I tiri sono brevi (25m circa) e nella prima e nell'ultima parte si possono concatenare gestendo gli attriti, la parte centrale è tutta in traverso e non si presta al concatenamento; se si vogliono concatenare i tiri è necessaria una corda da 60m, altrimenti 30m di corda e 8 rinvii sono sufficienti.
La linea non è molto logica e a tratti la via è un po' da ricercare, però a parte qualche tiro di spostamento si scala sempre con continuità.
La roccia è ottima nella prima parte e discreta dopo l'attraversamento del canale, verificare sempre le prese e gli appoggi: siamo comunque in terreno di montagna e inoltre questa via non è molto ripetuta quindi qualcosa che muove c'è.
La discesa si effettua dalla cresta est (via normale).
Ad inizio stagione è possibile trovare un nevaio alla base (aggirabile per cenge e saltando i primi due tiri) e un altro lungo la via di discesa, in tal caso sono necessari ramponi e picozza.
Per quanto sia fattibile in giornata dal parcheggio, non va sottovalutato l'impegno globale, sia per la lunghezza della via, sia per il lungo rientro.
Panorama da cartolina lungo tutta la via con vista sul ghiacciaio, sul Pelvoux e sulla Barre.
Attenzione, il disegno sulla guida di JM Cambon è impreciso: poco chiaro l'attacco esatto e anche alcuni tiri sono tracciati erroneamente, seguire lo schizzo degli apritori!
Dal parcheggio prendere il sentiero per il Refuge du Glacier Blanc, che si raggiunge in circa 2h (possibilità di pernottare per ridurre l'avvicinamento e rendere più leggera la gita).
Dal rifugio si prosegue sul sentiero che conduce al Refuge des Ecrins (ometti e bolli bianchi), senza mai mettere piede sul ghiacciaio; arrivati più o meno a picco sotto il Pic du Glacier Blanc, lasciare il sentiero e salire sulla destra (traccia abbastanza visibile e qualche ometto).
Si passa una zona con diversi punti per il bivacco e si segue la traccia che sale verso il col du Glacier Blanc e al Pic d'Arsine fino a giungere ad un ripiano dal quale si vede l'attacco della via; si lascia quindi la traccia e si sale verso sx a vista per pietraie fino alla base della parete, aggirando alcune piccole barre rocciose sulla sinistra per poi riportarsi a destra alla base della parete. Ad inizio stagione all'attacco della via è possibile la presenza di un nevaio.
La via attacca qualche metro a sinistra del culmine del nevaio/pietraia, in corrispondenza di alcune placche grige (2h dal rifugio, 4h dal parcheggio).
- L1: placca grigia, sosta su 1 spit, 4
- L2: si prosegue sulla placca grigia fino a raggiungere una cengia, sosta in alto su 2spit con cordino, (questi primi due tiri si possono aggirare, prendendo a sinistra la cengia diagonale e seguendola fino a trovare la sosta) 4
- L3: muro verticale, sosta su fettuccia da rinforzare, 5c
- L4: muro verticale con qualche passaggio atletico, sosta su 2 spit, 5c
- L5: si sale per qualche metro nel facile fino a raggiungere una cengia, che si segue verso destra stando inizialmente bassi, sosta su 1 spit, 3
- L6: si segue la cengia fino alla base di un diedro, sosta su 1 spit, 3
- L7: diedro con qualche passo atletico, poi si esce su muretto a tacche verso sinistra, sosta su 1 spit+chiodo, 5b/c
- L8: tiro di collegamento, traverso deciso a sx in orizzontale per una decina di metri fino a trovare la sosta posta su terrazzino alla base di uno sperone, sosta su 2 spit, 3
- L9: si sale lo sperone che si assottiglia in alto, sosta a sx del filo su 1 spit+chiodo, 4
- L10: traverso a sx, sosta su 2 spit, 4
- L11: traverso a sx, abbastanza esposto, lunghezza breve ma sconsigliato unire al tiro successivo per eccessivo attrito, sosta su cengia su 2spit, 4+
- L12: traverso a sx, aggirare lo spigolo e poi salire (spit in alto poco visibile), tratto con rocce rotte e sosta su terrazzino su 2 spit con cordone, 4+
- L13: traverso a sx seguito da bel muretto verticale, sosta su 1 spit+cordone, 5b
- L14: traverso esposto a sx, poi muro tecnico e poi di nuovo a sx, sosta nel canale su 2 spit, 5c
- L15: si attraversa il canale e si sale uno speroncino tendendo poi a sx, sosta su 2 spit, 4
- L16: dalla sosta qualche metro a sx in traverso e poi si sale in verticale, spit non visibile in alto, bisogna crederci, sosta su 2 spit, 4+
- L17: si sale su placche e muretti più o meno in verticale, 4+
- L18: muretto articolato, si sale in verticale (primo spit in alto) fino ad un terrazzino, sosta su 1 spit a dx oppure su masso più a sx, 5b
- L19: a dx in una specie di diedro/camino fino ad arrivare su una crestina dove si sosta su masso, 5b/c
- L20: si segue la cresta abbattuta verso sx e poi si sale a dx un risalto di roccia cattiva fino in cima, dove si sosta su masso, 4+
Discesa:
lungo la cresta est (via normale) camminabile e con qualche tratto di facile disarrampicata (vaga traccia, qualche ometto); si giunge ad un colletto dove si trova un nevaio che ad inizio stagione potrebbe richiedere l’uso di picca e ramponi, mentre a stagione inoltrata è aggirabile a sud passando sul filo di cresta.
Dopo il nevaio si scende su pietraia e poi in un vago canalino a sud fino ad arrivare ad un canale più grande che scende ai piedi della parete, dal quale però è sconsigliabile scendere (ripido e franoso); si prosegue piuttosto per cenge sul lato sud (qualche ometto), tagliando in orizzontale la spalla rocciosa che separa questo canale dal col du Glacier Blanc, tenendosi bassi sul lato sud fino ad affacciarsi sul vallone che scende dal colle; abbassarsi quindi su sfasciumi e risalti rocciosi fino a raggiungere il vallone detritico sotto il colle e seguendo tracce e ometti riportarsi sul sentiero segnalato a bolli bianchi che collega i due rifugi (1h30 circa dalla cima al sentiero).
- Cartografia:
- IGN 3436 ET
- Bibliografia:
- "Oisans Nouveau, Oisans Sauvage - Livre Est" di Jean Michel Cambon.
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