La via di salita è alternativa a quella più lunga che passa dal Refuge des Evettes e prosegue al Passo delle Disgrazie, ciò non toglie che è possibile compiere un anello salendo uno dei due itinerari e scendendo dall'altro.
La parte tecnica della gita, indispensabili piccozza e ramponi, è rappresentata dal superamento di una breve bastionata rocciosa, con tratti su neve/misto fino a 50° con un po' di esposizione.
I ramponi possono servire anche per il pendio di accesso al vallone mediano sotto il Mont Setì (tratti a 30-35°).
La cima sulla cartografia italiana è quotata 3410 m.
Dal parcheggio di l’Ecot, si prosegue oltrepassando il ponte sulla sterrata che conduce verso il Refuge du Carro. Dopo 10′ pianeggianti si arriva alle baite di Trieves, qui si abbandona la stradina per proseguire a destra nell’ampio vallone del Ruisseai de la Reculaz. Si trascura il primo vallone che si apre a sinistra, puntando ad un secondo vallone più stretto e impervio, identificabile per la presenza della mole rocciosa del Mont Setì, che andrà lasciato a destra. Si punta ad un pendio morenico che si mantiene alla destra di un incassato canalino nevoso che resta poco visibile. Si inizia così a salire il pendio con buona pendenza, fino a che è possibile traversare a destra entrando nella sinuosa valletta sotto il Mont Setì, a circa 2500 m, nel punto in cui si è al di sopra del canale.
Si percorre ora l’avvallamento o nel centro o superando un paio di dossi a destra, fino a che si lascia alle spalle il Mont Setì e raggiunta una sella poco oltre si apre davanti l’anfiteatro con le numerose cime della zona, la Francesetti è quella in primo piano, ed è già ben visibile il versante di salita sulla sinistra. Si mette quindi piede sul Glacier du Grand Meane, proseguendo per ampissimi e dolci pendii, spostandosi progressivamente verso destra puntando alla base di un pendio nevoso via via più ripido che si interrompe di fronte ad una bastionata di rocce e neve a quota 3270 m, che separa il pendio inferiore da quello superiore. Puntare al punto dove la bastionata è più stretta. Conviene visionare prima di arrivare sotto le rocce, da lontano la fascia rocciosa in modo tale da individuare le possibilità di passaggio (ce ne diverse a seconda delle condizioni). Calzati i ramponi si sale alla meglio tra terrazzi rocciosi e canalini nevosi, per poi uscire dalle roccette ed affrontare un breve ma ripido pendio nevoso (fino a 50°) che poco dopo spiana e dà accesso al pendio sospeso della Punta Francesetti. Tutto questo tratto non è lungo, circa 50 m di dislivello.
Senza più difficoltà (eventualmente si possono ricalzare le ciaspole) si risale il pendio-valloncello sospeso che verso il culmine diventa una comoda dorsale che si collega all’itinerario di salita del Passo delle Disgrazie, ormai a pochi metri dalla vetta.
In discesa si ripercorre lo stesso itinerario, tenendo presente che il passaggio delicato andrà affrontato con cautela e faccia a monte, oppure dalla via normale verso il Passo delle Disgrazie (anche qui pendio nevoso abbastanza ripido, che essendo rivolto a sud-ovest tende a mollare rapidamente). Se si scende da qui si potrà sia passare dal Refuge des Evettes, sia ricollegarsi al percorso di salita aggirando la mole della Punta Francesetti.