MATERIALE IN POSTO: un paio di cordoni di calata
MATERIALE OCCORRENTE: friend fino al n°3 BD, una scelta di nut, rinvii, cordoni e fettucce. Una corda da 60m.
Contare 4h di cresta, 5 se si parte dal colletto terroso passando per il Tovo Piccolo.
Una cresta quasi completamente sconosciuta ma molto bella come ambiente, roccia e arrampicata, soprattutto se si superano integralmente tutti i torrioni sul loro filo senza aggirarli. Il dislivello non è molto ma lo sviluppo è notevole. Una ascensione molto remunerativa di media difficoltà a cavallo tra Val Grande e Valle Orco in un ambiente selvaggio e solitario. Si arriva direttamente in vetta alla Giardonera, poco frequentata anche dagli escursionisti.
La relazione fa riferimento al superamento dei torrioni nelle loro parti più interessanti, evitando alcuni possibili e molto più facili aggiramenti. Ad esempio il primo salto può essere tralasciato superando la facile crestina sulla sua sinistra, se però la salita viene effettuata nel modo descritto ne risulta un’arrampicata classica molto interessante.
Attenzione alla nebbia. La discesa è facile tecnicamente ma non così banale da trovare se non si conoscono bene i posti.
Spalle al bivacco traversare a sinistra facendo attenzione a non perdere il sentiero (segni bianchi-rossi) che si porta sulla sponda idr. sx del vasto pianoro acquitrinoso sottostante. Seguire il sentiero A.V.C. che taglia a mezzacosta sul pianoro in direzione del Colle della Terra (2420m). Una volta al cospetto delle bastionate della Giardonera, subito a sinistra del colle, abbandonarlo e per tracce portarsi verso l’Alpe Biolla, a monte della quale si trova un laghetto. Risalire il vallone a ridosso della bastionata della Giardonera prendendo come riferimento il colle caratterizzato dall’ultima parte terrosa (attenzione che tale colle non è da confondere con il Colle della Coppa 2572m che si trova più a sinistra). Una volta giunti nel valloncello del laghetto ci sono due possibilità.
1-andare al colle suddetto dal fondo terroso e da qui, superando i risalti rocciosi con divertente e facile arrampicata, giungere in prossimità della punta del Tovo Piccolo (2729m) che si può facilmente raggiungere per divallare quindi all’attacco della cresta della Giardonera.
2-non andare al colle terroso ma al colletto incassato e meno evidente che si trova a destra e che porta direttamente all’attacco della cresta della Giardonera. Tale soluzione fa risparmiare tempo ed è più logica.
Fino ai colli contare circa 1h30’
Dal colletto posto all’inizio della cresta scendere brevemente a destra sul lato Val Grande, alla base del primo evidente torrione. Attaccare la fessura nel suo centro (IV+) fin dove la parete si raddrizza. Uscire quindi a sinistra (IV) sulla crestina.
Traversare le facili placche che formano la crestina fino a dove questa risulta interrotta da un salto.
Scendere disarrampicando a sinistra (lato Valle Orco) portandosi alla base del secondo torrione che si supera nel suo centro, nella sua parte più bella, uscendo da esso tramite una larga e caratteristica spaccatura verso sx (IV+). Dalla sua sommità scendere facilmente alla base del terzo torrione.
Il terzo torrione è quello tecnicamente più difficile. Lo si attacca nel suo centro puntando a una bella lama-fessura che si vede bene alla sua metà. La lama la si raggiunge spostandosi sotto un tetto da sx a dx, quindi la si afferra e la si segue fino al muretto finale che riserva ancora un non facile passaggio fino al pianerottolo dove si sosta alla base del successivo muro fessurato. Difficoltà massima: passaggi di V grado.
Dalla sosta spostarsi a destra e seguire l’estetica fessura sinuosa (IV+) fino a uscire in una zona più facile.
Superando i risalti che formano la cresta (III/III+) giungere all’attacco di un quarto torrione che si sale sul lato sinistro su placche biancastre, non difficili ma poco proteggibili (III+/IV-). Dalla sua sommità si traversa ancora e per placconate si divalla verso l’ultimo grande torrione caratterizzato dalla sua “testa” squadrata leggermente reclinata verso il versante Val Grande.
Dalla forcella si supera sulla sinistra un breve muretto più verticale continuando poi la scalata più o meno verticalmente fino alla sommità (difficoltà max sul IV-). Traversare quindi lungo un ballatoio sulla sx e quindi rientrare a dx a monte di una corda fissa (è anche possibile traversare lungo una cornice lato Val Grande fino a raggiungere un cordone incastrato che permette di fare una calata fino alla base della corda fissa). Traversare fino alla base di un ultimo risalto che però non si sale ma si scontorna alla sua base tramite una esposta cengia (è anche possibile scendere sul lato Val Grande in un canalino di erba e rocce). Risalire facilmente fin sotto l’ultima paretina fessurata di III+ (aggirabile a destra) che porta all’ometto di vetta.
DISCESA
Dalla cima si prosegue in traversata verso est non seguendo però integralmente il crestone (comunque percorribile aggirando facilmente alcuni salti) ma spostandosi su lastroni rocciosi e terreno prativo (attenzione all’erba olina) senza via obbligata (solo vaghe tracce) puntare verso il Colle di Nora (2527m), dominato da un imponente ed isolato monolite roccioso. Da qui si divalla verso il Lago di Nora (2384m) e quindi verso il sentiero A.V.C. , a valle del Colle della Terra. Si segue il sentiero, in alcuni punti ancora lastricato, (segni bianchi- rossi e segni blu di un percorso di trail, questi segni a tratti sono più visibili di quelli ufficiali) fino alla bellissima Alpe Pian di Lee (2285m) da cui con il sentiero n°325 si scende all’Alpe Trai (2119m). Sempre seguendo il sentiero n°325 si superano le Alpi Rocciapian e Cialma fino a scendere per cespugli e lastroni alla sommità di Testarebbo, caratterizzata da una croce. In questo tratto il sentiero, seppur sempre segnalato, non è molto evidente. Da qui ci si infila nel bosco per giungere a monte di Chiapili e quindi a Vonzo.