verso il lago Lavoir (nel dubbio ricordarsi che il vallone giusto per il lago Lavoir è dietro il secondo dosso che si incontra.
Giunti in vista del lago, non proseguire costeggiandolo a sinistra, ma attraversarne l’emissario (guado largo, ma facilitato da grosse pietre) e risalire il pendio erboso alla destra del lago senza aspettarsi di trovare ometti di pietre. Risalito il dosso erboso, ci si sposta verso il torrente che scende dai Laghi della Tempesta, dove si incontrano sparuti ometti di pietre e vaghe tracce. Risalendo il valloncello in direzione ovest, si incontrano i bellissimi laghi della Tempesta.
Di qui in poi manca qualunque indicazione e/o sentiero, anche se il percorso è logico ed evidente con visibilità ottimale.
Giunti in vista dei laghi Gran Tempesta 2500 m circa si imbocca il canalone a sinistra su terreno in parte erboso e in parte detritico-terroso.
Superato un primo tratto di pietraia, si riprende a salire con percorso piuttosto ripido su terriccio e sfasciumi, meglio tenersi a destra dove il terreno è più erboso e compatto. Quando il valloncello si allarga la pendenza si attenua leggermente; si perviene a delle grandi pietraie che si risalgono senza percorso obbligato, ma scegliendo la via più logica. Si superano tre strappi ripidi intervallati da brevi conche (nevai residui). Si può passare indifferentemente a sinistra (pietraia più grossa) oppure a destra (pietraia più fine con un tratto erboso).
Raggiunto l’ultimo pianoro sotto la depressione del Colle Gran Tempesta 2925 m, lo si raggiunge per un ultimo pendio di magra erba e fine detrito faticoso.
Dal colle si volge a sinistra per la cresta della quota 2959 m, ma non conviene raggiungerla, piuttosto si segue la traccia che traversa in piano per raggiungere una spalla sulla sua cresta Ovest.
Si piega quindi a sinistra (Sud) e si contorna la quota 2959 m perdendo un po’ di dislivello e giungendo (terreno talvolta infido) ad una depressione a quota 2930 m circa.
Si aggirano poi altri spuntoni della cresta (pietrame di dimensioni medie e grosse) fino a giungere ai piedi dell’ ultimo pendio, di detrito più fine.
Lo si supera tenendosi leggermente al di sotto della cresta, sempre sul versante Ovest, fino a giungere in vetta, dove vi è un grosso ometto di pietre e un ripetitore, ben visibile da lontano, con pannello solare e antenna.
Per la discesa oltre al percorso dell’andata (cautela nella pietraia sotto al colle della Gran Tempesta), si dovrebbe poter scendere anche da un canalone di sfasciumi molto ripido, che parte dalla depressione sotto la cima, e riporta alla vasta pietraia giù percorsa in salita; non è comunque consigliabile questa ipotesi da verificare.
- Cartografia:
- IGC valli Susa
- Bibliografia:
- In cima 77 normali Vlle Susa