La gita è da farsi preferibilmente quando la gorgia che si percorre nel primo tratto è ancora completamente ripiena di neve.
Piccozza e ramponi al seguito.
Dal Pian della Casa del Re o da dove si è lasciata l’auto si percorre la strada sterrata che poi diventa sentiero per il Rifugio Remondino. Quando nel pianoro del torrente si scorgono due ponti di legno, occorre scendere per attraversarli portandosi sul lato orografico destro del vallone, passando sotto il Rifugio Elena. Si risale un dosso roccioso comodamente a destra, e quindi si punta in direzione sud all’evidente imbocco del canalone dove si svolgerà la prima parte di salita (ben identificabile da un grosso masso nella parte iniziale). Per arrivare all’imbocco del canalone è anche possibile proseguire verso il Rifugio Remondino per poi attraversare il torrente del Vallone di Nasta, ma potrebbe risultare problematico con molta acqua.
Si inizia a salire quindi il vallone-canale di Balma Ghiliè, inizialmente piuttosto stretto, che con buona pendenza consente di salire velocemente di quota. Sopratutto nella parte iniziale fino ad un grosso roccione, occorre prestare attenzione ad eventuali buchi o a deboli ponti di neve sul torrente, per questo è consigliabile restare il più possibile a destra sulle contropendenze. Superata la parte più stretta e ripida, quota 2200 m circa il canalone si allarga diramandosi in due rami: quello di destra è un po’ più dolce ed ampio, quello di sinistra più stretto e ripido. I due rami si incontrano nuovamente a circa 2400 m in corrispondenza di una conca. Qui nuovamente si hanno due opzioni per la salita:
A- proseguire dritti attraversando la conca in falsopiano per poi continuare a salire per dossi con pendenza mai eccessiva, sino a raggiungere il colletto Ghiliè 2639 m. Qui si piega nettamente a sinistra, e sempre con pendii mai troppo ripidi si risale un pendio-valloncello che porta ad una spalla poco al di sotto del plateau sotto la cima.
B- proseguire a sinistra salendo subito un pendio piuttosto ripido che conduce ad una zona con affioramenti rocciosi; qui ha origine una valletta che occorre seguire verso destra, la pendenza diventa più dolce, e si arriva alla spalla poco sotto il plateau collegandosi alla variante A.
Siamo sul confine italo-francese, occorre attraversare l’altopiano sotto la Cima Ghiliè da destra a sinistra, per arrivare alla base del breve ma ripido pendio adducente la cima. Con racchette ai piedi o ramponi a seconda delle condizioni (o a piedi in caso mancanza di neve tra le roccette) si perviene così alla croce di vetta 2998 m.
- Cartografia:
- Fraternali 1:25000 n.15 Valle Gesso, Parco Naturale delle Alpi Marittime