
Le difficoltà non sono elevate (max 2+) ma l'esposizione di molti passaggi non permette errori. Durante l'inverno e la primavera le condizioni nivologiche devono essere assolutamente sicure. Si tagliano numerose zone valanghive e la traccia affronta molti pendii ripidi.
Parcheggiata l’auto nei pressi dell’albergo della Posta lungo la statale si procede lungo la stradina in mattonelle dalla parte opposta, via Ferrè. Si arriva al ristorante La Capriata e si imbocca la strada sterrata in direzione Ovest che ci introduce in val Loga.
Seguendo la strada e confortati da alcuni segni gialli, proseguiamo tenendoci a destra un muretto a secco. Un ponte in cemento permette l’attraversamento del torrente, giunti sull’altra sponda si gira a destra. Il sentiero è fangoso e pianeggiante, occorre comunque cercare i ben visibili segni bianco-rossi che indicano la via migliore. Poco più avanti c’è un altro ponticello ma non va attraversato, si continua dritto verso Ovest.
Arriviamo ad un dosso 1975m, poi raggiungiamo un torrente che proviene da una cascata sulla sinistra, si superano altri ruscelletti e un torrente, 2010m.
La pendenza aumenta e dopo qualche minuto, sul lato destro della vallata vediamo scendere un torrente. Si supera un torrentello e finalmente il sentiero piega a sinistra e sale in modo deciso alla destra di un torrente.
Il primo ripiano è a quota 2180m, ripidamente (qui non molla mai) si passano alcuni lastroni di roccia e punti franati.
Su di un masso una freccia bianco-rossa indica diritto, 2245m.
Superiamo altri lastroni a fianco di cascata e raggiungiamo un pianoro 2305m. In alto cominciamo a vedere il bivacco. La traccia molto ripidamente ci fa prendere quota con alche alcuni punti a mezza costa, poi dopo un’altra scritta su un masso erratico siamo a quota 2500m. Spesso in questo tratto è presente neve fino a stagione inoltrata vista l’esposizione a NW. Sempre seguendo i bolli e la traccia che sale su sfasciumi pietrisco ed erba arriviamo al bivacco Cecchini 2750m, 9 posti letto.
Dal bivacco si procede in direzione S e con un lungo traverso ascendente (attenzione ai pendii estremamente valanghivi sulla destra) e ci si porta ad una sorta di colletto con grandiosa vista sulla nostra meta.
Inizia la ripida discesa verso la vedretta del Pizzo Ferrè. Questo ghiacciaio è bonario con crepacci piccoli e nessun seracco sospeso. Conviene comunque legarsi in cordata per evitare guai. Dopo un lungo tratto poco inclinato il pendio s’impenna e con percorso ripido ci si porta al colletto di quota 3020m. Sulla sinistra salendo si snoda la breve ma ostica cresta rocciosa del Pizzo Ferrè.
All’inizio i passi sono su facili roccette di 1°grado non esposte, poi seguendo i segni dei ramponi sulle rocce si prende quota. Con alcuni passi di 2° si arriva al primo tratto chiave: un gendarme che si può scavalcare direttamente, con possibilità di uso di nut o friend piccoli (2+, esposto) o evitare sulla sinistra su neve/ghiaccio (esposto ma più semplice), utile un friend piccolo per proteggersi. Dopo alcuni tratti pianeggianti si affronta un canalino di circa 10m di misto.
Seguono altri tratti esposti ma facili (utili cordini e fettucce), fino al tratto chiave quando ormai si è in vista della vetta: un traverso di circa 4m su placca inclinata facile (2° grado) ma espostissima. Un chiodo presente in loco. Usciti dal traverso si salgono le ultime facili roccette e si è in vetta, 3103m. Attenzione che questa cresta se molto innevata o ghiacciata può diventare tutt’altro che banale.
Discesa lungo il medesimo itinerario.
- Cartografia:
- Cartografia: Kompass Scala 1:50.000 n.92 Chiavenna – Val Bregaglia
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