Note
Storico
La via è completamente attrezzata con tasselli e piastrine in materiale inox; anche le soste sono state installate con catena e anello di calata in materiale inox, escluse due soste solo con piastrine da collegare in caso di emergenza. Alcuni spit sono stati inseriti per indicare il proseguimento della via. Nonostante la via sia ben protetta è necessario o consigliato una serie di friend sino al n° 3 BD e qualche nut medio. Tutti i chiodi trovati lungo il percorso sono stati lasciati.
Materiale: 2 corde da 60 m; 14 rinvii alcuni lunghi; una serie di friend BD o similari sino al n° 3, un paio di dadi medi e normale dotazione alpinistica personale.
Nel corso degli ultimi anni un notevole numero di vie del Gruppo Castello Provenzale, in particolare quelle sulla punta Figari, originariamente attrezzate con sistema di chiodatura tradizionale dagli apritori, sono state riattrezzate dagli stessi in toto o in parte con l’utilizzo degli spit, fra le vie più interessanti sulla Punta Figari c’era sicuramente questa via del 1971 di Manera e Motti.
Considerata l’importanza storica della via aperta da due alpinisti che hanno avuto un ruolo fondamentale anche nella storia del Gruppo Castello Provenzale che è anche l’ambiente alpinistico dove la Scuola di Alpinismo G.Gervasutti svolge una parte rilevante della propria attività corsistica, ottenuta la benedizione di Ugo Manera e con la collaborazione di Gian Piero Porcheddu, si è intervenuti alla riattrezzatura della via con l’utilizzo di spit sui tiri, soste comprese. L’impegno ha comportato parecchi giorni di lavoro intenso e faticoso, a causa della difficoltà dell’itinerario e della roccia particolarmente dura.
La via segue un filo logico e audace: placche fessurate e diedri camini da superare con decisione per terminare, dopo gli strapiombi della fascia finale del settore, alla sommità della punta Figari a circa 2345 m.
La via è bellissima e con elevate difficoltà in arrampicata libera. I gradi da noi valutati, dopo la ripetizione della via, tranne che per qualche variante, sono stati in linea con quelli indicati e riportati da Giovannino Massari, icona dell’alpinismo piemontese, esperto e perfetto conoscitore di questo gruppo. Rimando alla sua bellissima e storica guida del 1985 “ Il gruppo Castello – Provenzale “ , per conoscere la storia di questa meravigliosa e slanciata spada di roccia che si erge dai prati dei valloni Gregouri e Maurin.
Avvicinamento
Materiale: 2 corde da 60 m; 14 rinvii alcuni lunghi; una serie di friend BD o similari sino al n° 3, un paio di dadi medi e normale dotazione alpinistica personale.
Nel corso degli ultimi anni un notevole numero di vie del Gruppo Castello Provenzale, in particolare quelle sulla punta Figari, originariamente attrezzate con sistema di chiodatura tradizionale dagli apritori, sono state riattrezzate dagli stessi in toto o in parte con l’utilizzo degli spit, fra le vie più interessanti sulla Punta Figari c’era sicuramente questa via del 1971 di Manera e Motti.
Considerata l’importanza storica della via aperta da due alpinisti che hanno avuto un ruolo fondamentale anche nella storia del Gruppo Castello Provenzale che è anche l’ambiente alpinistico dove la Scuola di Alpinismo G.Gervasutti svolge una parte rilevante della propria attività corsistica, ottenuta la benedizione di Ugo Manera e con la collaborazione di Gian Piero Porcheddu, si è intervenuti alla riattrezzatura della via con l’utilizzo di spit sui tiri, soste comprese. L’impegno ha comportato parecchi giorni di lavoro intenso e faticoso, a causa della difficoltà dell’itinerario e della roccia particolarmente dura.
La via segue un filo logico e audace: placche fessurate e diedri camini da superare con decisione per terminare, dopo gli strapiombi della fascia finale del settore, alla sommità della punta Figari a circa 2345 m.
La via è bellissima e con elevate difficoltà in arrampicata libera. I gradi da noi valutati, dopo la ripetizione della via, tranne che per qualche variante, sono stati in linea con quelli indicati e riportati da Giovannino Massari, icona dell’alpinismo piemontese, esperto e perfetto conoscitore di questo gruppo. Rimando alla sua bellissima e storica guida del 1985 “ Il gruppo Castello – Provenzale “ , per conoscere la storia di questa meravigliosa e slanciata spada di roccia che si erge dai prati dei valloni Gregouri e Maurin.
Per chi proviene da Torino si raggiunge Cuneo e ci si dirige verso Caraglio , si seguono le indicazioni per Dronero , Val Maira . Superato Dronero ci si inoltra nella Valle Maira e si seguono le indicazioni per Acceglio, raggiungendo il bellissimo e ristrutturato paesino di Chiappera; superato il grande posteggio a sinistra e il paese si prosegue sino al bivio per il campeggio Campo Base (ottimo campeggio e punto di appoggio), si mantiene la destra e si continua sulla carrozzabile prima asfaltata e poi sterrata. Per arriva all’attacco delle vie del gruppo ci sono due possibilità.
Accesso A)
Sulla carrozzabile destra del bivio per il campeggio Campo Base, dopo un paio di tornanti individuare sulla destra uno slargo erboso sul cui lato destro scorre un ruscello, e posteggiare. Salire a destra un ripido e ben segnalato sentiero che costeggiando il versante Est del gruppo Castello Provenzale conduce al colle del Gregouri. Prima di arrivare al colle, in corrispondenza di grossi blocchi di pietra vicino al sentiero di salita, traversare decisamente a sinistra e seguire il percorso migliore indicato da alcuni ometti tra i massi. Al termine costeggiare la parete della Punta Figari verso sinistra e oltrepassare le vie Genovesi est, Passeri, Cioa, e una via senza denominazione con spit visibili, raggiungere la parte più alta del camminamento, pochi metri a sinistra attacca la via Super G.A.M. In attesa della targhetta alla base un cordone sul primo spit a pochi metri da terra indica l’attacco della via “VENTICINQUENNIO G.A.M.” 1.30 ora circa dall’auto.
Accesso B)
Dal bivio per il campeggio Campo Base mantenere la destra e proseguire sulla carrozzabile prima asfaltata e poi sterrata in buone condizioni sino alle Grange Collet. Posteggiare con cura, e dirigersi a destra verso un piano erboso ottimo posto per campeggiare. Proseguire seguendo il sentiero sino ad attraversare un ponte sul torrente, seguire sempre il sentiero ben segnato sino al colle Gregouri 45 minuti dall’auto.
Arrivati al colle scendere il sentiero e portarsi sotto la parete est della Rocca Castello, costeggiare la parete sino alla Punta Figari oltrepassare le vie Orologio Senza Tempo, Superfigari , Overfigari , Genovesi est ecc.. sino ad arrivare all’attacco della via. 1.15 ora circa dall’auto.
Descrizione
Accesso A)
Sulla carrozzabile destra del bivio per il campeggio Campo Base, dopo un paio di tornanti individuare sulla destra uno slargo erboso sul cui lato destro scorre un ruscello, e posteggiare. Salire a destra un ripido e ben segnalato sentiero che costeggiando il versante Est del gruppo Castello Provenzale conduce al colle del Gregouri. Prima di arrivare al colle, in corrispondenza di grossi blocchi di pietra vicino al sentiero di salita, traversare decisamente a sinistra e seguire il percorso migliore indicato da alcuni ometti tra i massi. Al termine costeggiare la parete della Punta Figari verso sinistra e oltrepassare le vie Genovesi est, Passeri, Cioa, e una via senza denominazione con spit visibili, raggiungere la parte più alta del camminamento, pochi metri a sinistra attacca la via Super G.A.M. In attesa della targhetta alla base un cordone sul primo spit a pochi metri da terra indica l’attacco della via “VENTICINQUENNIO G.A.M.” 1.30 ora circa dall’auto.
Accesso B)
Dal bivio per il campeggio Campo Base mantenere la destra e proseguire sulla carrozzabile prima asfaltata e poi sterrata in buone condizioni sino alle Grange Collet. Posteggiare con cura, e dirigersi a destra verso un piano erboso ottimo posto per campeggiare. Proseguire seguendo il sentiero sino ad attraversare un ponte sul torrente, seguire sempre il sentiero ben segnato sino al colle Gregouri 45 minuti dall’auto.
Arrivati al colle scendere il sentiero e portarsi sotto la parete est della Rocca Castello, costeggiare la parete sino alla Punta Figari oltrepassare le vie Orologio Senza Tempo, Superfigari , Overfigari , Genovesi est ecc.. sino ad arrivare all’attacco della via. 1.15 ora circa dall’auto.
- L1: In corrispondenza di un tetto visibile a 20 m di altezza , salire la bella fessura diedro sino allo strapiombo giallo. 5 spit 20 m diff. 5c. sosta divisa dal tiro originale che prevedeva sino a S2
- L2: Traversare a sinistra sino a una fessura verticale che si divide, al termine uscire dalla ramificazione di destra. 7 spit 26 m diff. 6a.
- L3: Traversare a destra la bella placca lavorata e salirla sino ad una comoda fermata. 2 spit 15 m diff. 5c. sosta con due spit non collegati da attrezzare e utilizzare in caso di emergenza
- L4: Dalla sosta salire a destra un difficile diedro camino, che conduce con bella arrampicata atletica sino alla sommità di un pilastro. 7 spit 30 m diff. 6a+.
- L5: Dalla sommità del pilastro scendere per una decina di metri a corda doppia, sino ad un terrazzino.
- L6: Traversare alcuni metri a destra sino a raggiungere uno strapiombo rossastro con alcuni blocchi incastrati, all’apparenza instabili, (quelli mobili li abbiamo rimossi noi) superare lo strapiombo con arrampicata atletica e uscire al termine a destra su una rampa ascendente articolata sino alla sommità di una enorme lama staccata. 8 spit 32 m diff.6a+.
- L7: Dalla sosta alzarsi qualche metro e traversare a sinistra la placca con bellissima arrampicata sino ad una fessura che porta in corrispondenza di un pino mugo contorto (ex sosta dei primi salitori ): non fare sosta ma proseguire a sinistra la bella e larga fessura sino al termine. 10 spit 25 m diff. 6a , 6b o A0.
- L8: Proseguire direttamente sopra la sosta (variante Gerva) superare un difficile passo in uscita dal breve strapiombo e in seguito la bella placca lavorata sino a raggiungere la sosta sotto gli strapiombi . (Il tiro originale proseguiva la fessura attualmente intasata da lunghi steli di erba difficili da rimuovere e al termine attraversava lungamente a destra sino a portarsi nella sosta attuale. ) 7 spit 20 m diff. 6a+/6b. sosta con due spit e 3 maglie rapide non collegati da utilizzare in caso di discesa per emergenza
- L9: Dalla base degli strapiombi uscire a destra con difficile arrampicata sino ad una nicchia che si supera direttamente (uno spit in comune con un’altra via che proviene dal basso con perni molto fuori di cui non si conosce la denominazione), proseguire in diagonale leggermente a sinistra sino ad un buon punto di fermata. 8 spit. 27 m diff. 6a+/6b.
- L10: Salire la bella placca soprastante sino all’intaglio sulla cresta poco lontano dalla sommità della punta Figari. (Questa lunghezza è nuovamente una variante in quanto la linea di uscita originale diagonale destra pensata dai primi salitori è il proseguimento della linea della via senza denominazione ). 4 Spit 25 m diff. 5b/c.
DISCESA:
- Con 4 calate, alcune molto lunghe, in corda doppia sulle soste con catena della via: dalla S10 alla S9, dalla S9 alla S7, dalla S7 in diagonale verso sinistra guardando la parete alla S4 avendo l’accortezza il primo che scende di inserire la corda in un moschettone nel diedro camino , dalla S4 a terra. Si raccomandano corde da 60 m !!
- Dalla S10 salire alcuni metri in cresta sino a raggiungere una sosta con anello di calata rivolto verso il lato OVEST, con una corda doppia raggiungere la cengia sottostante e raggiungere la Forcella Provenzale stretto intaglio che divide la Torre Castello dalla cresta della Punta Figari, reperire sulla destra la prima corda doppia delle calate del Camino Est , e successivamente le altre doppie con catena sino alla base del Camino Est.
Ugo Manera e di G.P.Motti - 31 Ottobre 1971
Rivisitata e attrezzata nel Agosto 2023 da Claudio Battezzati e Gian Piero Porcheddu della Scuola di Alpinismo Nazionale "G. Gervasutti" di Torino.
Rivisitata e attrezzata nel Agosto 2023 da Claudio Battezzati e Gian Piero Porcheddu della Scuola di Alpinismo Nazionale "G. Gervasutti" di Torino.
- Bibliografia:
- La guida di Giovannino Massari “Il Gruppo Castello Provenzale”
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