
L’avvicinamento più semplice e meno faticoso è quello che prevede una salita in funivia da Alagna Valsesia (1191 m) fino a Punta Indren (3260 m). E’ possibile raggiungere Punta Indren anche salendo da Gressoney.
Da Punta Indren si segue “l’autostrada” per i rifugi Mantova e Gnifetti, dapprima tra i detriti rocciosi di quel che resta del ghiacciaio d’Indren, quindi sul ghiacciaio vero e proprio. Si lascia sulla destra la traccia della via normale alla Punta Giordani, muovendosi sempre in modestissimo dislivello. Le condizioni del luogo possono essere molto variabili, secondo l’innevamento; d’estate è ormai quasi impossibile trovare neve e a volte il passaggio sul ghiaccio (qualche crepaccio) può richiedere attenzione. Si punta alla bastionata rocciosa che separa i ghiacciai d’Indren e di Garstelet. La si può aggirare facilmente a sinistra per un buon sentiero che porta in breve al rifugio Mantova (preferibile per questioni di affollamento al rifugio Gnifetti); in alternativa è possibile superarla direttamente per facili roccette e qualche tratto attrezzato con corde fisse, per sbucare al margine del ghiacciaio di Garstelet. Da qui è possibile scendere al rifugio Mantova (3498 m) in cinque minuti, oppure se si è portata una tenda (soluzione ottimale per non dover prenotare con mesi di anticipo) ci si può accampare in una delle numerose piazzuole già preparate con tanto di muretti di protezione, tra le dune moreniche poco distanti dal rifugio. Mettere in conto un quarto d’ora di salita supplementare se si intende raggiungere il rifugio Gnifetti (3647 m). [1h-1h30]
Dal rifugio Mantova si risale il ghiacciaio sino a portarsi sotto al rifugio Gnifetti. Lo si aggira sulla destra per pendii non ripidi e si raggiunge un’ampia zona pianeggiante, con qualche crepaccio (attenzione nelle ore più calde). Si prosegue attraversando l’intero plateau in direzione del margine sudoccidentale della Piramide Vincent. Si risale il ghiacciaio del Lys inizialmente in diagonale verso sinistra, lungo una rampa un po’ ripida, quindi si prosegue su pendenze più moderate, senza mai allontanarsi troppo dalle ripide pendici della Vincent; in alcuni tratti ci si dovrà adattare a passaggi obbligati tra ampi ed insidiosi crepacci. Superata una serie di dislivelli irregolari (30°/35°) si raggiunge la conca nevosa sottostante il Balmenhorn. Lo si lascia sulla destra e si prosegue lungo l’ampia traccia che porta in direzione del Colle del Lys. Senza raggiungere il colle vero e proprio, si guadagna il punto di passaggio (poco più in alto) verso la Punta Gnifetti (4248 m). [2h30-3h]
Al termine dell’ampio pianoro nevoso, la traccia scende attraversando a mezza costa il pendio settentrionale della Punta Parrot, fino a raggiungere una conca sottostante il colle Sesia (4299 m). Qui si riprende a salire tagliando in obliquo sotto alla Punta Gnifetti alla testata del Grenzgletscher (ignorando l’eventuale traccia che scende verso sinistra alla Monte Rosa hutte) fino a raggiungere i pendii meno ripidi che portano al colle Gnifetti (4454 m). Dal colle, lasciando a destra l’evidente traccia che conduce alla Punta Gnifetti, ci si porta sul margine orientale del plateau e si piega a sinistra per risalire la cresta sud-ovest dello Zumstein. Si sale inizialmente su terreno nevoso, comodo e poco ripido; presto l’inclinazione aumenta (40°) e la cresta si fa piuttosto stretta, fino a raggiungere il breve e roccioso tratto finale (bella ed emozionante la vista sulla sottostante parete est). Superate le facili roccette sommitali, spesso tra neve e ghiaccio, si raggiunge la vetta della Punta Zumstein (4563 m). Si scende ora lungo l’aerea cresta nord, inizialmente nevosa (spesso ghiacciata), piuttosto ripida e delicata, quindi più facile e con alcune roccette. Raggiunto il colle Zumstein (4452 m) si attacca la cresta sud-est della Dufour; si superano inizialmente alcuni facili rilievi rocciosi (tra i quali un gendarme più pronunciato da evitare sulla sinistra) quindi la cresta si fa ripida e sale per salti verticali e placche (II e III, seguire i segni dei ramponi sulla roccia), fino a raggiungere il Grenzgipfel (4618 m). Raggiunto un intaglio, un successivo ripido salto (III) conduce all’Ostspitze (4632 m), da dove si prosegue per la rocciosa cresta sommitale, quasi pianeggiante ma aerea. Aggirato un ultimo gendarme, sulla sinistra per un camino si giunge in vetta.
In discesa si può seguire la via di salita, oppure scendere per la cresta ovest verso la Monte Rosa hutte, o raggiungere la Silbersattel per il canale attrezzato del versante nord.
- Bibliografia:
- Monte Rosa, CAI-TCI, Buscaini
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