La fitta vegetazione copre quasi tutto il sentiero. Tenere conto di sfregare per ore tra mughi e erba alta invasa dalle zecche. Vestirsi di conseguenza e usare un buon antizecche. Segnale telefonico inesistente. Evitare i mesi estivi quando il caldo e la mancanza d'acqua aggravano il tutto. Rassegnarsi a non incontrare nessuno.
Casco, corda da 20m, antizecche.
Da Gena Alta seguire l'unico sentiero che sale all'interno del bosco. Il sentiero diventa ben presto impervio con un paio di passi attrezzati, punti molto esposti e con difficoltà di orientamento. La fitta vegetazione ricopre spesso la traccia di sentiero già di per sè poco marcata. Attenzione a dove si mettono i piedi.
Raggiunto un canalone, si nota a mala pena il bivio per Forcella Zana posta al culmine di esso. Continuare sul lato opposto fino ad imboccare la Val Ferùch, e dopo vari saliscendi si risale un fitto bosco dove è posto il bivacco Valdo (3 ore/3 ore e mezza dal parcheggio).
Dal bivacco continuare seguendo rari ometti fin sotto il Van della Boràla dove si perviene ad una cengia erbosa che contorna tutta la parete del Tornòn (esposizione). Alla fine della cengia dopo un tratto di mughi si arriva ad uno spigolo roccioso da superare in forte esposizione (II), poi per una serie di banche levigate e risalite tra i mughi. Da qui è ben visibile la Forcella dei Pòn 1941m posta ai piedi della Cima del Bus del Diàol. Raggiunto il canalone che porta ad essa, va superato un camino (II) e poi per rocce rotte fino alla forcella.
Da qui seguire le esili tracce che verso est portano alla Forcella delle Coràie fino ad incontrare un canalone che scende dalla Cima est dei Ferùch. Risalirlo superando un breve strapiombo (III) che conduce ad un secondo colatoio che porta alla selletta tra cima principale e l’anticima. Poi per facili rocce fino alla sommità (2 ore e mezzo/3 dal bivacco).
In discesa è consigliabile attrezzare una doppia attorno ad un mugo per calarsi dallo strapiombo di III. Tutto il resto è in comune con la salita.
- Cartografia:
- Tabacco n.24
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