La via "Bruno", scalata da loro per la prima volta nel 1949, ha origine poco più ad est (dx) dell'evidente rampa che porta tra la vetta e il colletto Emma.
La via ha inizio con una larga rampa, abbastanza abbattuta ma anche liscia (IV- o III+) dove le protezioni sono per forza di cose inesistenti, lunga una 70ina di metri, per giungere a sostare su spuntone al termine di un breve tratto erboso.
Altri 15/20 mt di rocce un po’ più facili (III) per giungere a sostare sotto la liscia parete triangolare.
Qui ha origine la stretta ripidissima cengia (III+) fino ad esaurirsi, dove si può sostare.
In seguito 2mt nel vuoto, in salita, con roccia aggettante e altro breve tratto di liscio (IV) fino alla fine (sosta).
Un passaggio delicato superabile dapprima aggirando uno sperone appigliato, poi chinandosi come un gatto fino alla successiva poco distante sosta dentro un buco di roccia (cordone).
Ha inizio qui un ripidissimo tratto di erba (50°) fino al colletto erboso posto sopra la roccia triangolare che si aggira. Altro facile traverso ma esposto, su erba e pietrame ad imboccare una spaccatura (che non si vede ancora) che con salita facile (II, passo di III-) in 20 mt porta al colletto Bisté.
Qui ha origine la parete che in 30 mt porta alla cresta sommitale, per fare questo si segue una evidente spaccatura che ha origine sulla sx, (III+) in alto molte rocce rotte da un recente fulmine dove bisogna prestare attenzione a causa dell’esposizione importante.
Dopo la vetta, altro passo esposto a raggiungere il sentierino della via normale che si abbassa velocemente al colletto Emma ed in seguito, con traverso, il trafficato sentiero poco sotto il colle Palù.