Possibile utilizzare gli impianti da Pila a Chamolè, riducendo il dislivello di circa 550 m ma, al mattino la prima seggiovia è alle 8.45, mentre al ritorno alle 17 (verificare sul sito degli impianti) pertanto i tempi di percorrenza sono un po' stretti.
In alternativa è consigliabile spezzare la gita in due giorni, pernottando al Rifugio Arbolle 2500 m.
In assenza di neve non serve attrezzatura particolare, anche se il casco può essere utile, specialmente in caso di molta gente sul percorso.
Dal piazzale della seggiovia di Chamolè, si possono seguire le piste (percorso più diretto) mantenendosi sotto la seggiovia stessa, oppure raggiungere l’arrivo della seggiovia seguendo il sentiero 19C (percorso più tortuoso e lungo).
Raggiunto l’arrivo della seggiovia 2309 m, si prosegue a monte di esso, verso sinistra, con percorso pianeggiante raggiungendo in pochi minuti il bel Lago Chamolè 2325 m.
Lo si contorna a sinistra, fino al bivio: si continua a destra per il Col de Chamolè, il cui sentiero dopo un primo tratto a mezza costa, inizia a salire con buona pendenza con numerosi tornanti la china erbosa. Con fatica si raggiunge il Col de Chamolè 2641 m, da cui si apre la splendida visuale sulla conca di Arbolle, sul Monte Emilius.
Si scende di circa 150 m sul sentiero inizialmente un po’ aereo ma ampio e comodo, fino giungere all’estuario del Lago d’Arbolle. Si supera il ponte in legno, e dopo una breve risalita si giunge al Rifugio Arbolle (fontana).
Si prosegue a mezzacosta a sinistra del rifugio, contornando il bel lago, fino a che il vallone si dirama in due direzioni: si trascura la traccia di destra che conduce al Col Garin, e si prosegue sul sentiero 8 a sinistra, che inizia la salita di un dosso erboso. Guadagnato il dosso inizia un lungo cammino sul filo della dorsale, con qualche breve saliscendi, finchè l’erba non lascia posto alla pietraia (comunque il sentiero è sempre ottimo).
Si supera un breve tratto di sfasciumi, e si raggiunge il culmine di una lingua morenica, da cui si vede ormai chiaramente il percorso per il Colle dei Tre Cappuccini. Si attraversa la pietraia a sinistra, perdendo 20 m di dislivello, per attaccare il pendio di grossi massi che porterà al colle). Salvo brevi tratti in cui occorre aiutarsi con le mani, il sentiero anche tra i massi è perfettamente camminabile. Si giunge così al Colle dei Tre Cappuccini 3242 m.
La cima dell’Emilius sembra ormai vicina, ma non bisogna farsi ingannare perchè c’è ancora un bel tratto da salire, il più faticoso.
Dal colle si segue la traccia di sentiero (segnavia gialli un po’ sbiaditi), che si mantiene sul lato opposto a quello da chi proveniamo, superando una breve cengia un po’ esposta (si può evitare il passaggio mantenendosi alti sul filo di cresta fra le facili roccette).
Successivamente si può scegliere se proseguire seguendo la traccia di sentiero, a tratti comoda e facile, a tratti piuttosto faticosa e franosa, oppure farsi guidare da degli ometti posti più vicini al filo dell’ampia cresta, dove il terreno è più solido anche se bisogna spesso usare le mani per superare gradoni di roccia (passaggi di I).
In entrambi i casi bisogna porre attenzione alla stabilità delle pietre, specie per evitare di far cadere sassi su eventuali altri escursionisti (casco molto utile). Si alternano quindi tratti camminabili ad altri con roccette, e in entrambi i casi, ci si ricollega al sentiero principale a 50 m dalla cima, che si guadagna con un ultimo sforzo per superare un tratto ripido ma facile.
Discesa per il percorso di salita, ponendo attenzione al tratto tra la cima e il colle (non c’è mai esposizione ma è sempre bene evitare una scivolata o far cadere pietre sul tracciato).
- Cartografia:
- L'Escursionista 1:25000 n.4 Conca di Aosta, Pila, Monte Emilius