Si segue la strada asfaltata che poi diviene sterrata. Si esce subito dal suggestivo e fitto bosco di castagni, querce e lecci, e già si intravede il Colle della Croce riconoscibile dai tralicci dell’alta tensione; Si ignora una prima deviazione e poco dopo si incontra il cartello per il Colle della Croce. Oltrepassato il Rio Tronta, la vegetazione si fa bassa e cespugliosa.
Ad una biforcazione si continua a sinistra sulla sterrata e, poco dopo, lasciato a sinistra una deviazione per Fontana d’Minigin e sulla destra una vasca per l’antincendio.
Poco dopo un pilone della corrente elettrica, si trova, a destra, l’indicazione per il Passo della Croce 1h 30’ a destra e Viva d’ li Canai diritto, da quì, comincia il sentiero vero e proprio.
Ad un certo punto si giunge alla Fontana d’Munt Bas 800 m, una fonte raggiungibile deviando a sinistra. Salendo ancora, si giunge alla Fontana Fredda 1000 m, anch’essa raggiungibile svoltando a sinistra. Più su vi è la Fontana AIB. Vallo 1050 m. Il bel sentiero sale regolare in una zona molto aperta, fino a raggiungere il Passo della Croce 1256 m, una radura al cui centro troneggia una croce ed è costruito un bel riparo in legno con tettoia.
A questo punto inizia la parte più “avventurosa” della salita. Si prosegue a sinistra andando a raggiungere due tralicci, si possono notare tacche di vernice bianca ma talvolta non facilmente individuabili. La vaga traccia attraversa una fascia con fitta vegetazione, talora conviene stare sul filo di cresta, talora abbassarsi sui prati del versante valle di Viù. Il tratto più ostico è quello quasi pianeggiante di spostamento, poi quando la pendenza aumenta la vegetazione diminuisce lasciando spazio ad una grossa pietraia, più facilmente camminabile. Ci si mantiene prevalentemente sul filo seguendo gli ometti, per poi abbassarsi un po’ sul versante di destra, volendo si possono anche andare a cercare passaggi un po’ più divertenti su roccette ben appigliate.
Superata la pietraia, si ritorna sul filo di cresta, dove facendosi largo tra le piante si giunge sul Monte Druina, caratterizzato da un ammasso di pietre e da un grosso ripetitore, che disturba il già limitato panorama.
Continuando sul filo di cresta o leggermente sotto sulla destra, si scorge la vicina cima del Roc Neir. In realtà ci vuole almeno un quarto d’ora per arrivarci, nonostante sembri a due passi, ma ne vale la pena perchè il panorama è migliore.
Si prosegue sulla cresta tra roccette e rododendri, fino alla cima dove vi è un curioso modellino di rifugio in miniatura.
Discesa a ritroso sul percorso di salita
- Cartografia:
- Fraternali 1:25000 n.9 Basse valli di Lanzo Alto Canavese la Mandria Val Ceronda e Casternone