Difficoltà di ordine classico, con pendii su neve a 40/45°, un breve passo di arrampicata di III+ in traversata esposta, e brevi corde doppie (attrezzate) La cresta finale può essere delicata in presenza di ghiaccio:
Materiale: dotazione per sicurezza su ghiaccio, 2 friend (2/3) qualche mt, qualche fettuccia.
Dal rifugio Chabod seguire il sentiero in direzione del vallone di Leviona e dopo una decina di minuti deviare a dx in direzione Becca di Montandayné (sentiero 5).
Arrivati al ghiacciaio si punta al colle di Montandayné lungo pendii di ghiaccio (400 m 45° max); se le condizioni del pendio nella parte bassa non sono buone (possibile ghiaccio a tarda stagione) si può passare a dx (neve fino a tarda estate).
Passata la crepaccia terminale a sinistra, su pendenze più sostenute si arriva al colle di Montandayné (3723 mt – 3 h -3,30 h dal rifugio)
Seguire la facile cresta prima nevosa fino in cima alla prima torre ( Punta Vaccarone 3868 mt) dove in genere si riescono a togliere i ramponi.
Aggirando i vari torrioni e salendone alcuni (le difficoltà si aggirano normalmente sul versante Cogne); con alcune corde doppie (attrezzate) si giunge alla punta centrale (Punta Farrar, 3921m) e successivamente alla punta meridionale (Punta Frassy, 3923m), sempre su roccia generalmente buona (se trovate sfasciumi non siete sulla “retta via”).
Dalla cima si scende prima per neve poi per facili rocce al colle del Piccolo Paradiso (3877m – 3 h dal colle) facendo attenzione alle larghe cornici sul versante Cogne, raggiungere la cresta dove diventa più ripida, aggirando un evidente spuntone roccioso (q. 3975 mt) sul versante Cogne con facile arrampicata.
Destreggiandosi al meglio sul filo di cresta, come recita lo Chabod sulla Guida Monti d’Italia) si giunge in cima al Gran Paradiso (4061 m).
Tempo 4 h dal colle di Montandaynè, 7-8,30 h dal rifugio Chabod.