Nello schema delle vie è la nr 9.
---
Dal parcheggio di monte cucco (Park Monte Cucco) tralasciando il più ampio sentiero a sinistra, si sale dritti verso la parete per tracce, raggiungendo il settore centrale di monte Cucco (5 minuti) da qui si prosegue a sinistra (faccia a monte) si superano i monotiri, si supera la placca d’attacco triangolare della Via del Tetto, subito a sinistra della via OCCHI DOLCI PER FRANK ZAPPA (7b) parte il tiro (fessura iniziale) che conduce al vero e proprio attacco della via.
L0 (tiro di avvicinamento): a sx di OCCHI DOLCI PER FRANK ZAPPA si può salire la evidente fessura, il primo resinato è un po’ alto, forse possibile integrare con friend medio-piccolo o nut, rinviato il secondo resinato traversare delicatamente su cengia a dx sino all’albero su cui si sosta. 5c.
L1 trascurare i vecchi spit che partono subito sopra l’albero (son della via È TEMPO DI SOGNARE), traversare a destra sfruttando il lamone e alzarsi con attenzione sino al primo chiodo (possibile integrare con friend medio) attaccare la difficile placca con passi subito tecnici, salire prima verticalmente sino a incontrare una sezione liscia che costringe a deviare dalla linea verso dx, per rientrare poi verso sx per moschettonare (psicologico), salire qualche metro più facile sino a portarsi sotto una pancetta dove si affronta il passo più duro del tiro per raggiungere la presa risolutiva (possibile, con mestiere, azzerare), continuare verticalmente ed affrontare il lungo run out che conduce alla comoda sosta. (6b o 6b+ abbastanza continuo).
L2 partenza più facile, resinato cordone e resinato, la via piega a destra e costringe a spostarsi molto a destra per trovare le prese per salire (sino al bucone) e poter poi rinviare (duro psicologico), continuare prima verticalmente su difficoltà sempre costanti, poi con qualche passo a sx e dritti su per raggiungere la scomoda sosta appesa. Tiro di movimento in cui bisogna sempre cercare la linea giusta per poter passare (6b o 6b+ continuo).
L3 scomoda partenza, delicatissima (6c) prima parte del tiro molto dura ma azzerabile anche grazie alla presenza di vecchi chiodi, parte centrale più umana in cui si ritorna sul lungo, difficile passo (6a o 6a+) per raggiungere una buona lama a dx e cengetta con ancor più duro moschettonaggio, ristabilimento e lungo run out finale sino agli ultimi metri più facili che conducono in sosta, si può anche proseguire oltre sosta e sbucati in cima fare sosta su alberi (più comodo).
Discesa: solita attraverso il canyon poi giù sino al parcheggio con l’aiuto di diverse corde fisse.
- Bibliografia:
- Finale Climbing (Tomassini) + Finale 51 (A.Gallo)