Su tutto il ripido versante Ovest del Giegn corrono numerose vie di arrampicata sia classiche che moderne, la roccia è il granito che caratterizza tutta questa zona delle Marittime (Préfouns e dintorni). Il Diedro Vernet è la linea più logica e classica; al pari di altre vie, è stato riattrezzato nei primi anni 2000 con fix da 12 mm alle soste e, sporadicamente, lungo i tiri. Le difficoltà non sono elevate, ma sono sempre sostenute: mediamente IV/IV+, ma il grado è severo e "d'altri tempi".
Le soste sono comode, e tutte da collegare; oltre ai pochi fix non c'è nulla sulla via. Necessari quindi 6-7 rinvii, una serie di friend almeno fino al #2 BD, magari con 1-2 micro, e cordini anche lunghi.
Da Terme di Valdieri raggiungere il Piano del Valasco e salire al Rifugio Questa (2h30).
Dal rifugio, contornare il Lago delle Portette a sinistra per pietraie e salire direttamente nel vallone di fronte, che scende dal Passo Margiola (ben evidente dal rifugio). Il vallone è più lungo di quanto sembri... inoltre il percorso avviene interamente su scomode pietraie, non sempre stabili. Non esiste traccia, ma si incontrano vari ometti, soprattutto nella metà inferiore. Il percorso migliore sale prima centralmente e poi tutto a sinistra, a ridosso delle pareti occidentali della Cresta Savoia. Si giunge infine al passo con una diagonale da sinistra a destra, su terreno sempre più ripido e instabile (2730 m; minimo 1h30 dal rifugio).
Dal passo non conviene scendere sul versante opposto, ma traversare in orizzontale verso destra sul versante italiano, evitando un primo saltino roccioso della cresta Est della Testa di Margiola, e poi guadagnare detta cresta poco dopo, in un tratto orizzontale di sfasciumi. Qui passare sul versante opposto (Sud) e traversare i pendii di erba e sfasciumi in leggera discesa, puntando al Giegn, ormai vicino, e in particolare alla stretta e omonima Brèche che lo delimita a destra. Si raggiunge dunque la Brèche du Giegn (2795 m) salendo obliquamente da destra verso sinistra, sempre su sfasciumi, passando a monte di un caratteristico pinnacolo (qualche ometto). Non difficile; contare 30-40 min. dal Passo Margiola.
Dalla Brèche ci si affaccia finalmente sulla parete da risalire. Scendere su sfasciumi poco ripidi e traversare costeggiando la base delle rocce (15-20 min.). Per l'attacco, prendere come riferimento una visibile torre staccata sulla destra (Tour de Choucas): l'attacco è situato a sinistra della sua base, e all'estrema destra della base del Gran Gendarme. Non c'è nulla che segnali l'attacco, ma è nella zona evidentemente più debole e appoggiata di quel settore, sulla verticale del grande e ripido diedro ben visibile dal basso, oggetto della via.
L1: Salire logicamente in direzione del diedro, lungo una fessura appoggiata, fino alla sosta. Nessuna protezione intermedia. 50 m, III+
L2: Diritti nel diedro, ignorando una fessura obliqua a destra (partenza della via Charignon del 1935). 3 fix. 40 m, IV+
L3: Continuare diritti nel diedro. 2 fix. 35 m, IV
L4: Ancora nel diedro, che in alto è chiuso da strapiombi. Superarli leggermente a sinistra, la sosta è poco sopra. 4 fix. 35 m, V-
L5: Salire nella prosecuzione del diedro; quando sulla sinistra si trova un breve diedrino che porta su terreno facile, IGNORARLO (si finirebbe su cenge nella parte centrale della parete, attraversate da altre vie) e continuare in un diedro-camino più a destra e più ripido. 2 fix. 40m, IV
L6: Non salire dritti sulle placche sovrastanti (visibili fix di un’altra via) ma salire più facilmente in obliquo a destra lungo una rampa-fessura. Poco prima che questa termini abbandonarla e tornare a salire in verticale per ca. 15 m su solide placche ripide ma fessurate e articolate (molto bello; da proteggere su spuntoni e friend) fino alla sosta su un comodo terrazzino, poco visibile dal basso. 1 solo fix nella seconda metà della rampa. 40 m, IV/IV+
L7: traversare in obliquo a destra per 10 m su bella roccia, puntando all’evidente camino finale. Risalirlo tutto fino all’uscita in cresta; sosta assente, da attrezzare su spuntoni (attenzione, quelli buoni sono rari). 3 fix + 1 friend incastrato sulla sinistra all’inizio del camino. 50 m, V-
Discesa: sul lato Est della cresta sommitale del Giegn, sempre al di sotto del filo, corre tutta una serie di cenge abbastanza facili e segnalate da ometti, con tracce di sentiero e saltuari passi di I/II. Dalla cima del Gran Gendarme abbassarsi quindi leggermente verso Nord e raggiungere le cenge, che percorse con un minimo attenzione portano verso Sud alla vetta massima del Giegn, e verso Nord, con qualche saliscendi, alla Brèche du Giegn. Raggiunta quest’ultima (30 min.) si riprende il percorso dell’andata. Contare non meno di 2h30 fino al rifugio.