1° Giorno:
Da Pont salire al Rifugio Vittorio Emanuele: superare il torrente Savare su un ponte e proseguire in piano sul lato destro idrografico. Superare un secondo torrente (che si origina dal Gh. del Gran Paradiso) su un altro ponte e iniziare quindi a salire nel bosco di larici radi.
- Con neve abbondante e sicura portarsi nel canalone e risalirne il fondo fino a poter deviare a destra (ripido) per prendere il tracciato della mulattiera reale, che si segue fino al rifugio (pendii via via meno ripidi).
- In caso di assenza di neve in basso conviene seguire integralmente la mulattiera reale, comoda e lastricata in molti tratti. Data la ripidezza e pericolosità dei pendii in basso, è preferibile attendere che questa parte del percorso sia priva di neve. A quota 2350 m circa, presso i ruderi dell’alpeggio Chanté, è possibile seguire a destra un sentierino che, traversandio ripidi pendii erbosi, giunge a due passerelle sul torrente superate le quali è in genere possibile calzare gli sci e giungere al rifugio per ampi pendii.
- Un percorso alternativo ma molto più lungo consiste nel risalire il vallone di Seiva (sulla sinistra idr.) verso la Testa del Grand Etret e, giunti a quota 2600 m, deviare a sinistra, traversare alla base della Becca di Monciair e del Ciarforon e raggiungere il rifugio dall’alto, scavalcando alcuni dossi morenici.
2° Giorno:
Dal rifugio traversare in moderata pendenza in direzione NNE e, dopo un breve tratto più ripido, portarsi nell’ampio vallone del ghiacciaio del Gran Paradiso e risalirlo in direzione ovest per una serie di dossi. A quota 3100 m circa risalire il largo e ripido pendio del ghiacciaio e portarsi ad un’ampia spalla (q. 3400 circa). Segue un pendio alquanto ripido che si risale a zig zag fino a sbucare sulla larga dorsale che conduce alla cresta detta “Schiena d’Asino” (3750 m circa).
Di fronte a una magnifica seraccata scavalcare questa dorsale (che separa il Gh. del Gran Paradiso da quello di Laveciau), passare alla base della Becca di Moncorvé e per ampi e via via meno ripidi pendii risalire l’ultimo tratto del ghiacciaio. Superare la terminale (normalmente chiusa in stagione scialpinistica) e lasciare gli sci alla sella q. 4035, alla base delle rocce sommitali.
Risalire la cresta prima nevosa e poi rocciosa, traversare un facile ma espostissimo passaggio in versante Cogne e in pochi passi raggiungere la Madonnina della vetta tradizionale (m 4061).
Un chiodo e un paio di spit consentono di assicurarsi in questo tratto (F+/PD).
- Cartografia:
- Tav. IGM 1:25000 Gran Paradiso - Carta 1:25000 Valsavarenche - Gran Paradiso, l'Escursionista editore.
- Bibliografia:
- L.Bersezio - P.Tirone, Scialpinismo Quota 4000, Ediz. CDA Torino, 1989