Dopo circa 30 minuti
il sentiero passa proprio sotto le placconate meridionali del Pizzo Frachiccio (le foto aiutano ad individuare il Pizzo Frachiccio). Si supera uno spit su cui si legge le scritta "Arcobaleno" e si prosegue ancora per qualche metro fino ad intercettare una linea di spit che risale una placca fessurata. Questo è l'attacco della via Roland.
Non ci sono indicazioni alla base, ma se si prosegue nel sentiero e ci si trova, dopo pochi metri, alle catene del sentiero attrezzato, allora si deve ritornare indietro e cercare la prima via a spit che si trova. 35-40 minuti dalla funivia.
- L1 (5a, 30 m.): Risalire la placca fessurata seguendo la linea degli spit. Possibilità d’integrare con protezioni veloci. Dopo la prima placca, la pendenza si abbatte e si prosegue su terreno più facile, intervallato da cengie erbose, fino alla sosta sulla destra;
- L2 (5a, 30 m.): Salire la placca sopra la sosta seguendo gli spit. Poi su cengia erbosa fino in sosta;
- L3 (5c, 30 m.): Affrontare la fessura alla sinistra della sosta con arrampicata divertente(5a). Al termine della fessura spostarsi a destra, in piena placca. E’ richiesta una decisa progressione d’aderenza (5c/6a). Poi la pendenza si abbatte e si prosegue per placca più facile fino alla sosta. Tiro molto impegnativo, soprattutto nella parte centrale. La distanza degli spit è tale che non si riesce ad azzerare;
- L4 (5b, 40 m.): Proseguire in verticale sopra la sosta su roccia lavorata in direzione di un evidente aggetto che si supererà sulla sinistra. Poi facilmente in sosta;
- L5 (5c, 40 m.): Arrampicare in direzione dello spit dapprima su placca raggiungendo l’evidente fessura orizzontale (5c). Conviene stare sulla destra. Poi arrampicare in direzione dello spigolo di destra, doppiarlo con un movimento delicato (5c), poi per rocce più facili e per ripiano erboso fino alla sosta successiva;
- L6 (5c, 40 m.): Proseguire in verticale sopra la sosta su roccia lavorata (5a). Dopo un cambio di pendenza, affrontare una placca ben protetta ma liscia ove si trova una presa (probabilmente scavata) che torna molto utile per vincere il tratto impegnativo (5c). Poi per terreno più facile fino ad incontrare la sosta sulla sinistra posta sotto un evidente diedro. Attenzione, sosta di non facile individuazione;
- L7 (4c, 30 m.): Proseguire su placca appoggiata alla destra del diedro. Attenzione, spit molto distanti e poco visibili. Direzione della via da interpretare grazie ad un pizzico di esperienza. Giunti al cambio di pendenza, affrontare la parete lavorata e fessurata salendo in verticale per circa 10 m. fino alla sosta. Tiro non difficile da un punto di vista tecnico, ma che richiede capacità d’individuazione della via, dato che da uno spit non si vede il successivo. Conviene avere del materiale per integrare;
- L8 (5b, 40 m.): Dalla sosta proseguire in verticale lungo l’evidente fessura fino alla sosta. Spit visibili ma distanti. Integrare può risultare piacevole… A mio parere la lunghezza più bella di tutta la via;
- L9 (5c, 50 m.): Salire sopra la sosta arrampicando su placca lavorata ed appoggiata (5a). Poi cambio di pendenza, placca d’aderenza con direzione sinistrorsa fino ad un tettino aggettante (5c). Vincere il tettino stando sulla destra. Poi, per placca appoggiata (5a) fino in sosta. Altra lunghezza che oppone un’arrampicata d’aderenza impegnativa nella sua parte centrale.
- L10 (6a, 30m.): Arrampicare per facile placca in direzione di un evidente aggetto (lama rovescia). Affrontare la lama rovescia e progredire verso sinistra. Rimontare la successiva placca con passo deciso (5c/6a). Superare la placca con arrampicata d’aderenza seguendo gli spit (5c/6a). L’ultimo spit conviene ignorarlo e deviare a destra, proteggendosi con un cordino su spuntone. Sosta nei pressi della successiva cengia erbosa;
- L11 (4c, 30m.): Proseguire in verticale sopra la sosta arrampicando sull’evidente placca lavorata. Poi cengia erbosa e ancora roccia lavorata (4c) fino ad entrare in un diedro con placca ed erba. Risalirlo (4c) e sostare al suo termine.
- L12 (4c, 20m.): In verticale sopra la sosta verso lo spit, poi conviene tenersi a destra seguendo i punti deboli della parete. Arrivati in cresta, proseguire verso sinistra affrontando la suggestiva spaccatura (stare a sinistra) fino in sosta in vetta all’anticima del Pizzo Frachiccio.
Discesa:
Dalla sosta proseguire sulla cresta (meglio in conserva protetta) seguendo gli ometti in direzione Nord. Dopo 10-15 m. si trova una sosta di calata sul versante Nord-Orientale.
Con tre calate in corda doppia si arriva alla base della parete Orientale del Pizzo Frachiccio.
Attenzione, durante la prima calata, non farsi tentare dal seguire l’evidente e grande diedro che scende verso destra (faccia a valle), ma proseguire in verticale rispetto alla sosta di calata. La seconda sosta di calata si trova dopo circa 40-50 metri spostata a destra (faccia a valle) rispetto alla verticale.
L’ultima sosta, invece, si individua più facilmente.
Dalla base della parete scendere per l’evidente canale caratterizzato da enormi blocchi di granito e poi gande e balze in direzione della diga fino ad intercettare il sentiero percorso all’andata.