Pur non essendoci un sentiero delineato la salita non presenta nessuna difficoltà tecnica di rilievo, da effettuarsi con buona visibilità. L'esposizione nord-ovest fa in modo che anche con giornate calde non si patisca troppo perchè la parte bassa del percorso rimane in ombra fino a metà mattinata.
L'inizio del sentiero è in corrispondenza dell'area picnic di Plan Moulin, raggiungibile tramite una breve strada asfaltata ma vige un divieto di accesso (anche se pare non venga rispettato). Una decina di posti auto.
Da Valgrisenche si raggiunge l’area picnic di Plan Moulin, oltre la quale inizia uno sterrato che va seguito fino al termine (è breve) nei pressi di un alpeggio. Poco prima di esso un cartello indica a destra il sentiero n.6 che andrà seguito. Questo sentiero sale nel bosco, in buona pendenza ma mai eccessiva; pur non essendo segnato coi classici segnavia gialli non ci sono possibilità di errore. Si attraversa una zona con dei ruscelletti e due prese dell’acquedotto, quindi si riprende a salire fino ad uscire dal lariceto in un piccolo ripiano, anche qui alcuni ruscelli e un’altra costruzione in cemento.
Si incontra un quadrivio, si prosegue sempre sul sentiero n.6 che dopo un breve tratto in piano a sinistra, riprende a salire per il costone di cespugli sovrastante, finchè si incontra una stradina inerbita che andrà seguita verso sinistra, abbandonando il sentiero 6 che prosegue a destra per la Becca dei Quattro Denti.
La stradina in breve confluisce nella poderale principale di Maison Forte; la si segue verso valle per alcune decine di metri, superando due ruscelli con relativi scoli. Superato il secondo, sulla destra si scorge un sentiero, non segnalato ma evidente, che inizia a salire il pendio erboso.
Questa traccia, sempre ben delineata segnata con degli ometti, in marcata pendenza con molte giravolte risale il pendio, spostandosi poi verso il centro dell’avvallamento per costeggiare dal basso delle propaggini rocciose, ed attraversa un canalone con un ruscello. Dopodichè si riprende a salire nella piccola valletta, superando un altro pendio erboso che precede la spianata dei Piani Feluma 2820 m.
A questo punto, il percorso più lineare e logico è di attraversare il primo ripiano detritico che si incontra puntando alla dorsale morenica più prossima (sulla destra). Seguendo il crinale tra detriti e qualche fascia di pietrame, si raggiunge una zona di grossi blocchi che si aggira sotto su terreno un po’ friabile, per poi riprendere la costa. Poco oltre si abbandona la morena salendo a destra un facile pendio, che porta ad un piccolo ripiano di detriti o neve. A questo punto si sale il pendio sopra questo pianoro, e via via ci si dirige verso sinistra (est) alzandosi progressivamente per facili terrazzi di detriti rossastri, per guadagnare quello che si può definire un ampio pendio sospeso che poi diventerà la cresta Ovest della Feluma nella parte finale.
Senza percorso obbligato e seguendo i pochi ometti e le vaghe tracce di passaggio nelle zone più detritiche, si guadagna quota raggiungendo un pianoro sospeso sul pendio che ospitava l’ormai estinto ghiacciaio della Louetta. Per alcuni brevi rampe di detriti un po’ più faticose si raggiunge un netto intaglio sulla cresta, che da qui inizia a delinearsi meglio. Non è necessario seguirne il filo, ma sempre stando una decina di metri sotto per comodi terrazzi si prosegue in ascesa finchè si giunge in cima senza particolari difficoltà (presente un cartello indicatore ed un ometto sul punto culminante.
Discesa per la via di salita oppure ad anello: tornati al piccolo pianoro di accesso alla dorsale, si prosegue sul crestone sino ad un colletto (q. 2980) che si trova a ridosso di un evidente affioramento roccioso. Qui si volge a sx e si scende per un ripido ma percorribile canalone erboso-detritico sino ai pratoni del vallone di Plontaz. Si volta a dx raggiungendo la poderale per gli alpeggi di Cotteun a q. 2450 circa (sentiero n. 7). La si segue a dx trascurando il bivio con il sentiero 7A (q. 2400 circa) per i ruderi del Ricovero Testafochi sulla Becca dei Quattro Denti. Giunti in vista degli alpeggi, si lascia lo sterrato svoltando a dx su sentiero (q. 2350, freccia gialla) e si intercetta in breve il sentiero-balcone n. 4, che si imbocca a dx. A. q. 2150 si incontra il sentiero n. 6, ci si sposta di poco a dx e si continua dritto, trascurando il n. 6. Con alcuni saliscendi si richiude l’anello al bivio di sterrate già incontrato in fase di salita e si rientra all’auto per la via percorsa all’andata.
Partenza alternativa da Plantè (percorso più lungo e meno diretto):
si parcheggia l’auto nella piazzetta della chiesa o in un piccolo spiazzo dopo il successivo tornante (1 o 2 posti max). Dalla piazza, ci si inoltra fra le case voltando a dx, si attraversa la strada asfaltata e si prende il sentiero n.5 che porta a Verconey inferiore e superiore, dove si imbocca una larga poderale (n. 4) sino ad un bivio di sterrate a q. 2130 circa. Qui si abbandona la n. 4, che prosegue a dx, e si sale a sx sino ai ruderi delle fortificazioni di Maison Forte. La stradina compie poi due tornanti (non indicati sulla cartina dell’Escursionista n. 3) per dirigersi verso l’Alpe di Maison Forte che si supera arrivando al bivio per il sentiero dei Piani di Feluma.
- Cartografia:
- Carta dei sentieri n. 3 - 1:25.000 - L'Escursionista editore