Scendere sul ghiacciaio e dirigersi a destra in direzione del Dente del Gigante, passare sotto l’ Aiguille Marbré e prendere piede sul pendio che porta alla base di un canalino innevato sulla sinistra.
Risalirlo sino al colletto e proseguire a destra su sfasciumi sulla cresta, arrivati ad una sosta con cordini colorati si può proseguire la salita sia a destra che a sinistra, considerando che la seconda opzione conduce ad un lungo tratto di neve ghiacciata che passa per uno scivolo più ripido e pericoloso ma più rapido della prima possibilità su cui si continua su sfasciumi.
Giunti sulla cresta nevosa continuare sino alla base “gengiva” del dente (2 ore), lasciare gli zaini sotto la parete sud, più a sinistra possibile, da dove partono sia la Normale al Dente che la cosidetta “Geant Branché”.
Dall’estremità della gengiva con un tiro di IV nel diedro si sale a raggiungere la parete Ovest.
Secondo tiro è più semplice (III) e conduce ad una solida sosta a spit. alla base delle mitiche Placche Burgener.
Qui cominciano le corde fisse e il tiro che segue ha una esposizione impressionante e la difficoltà non banale (anche se viene dato solo di IV).
Il quarto tiro (V+) è atletico e faticoso: parte in cresta, sulla sinistra delle Placche Burgener, per terminare, dopo aver seguito una lama-fessura ascendente verso destra, nel famoso muro-diedro completamente verticale.
La quinta lunghezza (IV+) prosegue in verticale, per terminare lungo l’aerea crestina che porta a ridosso della Punta Sella (m 4.009).
Il sesto tiro (IV) sale una breve placca liscia e porta in cima alla Punta Sella (m 4.009), la cima sud-ovest.
Segue una crestina aerea in leggera discesa, poi un salto verticale di 3 o 4 m, dove c’è uno spezzone di corda fissa, per giungere all’intaglio tra le due cime e di qui la Punta Graham (m 4.014).
Discesa:
scendere alla base del colletto prima della punta con la madonnina dove si trova la sosta per le doppie. Con tre calate (corde da 60 m) si arriva sul nevaio, a destra della Burgasser (parete sud), l’ultima è di 10 metri.
Per il ritorno si consiglia di seguire le tracce che subito portano sul versante sud e poi, aggirato un grosso sperone verso destra, sul versante ovest. La discesa è ben evidente e facilitata, di tanto in tanto, da ometti.
- Cartografia:
- IGN 1:25.000 Chamonix-Monte Bianco