
Attraversare la diga di Teleccio portandosi in destra orografica e salire in diagonale verso destra sul sentiero che parte dal termine della diga stessa, fino ad un bivio, dove si imbocca il tracciato che taglia il versante a sinistra (2-3 minuti dalla diga).
Seguire il sentiero, che dapprima sale poi ridiscende, fino ad un primo tornante con ometto, dove si deve abbandonare la traccia principale, che continua a scendere, per imboccare altre tracce che rapidamente conducono ad una pietraia a grossi blocchi; superarla con qualche aggiramento senza tracce evidenti (ometti).
Terminata la pietraia il sentiero torna ad essere piuttosto evidente. Seguirlo in salita fino ad un alpeggio e poi continuare verso monte fino ad un pianoro posto sotto la Bocchetta della Drosa.
Portarsi alla base della balza rocciosa che borda in destra orografica il pianoro in corrispondenza di un canalino con ai piedi un cono nevoso (fino al mese di luglio; ometti; 1h - 1h e 15 min dalla diga).
Salire con facile arrampicata (passaggini di III) fino alla cima della balza (evidente prua rocciosa chiara; sosta per doppie in discesa). Proseguire per tracce in traverso verso sinistra su detriti e pendii erbosi fino alla base della parete (1h 30 min dalla diga).
La via attacca 20-30m a sinistra della via "Paradiso degli Orchi", in corrispondenza di una dorsalina che precede l'ultimo canalino presente sul pendio. Un chiodo con fettuccia multicolore alla base.
L1 – Dal chiodo con fettuccia salire per facili placche abbattute, proseguendo poi su una placca con fessurina ascendente verso destra portandosi sotto un piccolo tetto che si supera a sinistra (1 chiodo); proseguire su facile placca fessurata fino alla Sosta 1 (2 chiodi; passagini di 5a; 45m).
L2 – Continuare dritti sopra la sosta per delicata placca da superare in aderenza su granuli di quarzo (6a; 1 fix), proseguendo poi su placca più facile obliquando leggermente verso sinistra fino alla Sosta 2 (1 chiodo in posto integrabile con Camalot 0,4; 30m).
L3 – Dalla sosta, superato un primo breve tratto di roccette con erba, proseguire sullo spigolo di sinistra di un evidente diedro con nicchia alla base, affrontando un passo delicato all’attacco dello spigolo e poi una rampa più facile ascendente verso destra (5c; 2 chiodi); superare quindi un facile strapiombo (1 chiodo) che conduce ad una fessura (1 chiodo) e ad una lama appoggiata instabile; Sosta 3 (2 fix; 30m).
L4 – Continuare salendo dritti sopra la sosta su placca (3 fix), raggiungendo una fessura sotto un tettino (1 nut); superare il tetto a sinistra dove diviene meno evidente, proseguendo poi su facile placca fino alla Sosta 4 (2 fix; 35m; 5b).
L5 – Salire ora verso destra seguendo un diedro appoggiato (1 chiodo) fino ad un tetto che si aggira sulla destra con passaggio di 5-6m dapprima delicato e poi piuttosto atletico (6a+; 1 fix), raggiungendo una elegante fessura (5c) che sale a sinistra di un evidente spigolo a destra del quale si vedono i fix della via “Paradiso degli Orchi”; Portaresi alla base di un diedro posto a sinistra del punto in cui termina la fessura; Sosta 5 (3 chiodi; 35m).
L6 – Dalla sosta traversare a sinistra scavalcando il netto spigolo del diedro e proseguire su placca fessurata (1 chiodo) fin sotto ad una grossa lama ascendente verso sinistra che forma un tettino da superare all’inizio della lama (1 chiodo; parecchio materiale instabile); continuare poi per facile placca (1 fix) e successivamente per balze erbose, obliquando verso destra fino alla sosta di calata in comune con “il Paradiso degli Orchi” e “Ciao Aquila” (2 fix; 5b; 40m).
Discesa in doppia su “Ciao Aquila”
- Bibliografia:
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