Si lascia l'auto nelle comode piazzole di parcheggio del Tempio di Valadier e si imbocca l'evidente stradello lastricato in salita. Giunti in prossimità della IX insegna della via crucis (dopo un casotto di legno) si nota sulla sinistra un sentiero su ghiaia (Sentiero dei Gradoni) che sale verso le pareti. Imboccare il sentiero che dopo 2 tornanti diventa rettilineo, avvicinandosi verso lo spigolo della parete. Tenere come riferimento l'enorme grotta arancione che svetta sopra le vostre teste, quando ci si avvicina al primo avancorpo delle pareti lasciare il sentiero salendo nettamente a sinistra (evidenti tracce su ghiaia) ed iniziare a costeggiare la parete. Ignorare il primo bollo rosso (via Gianlorenzi-Federici) proseguendo si incontreranno delle corde fisse, l'attacco è in porssimità di un piccolo bollo rosso sopra di esse, posto su uno spigolo di roccia con albero e 1 fix poco sopra di esso.
Via di stampo prettamente sportivo, completamente attrezzata a fix da 8 mm e soste su fix 10 mm. Inutili friend e dadi, portare 14 rinvii e qualche cordino per allungare le protezioni o sfruttare gli alberi nei punti di trasferimento. Normale dotazione alpinistica per doppie e soste da attrezzare.
La parete è in ombra tutta la mattina fino al 5 tiro, da qui esposti al sole fino alla vetta. Le difficoltà salgono progressivamente permettendovi un ottimo riscaldamento prima dei tiri chiave.
L1 5A – attaccare in prossimità dell’albero e puntare a destra verso il primo spit. da qui su per placca appogiata e bombé fino a guadagnare la sosta su terrazzino. tiro breve (25m)
L2 6a – il tiro precedente è breve perchè ora dovete aggirare lo spigolo che si trova a destra. Si sale al primo spit, ignorare completamente il facile diedro che sale dritto e traversare tutto a destra con passi tecnici fino a svalicare lo spigolo (spit dietro di esso). Da qui si guadagna una bella placca compatta e verticale, salirla tutta fino a raggiungere un comodo terrazzone con sosta e cordone. (30m)
L3 6b – Puntare alla scaglia leggermente strapiombante, ribaltare con passo atletico e proseguire in leggero strapiombo su tacche (passo chiave). Proseguire verso destra su roccia via via sempre più gradinata e friabile fino a raggiungere la sosta su una cengia. (30mt)
L4 6c – (o A1) chiodatura comoda per tirare la libera senza pensieri. Partenza aggettante su tacche e pinzate, poi sequenza con passo di dita per ribaltare (consigliato tenersi leggermente a destra del 3 fix per uscire). Salire fino ad una cengia con enormi blocchi gialli staccati, puntare tutto a destra ad un evidente diedrino con roccia grigia e un po’ più compatta. da qui si sale in verticale fino al termine del pilastrino, sosta da attrezzare su albero. (40m)
L5 IV – Tiro di collegamento, salire la breve paretina di fronte a voi, 1 spit e cordino su albero, evitare di tirare verso i compagni sassi o blocchi instabili. Uscita su comodo terrazzino erboso, allestire sosta su spit. (il cordone penzolante indica l’attacco del 7a) (15m)
L6 7a – (o A1) anche qui chiodatura ravvicinata per tirare la libera a tutto gas. Dritti su bellissima placca a tacche e buchetti (passo) poi lungo traverso delicato verso destra. Si incontra una sosta della variante di 6a+, noi consigliamo di proseguire alla sosta successiva per evitare attriti. salire sul breve diedrino (spit) e poi a destra su terrazzo fino alla sosta posta sotto al diedro. (40m)
L7 6c+ – (o A1) tiro chiave. Puntare al primo spit tenendosi leggermente a destra, poi imboccare il diedro aggettante che sale in obliquo verso sinistra. Su per prese piatte e tacche, sfruttare tutti i riposi presenti. Passo del tiro cira a metà del diedro con allungo e violenta spallata, piedi in aderenza. Poi continuità su prese via a via sempre più buone e ribaltata per guadagnare la sosta su pilastrino. La chiodatura a fix è sicura e garantisce di tentare la libera spingendo al massimo. (40m)
L8 6a+ – Dritti allo spit evitando di staccare sassi instabili sui compagni (sarebbe utile dare una ripulitina). Guadagnare dei buoni appigli nascosti dietro ad un pianta, mantenendosi leggermente a sinistra degli spit. Uscire in placca svalicando la fastidiosa pianta per poi proseguire lungo la linea fino a delle cengette con detriti (ultimo spit). Da qui si traversa nettamente a sinistra verso l’evidente grottino. Sosta su albero (cordini e mallion presenti). (20m)
L9 6a – Dopo la meritata pausetta seguire la parete a sinistra del grottino fino ad arrivare a 2 spit. Passetti tecnici su placca per poi uscire su terrazzo erboso. Ci stiamo avvicinando alla vetta, la vegetazione del Monte Frasassi si fa più evidente vista la bassa quota, utile piazzare dei cordini sui fusti delle piante per ridurre l’attrito delle corde. Dal terrazzino 2 opzioni, interessante fessurino trad sulla destra, oppure proseguire tutto a sinistra ad intercettare l’ultimo salto di roccia protetto da 2 spit poco visibili. Svalicato quest’ultimo muretto si fa sosta su albero urlando e recuperando i compagni. (20m e ravanage)
DISCESA
Le opzioni consigliate sono 2:
proseguire dritti nel bosco fino ad incrociare tracce di sentiero con bolli rossi. Se volete tornare a piedi, puntare a destra verso il paese di Rosenga e da li seguire la strada statale a piedi fino al parcheggio del Valadier (1h e 45). Se volete scendere in doppia dalla via Jamaica (1h con 2 doppie da 40m), seguire i bolli rossi verso sinistra in discesa. Dopo svariati zig zag arriverete ad un terrazzino roccioso libero dalla vegetazione, proseguire ancora seguendo una J in vernice rossa e poi di nuovo i bolli che terminano su una piccola cresta con 1 spit visibile su masso a terra e sosta Raumer dietro di esso. Le 2 calate sono nel vuoto, senza rischio incastri. Si finisce su canalone ghiaioso che si riscende fino ad incrociare nuovamente lo stradello lastricato del tempio del Valadier, che conduce al parcheggio.