La salita al monolite ha valenza più storica che "alpinistica", trattandosi di soli 30 metri. Seppure al momento vi siano 3 chiodi lasciati che facilitano il percorso, va affrontata con prudenza e una certa pratica. Molto esposto.
Avvicinamento
Dal Bar Ristorante Bricco al Pian della Mussa, seguire il segnavia 227 che sale All'Alpe della Rossa fino a quota 1900 circa, nel punto in cui si avvicina a un banco di rocce delimitato a sinistra da una pietraia. Di qui, a destra, parte una bella traccia orizzontale delle mucche che si segue tagliando i dossi erbosi che delimitano impervi canaloni valanghivi. Giunti nei pressi di un abete isolato, dopo due tronchi di larici secchi coricati, la traccia si perde un po' nel pascolo. Continuare allora al meglio nel ripido dosso con mezzacosta, giungendo a vista del torrione del Bec d'Cucja. Scendere nel canalone e al meglio, tra pini e salti rocciosi raggiungere la base del lato nord (ore 0,50).
Descrizione
Salire una placchetta appoggiata sul lato nord per 10 metri senza possibilità di assicurazione ma facile III. Giunti sul filo dello spigolo ovest, conviene sostare per seguire meglio il compagno ed evitare attriti sulle corde. (1 chiodo insicuro, meglio mettersi a cavalcioni sulla cresta. Traversare allora a destra, prima facilmente poi in leggera ascesa e in grande esposizione III+ e IV (chiodo), raddrizzandosi su una cornice con passo delicato (chiodo). Su appigli arrotondati traversare allora ancora a destra su un’esile cornice con blocchi appoggiati instabili (cautela) e portarsi alla base di un muretto compatto con passo delicato (IV+). Salire quindi direttamente il muretto V- 1 chiodo afferrando grandi appigli e guadagnando lo spigolo sud. Per facile placchetta II- raggiungere la sosta su due chiodi e piccolo pinetto con cordoni.
Discesa: se si sono lasciati gli zaini alla base, meglio calarsi con una doppia di 30 metri direttamente sul lato nord, altrimenti è anche possibile una doppia più lunga e aerea sul lato sud.
Storico
Il Bec d'Cucja godeva di una fama particolare, di estrema difficoltà, pur essendo stato salito in solitaria e con le pedule chiodate (!!!) da Adolfo De Petro nel 1914. In seguito fu considerato un banco di prova per provetti rocciatori valligiani, a cui la guida Bricco offriva, in caso di riuscita, un litro di vino presso il suo locale. Il torrione fu salito in questo contesto d'aura quasi mitica dai giovanissimi fratelli Rosenkrantz, che destarono incredulità nei locali e che, al termine dell'ascensione, reclamarono come da tradizione il loro vino.
- Cartografia:
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Alte Valli di Lanzo - Escursionista Editore
- Bibliografia:
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Guida ai monti d'Italia - Alpi Graie Meridionali; Berutto - Fornelli CAI/TCI
Ultima revisione 12/01/2023
Autori:
block65