Note
La Val Veny in veste invernale/primaverile assume un aspetto ancor più selvaggio e solitario conferendo alla salita quel valore aggiunto che la distingue dalle altre gite fattibili in questo periodo; l'unico prezzo da pagare è l'avvicinamento dalla sbarra al Lago Combal che comporta un "portage" di circa 40 minuti, ma lo si paga volentieri visti gli ambienti che ci accompagneranno.
Le difficoltà tecniche si concentrano sui tratti ripidi dei pendii, soprattutto quello che raggiunge la spalla a quota 2681 m, e sul traverso con cui da questa si raggiunge la vetta; per compiere questo ultimo tratto è meglio avere con sé piccozza e ramponi. Sul pendio iniziale bisogna prestare attenzione ad eventuali accumuli eolici sui dossi superiori alla destra mentre sull'ultimo pendio di salita verso la spalla l'attenzione va concentrata sulle cornici che orlano la lunga cresta al di sopra di esso e che incombono per tutta la sua lunghezza.
Tutta la salita è dominata dal vicino Monte Bianco che si offre dal suo versante più impervio e severo con i ghiacciai del Miage, del Frenêy e del Bruillard da dove iniziano le più impegnative salite alla sua vetta. Ad esso fanno da cornice il Dente del Gigante e le Grandes Jorasses ad est, mentre ad ovest la cresta prosegue maestosa con l'Aiguille de Bionnassay, di Trélatête, de la Lex Blanche e des Glaciers. Molto bello è anche il panorama verso sud con il ghiacciaio del Rutor e il più vicino Berrio Blanc, la Punta Lechaud e Miravidi.
Avvicinamento
Le difficoltà tecniche si concentrano sui tratti ripidi dei pendii, soprattutto quello che raggiunge la spalla a quota 2681 m, e sul traverso con cui da questa si raggiunge la vetta; per compiere questo ultimo tratto è meglio avere con sé piccozza e ramponi. Sul pendio iniziale bisogna prestare attenzione ad eventuali accumuli eolici sui dossi superiori alla destra mentre sull'ultimo pendio di salita verso la spalla l'attenzione va concentrata sulle cornici che orlano la lunga cresta al di sopra di esso e che incombono per tutta la sua lunghezza.
Tutta la salita è dominata dal vicino Monte Bianco che si offre dal suo versante più impervio e severo con i ghiacciai del Miage, del Frenêy e del Bruillard da dove iniziano le più impegnative salite alla sua vetta. Ad esso fanno da cornice il Dente del Gigante e le Grandes Jorasses ad est, mentre ad ovest la cresta prosegue maestosa con l'Aiguille de Bionnassay, di Trélatête, de la Lex Blanche e des Glaciers. Molto bello è anche il panorama verso sud con il ghiacciaio del Rutor e il più vicino Berrio Blanc, la Punta Lechaud e Miravidi.
Quando la strada normale per la Val Veny è chiusa nel periodo primaverile si passa dal retro della stazione della funivia della Val Veny e si prende la strada che girando subito a destra arriva sino alla cava;
la si supera e dopo un paio di tornanti ci ricongiunge con la strada asfaltata della Val Veny da dove si prosegue sino a dove è pulita.
QUESTO ACCESSO È CONSENTITO SOLO AGLI UTENTI AUTORIZZATI - gli altri rischiano la multa e si espongono alle valanghe che scendono con regolarità!.
Descrizione
la si supera e dopo un paio di tornanti ci ricongiunge con la strada asfaltata della Val Veny da dove si prosegue sino a dove è pulita.
QUESTO ACCESSO È CONSENTITO SOLO AGLI UTENTI AUTORIZZATI - gli altri rischiano la multa e si espongono alle valanghe che scendono con regolarità!.
Raggiunto il Lago Combal si prosegue per pochi metri sulla strada alla sinistra per imboccare il sentiero che si alza dalle paline.
Arrivati al pendio lo si risale tagliando verso sinistra verso un largo pendio canale alla cui sommità si prosegue alla sinistra; si compie quindi un traverso in direzione sud che porta ad un vallone adiacente.
Deviando sulla destra lo si sale sul ripido pendio che raggiunge, in alto sulla destra, una spalla dove di solito si lasciano gli sci.
Risalita brevemente la dorsale si traversa un ripido pendio sulla destra dal termine del quale si sale direttamente un breve tratto ripido (40°) che porta in vetta.
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