L’escursione inizia su un’ampia mulattiera, prosegue su tracce di sentiero con caratteristiche d’alta montagna e si conclude con passaggi alpinistici di I° e II°, non complessi, molto brevi e per di più facilitati da corde fisse, ma esposti e quindi sconsigliabili - come criterio generale - a chi non abbia nervi saldi e non sia in grado di reggere l’intero peso del proprio corpo con la sola forza delle mani.
Numerose fonti d’acqua potabile lungo il percorso. L’itinerario è marcato L7. La difficoltà progredisce da E a EE a F.
Raggiunto l’abitato di Palanfrè (1379 mt.), è possibile parcheggiare l’auto nell’ampio spiazzo in corrispondenza dell’ultimo tornante prima dell’ingresso in paese. Si attraversa quindi il nucleo di case procedendo diritti sulla strada asfaltata, che diviene in breve sterrata. In corrispondenza del primo tornante (cartelli d’orientamento; direz.: Laghi del Frissòn) si imbocca un’ampia e curata mulattiera che si inoltra a sud in leggera discesa in un fitto bosco di faggi. Superato un piccolo rio si giunge rapidamente ai modesti edifici del Gias Piamian (fontana; 1460 mt; 15 min).
La mulattiera raggiunge la base di un risalto alla testa del vallone: si trascuri il sentiero che prosegue verso l’alto e si attraversi a sx il rio di fondovalle proseguendo sulla mulattiera (recentemente ritracciata con numerosi tornanti che intersecano il vecchio ripido percorso, ancora ben visibile in alcuni tratti) che risale il fianco sx (dx orografico) della valle.
Dopo un breve tratto quasi pianeggiante, la mulattiera volge a dx (ovest) e con pochi tornanti in discesa cala nel Vallone degli Alberghi.
Attraversato il letto del ruscello di fondovalle, normalmente in secca (grande masso isolato, cartelli d’orientamento, 45 min.), si risale il Vallone degli Alberghi mantenendosi sul lato dx (sx orografico). Per la prima volta, in testa alla valle, appare la piramide rocciosa del Frissòn. Trascurato a sx il bivio per il Lago degli Alberghi (cartelli d’orientamento) si risale una modesta scarpata raggiungendo il Gias Vilazzo (fontana, 1823 mt, 1:30 H).
Si risale con tornanti la costa erbosa a dx (sx orografica) del Gias raggiungendo dapprima la Fontana delle Reine (cartello indicatore, acqua potabile, quota 1980 e non 1890 come riportato sul cartello) e poi il bel Lago Inferiore del Frissòn (cartelli d’orientamento; 2066 mt; 2 H). In alto (sud), su un salto di roccia, è facilmente intuibile la piccola conca del Lago Superiore del Frissòn. Per raggiungerla, si svolta nettamente a dx seguendo la riva del lago e risalendo il pendio erboso alla dx (sx orografica) del lago. Non si raggiunga l’evidente sentiero rettilineo visibile in alto a mezzacosta, ma dopo breve tratto si svolti decisamente a sx lungo la traccia che, pur labile, è inequivocabilmente contrassegnata da vecchie marcature in minio, sbiadite ma numerosissime. Giunti ad un bivio (grandi scritte in minio su roccia), è possibile sia raggiungere il Lago Superiore del Frissòn (2118 mt) e da lì proseguire svoltando a dx, sia imboccare un percorso più breve e diretto sulla dx che, risalendo su un faticoso misto, e sempre seguendo le numerose marcature (ora in vernice bianca) e gli ometti in pietra, conduce anch’esso al colle erboso visibile sulla linea di cresta a dx (ovest) del Frissòn (3 H). Lungo il percorso è visibile, al centro di una conca detritica, un terzo, piccolo Lago del Frissòn, privo di emissario ed immissario e non riportato sulle mappe.
Giunti al colle, il percorso volge a sx (est) e risale per breve tratto il pendio erboso alla base del Frisson, per poi volgere nettamente a dx (sud) e compiere un lungo traverso rettilineo a mezzacosta. Si aggira così l’imponente mole rocciosa del monte giungendo alla base di un ripido canalino delimitato a sinistra da ripide pareti rocciose. E’ possibile seguire due itinerari, entrambi ben segnalati in minio:
A – effettuare la risalita diretta del canalino (via più diretta, con facili salti di roccia)
B – voltare a dx e risalire fino alla testa del canalino seguendo il percorso (chiaramente marcato) su tracce di sentiero in fortissima pendenza.
I due itinerari sono entrambi di breve durata e sostanzialmente equivalenti.
Giunti in testa al filo di cresta, si individua a sx (nord) il passaggio obbligato di una piccola forcella rocciosa contraddistinta da una catena fissa (grado I). Superato il facile e brevissimo salto, ci si ritrova oltre la linea di cresta su una agevole cengia da cui è immediatamente visibile il diedro di grado II attrezzato con corda fissa. Il suo superamento, soprattutto con l’ausilio della corda, è facile ma la notevole esposizione del passaggio richiede calma ed estrema prudenza, soprattutto in discesa.
Superato il diedro, percorrendo facili cengette di misto (brevi passaggi di I°) lungo la dorsale dx (est) del Frissòn, si giunge in brevissimo tempo alla vetta del Frissòn (croce in ferro, libro di vetta, 2637 mt., 4 H da Palanfrè).
Discesa: seguendo a ritroso l’itinerario di salita.
- Cartografia:
- Alpi Marittime
- Bibliografia:
- A.Parodi “Vette delle Alpi - dalla Liguria al Monviso” Andrea Parodi editore 1996, E.Montagna, L.Mo