Dal parcheggio superiore di Gimillan 1814 m seguire la strada asfaltata con segnavia 3 per il Col Garin. Al primo tornante si passa accanto ad una cappelletta intitolata a “Marie Immaculée”, si continua sotto i tralicci dell’alta tensione e si risale alle case di Plan de Teppe. Seguire la strada di destra e, prima del torrente di Gimillian, risalire a sinistra il sentiero nel bosco fino ad incrociare la traccia, con segnavia 3B, per Tsaplana. Si continua nel bosco, via via più rado, si esce sui pendii erbosi che discendono dalla Pointe Arpisson e, dopo una lunga diagonale, si aggira un dosso panoramico su Plan Bessey. In leggera discesa si va ad attraversa alcune passerelle e si risale all’alpeggio di Arpisson 2328 m 1h30′. Trascurato, a sinistra, il segnavia 2 per Epinel, si aggira a destra la costruzione e si risale per prati fino all’incrocio col segnavia 2A per il Col Tsa Sétse. Continuando a destra si entra nel Plan Bessey, fra modeste emergenze erbose e bucolici pianori. Più avanti si traversa a destra una pietraia e subito dopo segue una diagonale a sinistra su pendio erboso. Un ultimo tratto e si giunge al terrazzo detritico dove sorge il Bivacco Nebbia 2741 m 3h. Qui si può pernottare. Il bivacco ha sei posti letto, è dotato di coperte e per trovare acqua è necessario risalire di circa un centinaio di metri seguendo le indicazioni presenti all’interno. Il giorno si sale al colle Garin 2800 m per poi scendere di 300 metri di quota e immettersi sull’itinerario che proviene da Pila e dal Rifugio Arbolle. Si segue il sentiero a sud del rifugio e si costeggia il laghetto sottostante, poi il piccolo torrente per un breve tratto, fino ad incrociare il sentierino sulla sinistra che risale la conca verso il colle in direzione sud ovest. Il percorso rimane sempre su sentiero, lasciando alle nostre spalle il piccolo torrente del Lago di Arbolle, che con una moderata salita ci porta in quota verso il colle di fronte a noi. Il sentiero è segnalato con il numero 102. Mano a mano che si prende quota, è visibile sulla destra delle nostre spalle la Testa del Ruthor, con il suo ghiacciaio in rapido ritiro. Raggiunto il primo colle, ci si trova in un piccola zona semi pianeggiante, contornata dai pendii detritici delle cime circostanti. Il Monte Emilius, da qui, è ben visibile e si può notare la sua via di salita per il fianco sud insieme al Passo dei Tre Cappucini, tre piccole torrette di roccia alla destra della via sud. Si segue sempre il sentiero che attraversa questa zona pianeggiante fino a raggiungere la base del colle di fronte a noi. Si risale il colle composto da terreno detritico, che da questo punto in poi sarà dominante fino alla base della parete del Monte Emilius. Si passa il laghettoe si risale il piccolo colletto sottostante il Passo dei tre Cappucini. Raggiunto il piccolo colle sopra il lago si ridiscende di poco per attraversare il piccolo valloncello tra il colletto del Lago Gelato e il passo fino a raggiungerne la base.Da questo punto il percorso è interamente su sfasciumi e grossi massi, dove in alcuni casi è necessario superarli con agevoli passi di arrampicata. Si raggiunge così il Colle dei Tre Cappuccini che fa da collegamento tra la Conca di Arbolle e la Conca Les Laures sotto il versante est del Monte Emilius. Dal Passo dei Tre Cappuccini, è possibile seguire due percorsi paralleli tra loro per raggiungere la vetta. Uno su una traccia di sentiero spesso interrotta da sfasciumi che si trova restando più verso destra rispetto al passo, l’altro più diretto e tecnico, che percorre la cresta sud interamente su sfasciumi e grossi massi superabili con passi di arrampicata fino al II° grado. Per la salita è preferibile percorrere la via di cresta, in quanto non ci sono punti esposti che richiedono l’assicurazione con la corda e nello stesso tempo velocizzano l’ascensione, rendendola anche più divertente. Il percorso di cresta è segnalato da diversi ometti di pietra, anche se spesso si segue la via più semplice per superare i massi più grossi. Dal Passo dei Tre Cappucini fino alla vetta ci sono circa 300 m di dislivello. L’ultimo tratto di cresta, solo pochi metri, si addolcisce fino al raggiungimento della vetta 3557 m.