
Parcheggiata la macchina a Santa Elisabetta (1180 Mt.) nel comune di Caspoggio, si risalgono le piste di sci fino a Piazzo Cavalli, da dove parte il sentiero per il monte Foppa.
E’ anche possibile partire da Cristini, (800 Mt.) nel comune di Torre Santa Maria e salire lungo la val Dagua fino a incontrare il sentiero del Piazzo Cavalli. Da qui, si continua, su questo ripido sentiero che porta alla bocchetta del Monte Foppa. A questo punto, ci si sposta sul versante della val di Togno e con un lungo diagonale ascendendente, facendo un po’ d’attenzione, per via dell’infido fondo erboso, si giunge sulla cima.
P.S. – La frana di Spriana
La “frana di Spriana” è una gigantesca massa di terreno la cui instabilità, già nota nel secolo scorso, diede i primi preoccupanti segni di smottamento a partire dal 1912, anno in cui entrò in funzione la galleria della condotta forzata Lanzada-Arquino che alimenta la centrale di Arquino.
Il corpo franoso occupa buona parte del versante Sud-ovest del Monte Foppa, fra i 600 metri di quota e i 1400 m circa, per un fronte massimo di 650 m e un’altezza di 1300 m. A séguito delle eccezionali precipitazioni del 1927 si manifestarono altri smottamenti, tuttavia la pendice del Monte Foppa continuò ad essere densamente abitata tanto che, sul finire degli anni ’50, venne inaugurata anche la nuova scuola di Cucchi. Nel 1960, un’altra stagione piovosa provocò un’ulteriore rottura dei precari equilibri della frana e altri smottamenti, assai vistosi, portarono all’evacuazione di Cucchi, Erta e Piazzo mentre su Bedoglio caddero massi. Negli anni ’60 il problema prese sempre più consistenza non solo in quanto tale, ma anche nelle coscienze dei cittadini e degli amministratori. A séguito di nuovi smottamenti avvenuti nel 1977, il corpo frana viene oggi costantemente tenuto sotto osservazione e monitorato mediante capisaldi e centraline di rilevamento.
La “frana di Spriana” è costituita prevalentemente da detriti di origine morenica, depositatisi, come conseguenza del ritiro dei ghiacciai quaternari, in una sorta di “cucchiaio” naturale formato dal fondo roccioso del versante Sud-ovest del Monte Foppa. Ma i carotaggi dimostrano che anche le rocce di fondo non sono molto solide e, quindi, l’instabilità della pendice montuosa potrebbe essere ancora più profonda. E’ chiaro che la caduta di un’enorme massa nel sottostante torrente Mallero, che in quel punto presenta un alveo assai incassato, provocherebbe lo sbarramento delle acque con la conseguente formazione di un bacino: la successiva, probabile, esondazione avrebbe effetti sicuramente catastrofici sulla città di Sondrio, posta allo sbocco della Valmalenco. Per scongiurare tale minaccia, sono state avanzate diverse soluzioni che hanno portato alla realizzazione di una galleria by-pass che permetterebbe alle acque del Mallero di defluire aggirando lo sbarramento naturale della frana.
da:
http://www.popso.it/selettore.php?id=405&cdOp=contestualizzazione
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