L'itinerario consente di frequentare uno dei valloni più selvaggi, suggestivi e malinconici del versante piemontese del Gran Paradiso.
Pur essendo teoricamente più logica la partenza direttamente dalla valle dell'Orco, allo sbocco del vallone di Eugio (Fraz. Roncore di Locana, mt 670, con un dislivello complessivo un po'scoraggiante), è tuttavia preferibile partire dalla valle di Ribordone ed entrare nel Vallone di Eugio seguendo il sentiero GTA 561, che collega Talosio a S.Lorenzo in Piantonetto (più dolce e più comodo, ben segnato).
Quest'ultima soluzione comporta però una perdita di dislivello di circa 300mt all'andata per raggiungere la diga del lago di Eugio, i quali andranno risaliti al ritorno.
Pur non essendovi particolari difficoltà tecniche, è bene tenere presente: la scarsissima frequentazione; lo sviluppo considerevole; la necessità di mantenere una costante attenzione per non smarrire l'itinerario (oltre la diga del lago di Eugio il sentiero si riduce a vaghe tracce, per poi scomparire pressochè del tutto oltre il lago Nero e lasciare il posto a ometti indicatori non sempre evidenti - per questo motivo è sconsigliabile trovarsi da quelle parti con nebbia: la possibilità di smarrirsi diventa concreta); è inoltre opportuno che siano sgombri dalla neve alcuni tratti dell'itinerario (in particolare il mezza costa che scende dal Monte Arzola nel vallone di Eugio e le placconate che attraversano la sommità della bastionata sovrastante il lago Nero).
Può essere utile avere con sè un binocolo per avere un'idea dell'itinerario individuando già da lontano gli ometti nei punti eventualmente meno evidenti.
Dal parcheggio seguire le indicazioni per il monte Arzola (GTA) (dir. Ovest), pervenendo prima all’Alpe Arzola, poi ad un ampio colletto, dal quale ci si volge decisamente verso Nord-Ovest, rimontando i pendii del suddetto monte e traversandone poi a mezzacosta, poco sotto la sommità, il versante che dà sul vallone di Eugio.
Si perviene in breve poco sotto il colletto che divide il Monte Arzola dalla Cima Testona, e si inizia a scendere a mezzacosta verso la diga ben visibile (sentiero ben marcato, possibilità di approvvigionamento idrico da un provvidenziale pezzo di grondaia che raccoglie l’ottima acqua di un torrente scendente da una gola attraversata dal sentiero).
Pervenuti al di sotto della bastionata della diga (il sentiero GTA prosegue in direzione della casa dei guardiani e porta alla strada di servizio che parte dalla sponda dx orografica del lago), si rimonta brevemente il pendio che muore contro il suo bordo sinistro orografico e si segue una traccia che costeggia il lago, sempre sulla sin orografica, fino in fondo al lago stesso.
A questo punto è necessario attraversare l’immissario per passare sulla destra orografica del vallone (ometti), si segue sempre il fondo del vallone (dx orogr.), si costeggia un bel laghetto e si arriva al selvaggio piano dell’Alpe Savolere (diroccate) mt 1935, al fondo del quale si nota un gigantesco masso spaccato in due: lo si costeggia a sinistra e si rimontano i pendii successivi (sempre dx orogr.), giungendo al suggestivo e oblungo Lago Nero, sormontato verso monte da un’imponente, monolitica bastionata che precipita verticalmente in acqua con un salto di oltre 100mt.
Si costeggia in modo sorprendentemente agevole la sponda dx orografica del lago finchè, al suo termine, si rimontano i pendii (sempre dx orogr.)(ometti) per portarsi al di sopra di detta bastionata, le cui placconate soprastanti si percorrono da sinistra verso destra nella dir.di marcia (facile, infido se neve, ometti specialmente lungo il traverso sulle placconate).
Si continua nella parte superiore del vallone, sempre in direzione nord, fino a pervenire all’Alpe Leyner (ruderi di grange riparate da massi strapiombanti) e poi, rimontando un pendio erboso ripido e poi attraversando un po’ a detra (ometti in corrispondenza di enormi massi), all’Alpe dei Fons (non nominata ma quotata sulla carta ICG 2452mt; tratto poco evidente).
Quest’ultimo alpeggio, in posizione struggente, con una piccola grangia di pregevole fattura ancora in buone condizioni, impone una meditazione su quanto dure dovessero essere un tempo le condizioni di vita dei locali, obbligati a portare le bestie fin quassù per sopravvivere.
Da qui, bisogna volgere decisamente a EST, scendendo di pochi metri alle grange sottostanti diroccate e ritrovando gli ometti che portano in breve al Lago Boccutto sito quasi alla stessa altezza (mt 2475). Si continua in direzione prima N.O su lastronate rocciose e, dopo aver costeggiato sulla sinistra i piccoli laghi Bort, si prosegue in direzione N.E fino al lago Gelato mt 2846.
Orari: indicativamente c.a. 2h dalla partenza al lago d’Eugio (quasi lo stesso tempo al ritorno lungo lo stesso tratto); da 4 a 5 ore per il tratto lago d’Eugio-Lago Gelato. Totale andata 6-7h
- Cartografia:
- IGC 1:50000 foglio 3: Il Parco Nazionale del Gran Paradiso
- Bibliografia:
- G.Berutto. Il Parco Nazionale del Gran Paradiso Vol I ed IGC